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Spalletti: “Non ho chiesto la cessione di Paredes. Defrel? Preferisco chi ho già” – AUDIO – VIDEO – FOTO

Le parole del tecnico giallorosso alla vigilia della sfida di campionato contro la Sampdoria: "Grenier? Può fare lo stesso percorso di Fazio. Kessie mi piace molto. Mercato? Voglio dare spazio ai calciatori che ho"

Redazione

Ultimi giorni di mercato, ma ora è tempo di calcio giocato: domani alle 15 la Roma scenderà sul campo del Marassi per sfidare la Sampdoria di Giampaolo. Alla vigilia del match, oggi alle 12 il tecnico giallorosso Luciano Spalletti è intervenuto in conferenza dalla sala stampa di Trigoria.

Ecco le parole del mister giallorosso nella conferenza stampa odierna:

Bollettino medico: “E' un inizio abbastanza facile e bello, perché Florenzi dalla prossima settimana comincia ad allenarsi con la Primavera qui al Campo Testaccio, per cui siamo tutti contenti. Poi per il resto sono tutti a disposizione, a parte qualche problemetto di qualcuno che c'è stato, però sono tutti a disposizione. Cose normali insomma”.

Il suo legame con Giampaolo? Quanto è cambiata la Samp in questi mesi? E quali sono le principali insidie di domani?

Di Giampaolo io ne parlo bene perché lo conosco da tantissimo tempo, ma lo conosciamo anche noi della Roma. Mi ricordo che prima di un Lione-Roma andammo a giocare ad Ascoli e prendemmo una sveglia, e già lì la squadra evidenziava le qualità di questo allenatore, perché per vincere quella Roma lì e come ci vinsero loro con il gioco e con la palla in terra... Quello fu il primo messaggio forte su quelle che erano le doti di quell'allenatore. Poi io l'ho sempre seguito perché lo conosco e perché l'ho visto lavorare, come a Empoli. Ha plasmato la Sampdoria, ha dato continuità al bel gioco dell'Empoli dopo Sarri, ha la stima dei calciatori che parlano di lui dopo che ci sono stati insieme nello spogliatoio. Se si va a parlare con quelli che poi ricevono le notizie e le indicazioni ti raccontano che tipo di indicazioni gli vengono date, i calciatori di lui ne parlano tutti bene. La Sampdoria è un’insidia. Ora noi siamo riusciti a vincere 2 partite ma con grande difficoltà in entrambi i casi, siamo stati in difficoltà sia in campionato che in coppa. Poi abbiamo più qualità, siamo riusciti a metterla in pratica, abbiamo sfruttato delle situazioni, abbiamo calciatori più forti sotto l'aspetto del ko: abbiamo sfruttato il fattore Roma, il fattore della qualità della Roma. Però se vai a vedere la lettura della linea difensiva sulla palla ci trovi delle qualità di modo di lavorare e dell’organizzazione di squadra sono impressionanti, che bisogna stare tanto tempo sul campo, bisogna sapere come proporle, bisogna naturalmente far sapere ai calciatori che cosa sono i tempi delle giocate e metterli in pratica. Il tre quarti che si butta sempre dietro la punta che viene incontro in taglio verso la bandierina è una cosa che è un automatismom che poi se non viene assorbito bene dalla linea difensiva e lo segui con il centrocampista ti ammucchiano il centrocampo sulla linea difensiva, e invece va passato ed è un passaggio che poi va fatto bene, perché loro nella ripetitività delle loro esercitazioni lo riescono a fare in un attimo e a renderlo produttivo in un attimo. Per cui per noi è un momento particolare, perché non possiamo lasciare punti per strada. Dobbiamo tentare di vincere anche questa volta, ma abbiamo un avversario tosto davanti, a causa soprattutto di Giampaolo.

C’è un blocco di squadre abbastanza numeroso, tra cui la Sampdoria, che è praticamente al sicuro dalla zona retrocessione e difficilmente potrà ambire ad un posto in Europa. Sono queste le partite che faranno un po' da ago della bilancia in questo campionato?

Secondo me c’è un filo conduttore che deve essere uguale per tutti: la professionalità. Noi dobbiamo essere bravi a lavorare bene se si vuole avere un futuro importante. Non sono i discorsi, le amicizie, il 'io ti do, te mi dai'…è il lavorare in maniera seria e riuscire a costruire qualcosa di forte, tramite il lavoro e non dietro ai discorsi. I giocatori questo lo sanno. Si vive una volta sola, due non è possibile. Per cui per renderla una vita importante bisogna sfruttare tutti i momenti che capitano, e i momenti sono quello che possiedi, non sono il domani o quello che è accaduto, è quello che possiedi come si è detto più volte. Per cui per avere una vita carica di soddisfazioni e di felicità devi vivere intensamente il momento che vivi, e io penso che sia così anche per questi calciatori che poi probabilmente, per l'analisi che tu hai fatto, potrebbero permettersi di stare comodi dentro una partita e di dare meno di quello che possono dare. Questo non è il mio modo di ragionare, per cui penso che anche gli altri non facciano così. Penso che ricerchino sempre il massimo per dare poi una crescita costante, è il lavoro quotidiano che ti dà crescita a livello personale. Poi se te dici: "ma io piglio e monto su uno sgabello, sono cresciuto" ed è vero, ma non è la stessa cosa. Giocare con la mente sgombra gli può dare tranquillità, certo. Io l'avevo interpretata pensando che queste squadre possono dare quel taglio che vogliono alla partita e all'impegno, perché possono scegliere dove metterci tutto fino in fondo e dove abbassare un po', perché tanto ormai il loro campionato o quinti o sesti è lo stesso. Però c’è l’aspetto personalità che ho tentato di spiegare, non so se ci sono riuscito.

L’ultima volta con la difesa a 4 si è vista col Pescara ed è del 27 novembre. Da allora si è messo quasi sempre a 3 e i fatti hanno dato ragione a questo sistema di gioco. Lo considera un errore quello non essere arrivato prima alla difesa a 3?

Se poi i punti sono questi... Sono errori, ma se poi la somma di quello che sono stati gli errori vuol dire essere in una buona posizione come ora, sono cose che si possono accettare. E' chiaro che poi ci sono momenti in cui non hai quel calciatore a disposizione come ci è successo, dove ancora non sei a conoscenza di alcune cose. Ma la difesa a 4 è una cosa che si può tornare a fare, soprattutto con la rosa quasi tutta o tutta a disposizione. L’essenziale è che la squadra abbia un equilibrio. E' chiaro, se ti vuoi riferire a domani, che ora si va avanti così perché loro ora trovano anche soddisfazione in questo fatto di non prendere gol, sono dati importanti questi ultimi risultati dove la squadra ha concesso pochissimo e fa tirare poco in porta. Ho tentato di spiegarlo anche ai difensori stessi che loro devono trovare soddisfazione in questo comportamento qui e in questi numeri qui, in questa ricerca. Per esempio nell’ultimo gol di Dzeko la palla gliel’ha data Ruediger, che è una bella palla perché è una palla tagliata, un passante che va verso il secondo palo e la palla esce fuori sul secondo palo. Ha messo questo bel passante che Dzeko ha sfruttato, è andato dietro al difensore. Nessuno ha dato grandissimo rilievo al fatto che Ruediger ha fatto un assist importante. Se lo avesse fatto un altro calciatore… Volevo dirgli che per loro la soluzione è quella di non far fare gol agli avversari, che questo numero che a volte nelle statistiche non piace molto che è lo zero in questo caso qui è la soluzione a tutto, di non far fare gol agli avversari perché non gli viene riconosciuto tanto. Ora si parla tanto della difesa della Roma perché non prende gol, non perché Ruediger ha fatto l’assist per il gol della vittoria, e loro si devono attaccare a questi numeri qui. Bisogna cercare di continuare a far così, perché siamo nelle condizioni, avendo 5 centrali fortissimi da un punto di vista fisico, di vista della velocità e della struttura, di creare sostanza ed equilibrio alla propria squadra, di creare problemi agli avversari a farci gol. E bisogna rafforzare quest’attenzione su questo lavoro che fanno i difensori, perché questo dev'essere il loro obbiettivo. Tra di loro devono pensare anche così: non abbiamo bisogno che nessuno ci aiuti, ci pensiamo da soli, questa è casa nostra e qui si pulisce noi la situazione, perché lo possono fare.

Paredes in queste ore è al centro di molte voci di mercato. Qual è la situazione? Secondo lei una sua cessione in questi ultimi 3 giorni di mercato è un’ipotesi concreta?

Proviamo a farlo più sintetico: se la domanda è se ho chiesto la cessione di Paredes, la risposta è no. Se poi c’è un’analisi delle dinamiche di mercato e delle volontà che possono essere del giocatore, queste vanno chieste o alla società o al giocatore. Io non ho chiesto la cessione di Paredes.

Ieri è arrivato Grenier. Alla luce del discorso che lei ha fatto nelle settimane scorse facendo la distinzione tra rinforzi e rimpiazzi, volevo sapere: lei come cataloga questo nuovo arrivo?

E’ un calciatore di cui avete scritto bene. Cioè, di lui avete detto tutto praticamente: è un calciatore che era stato seguito per sostituire Pirlo nel Milan, per dire. Ha avuto un momento di flessione nella sua carriera, ma secondo me un ambiente come Roma e una squadra come la Roma possono risistemare velocemente questa perdita di tempo che lui ha avuto e a questo contrattempo nello sviluppo delle sue qualità e nella sua carriera. E' chiaro che lui lo dobbiamo vedere poi in pratica e lo dobbiamo veder lavorare con i compagni, ma se è come diciamo noi si può fare un paragone anche con Fazio. Fazio è qualcosa di simile: non ha giocato gli ultimi 2 anni, poi è venuto qui, è entrato in punta di piedi, e poi siccome è bello grosso e ha anche forza, ha fatto un po' il prepotente, con gli avversari non con noi, e si è meritato tutte le attenzioni che ora gli stiamo dando. Queste sono tutte sue e sono tutte corrette. Per cui su questo calciatore noi nutriamo grande fiducia per il futuro e sono convinto che entrando qui poi in poche sedute di allenamento ritroverà quell’entusiasmo e quella qualità che lui ha a disposizione, e ci potrà dare una mano.

Si aspetta un ulteriore rinforzo dopo Grenier o si ritiene soddisfatto? La stagione della Roma si decide nel prossimo mese?

Faccio un discorso un po' più ampio: all'inizio del campionato noi sappiamo che il mercato di gennaio sarà di riparazione, ma non conosciamo in che dose o in che misura lo andremo a sfruttare o a farne uso. Nel nostro caso, dei nostri calciatori professionisti nessuno ha fallito, nella Roma non c’è niente da riparare. Questo fatto che si voglia dare attenzione a questo mercato… lo capisco da parte della stampa e di chi ci gira intorno, ma noi abbiamo fiducia nei nostri calciatori. Il nostro futuro dipende dai nostri calciatori. E secondo me sarà un futuro che ci potrà dare delle soddisfazioni. I miei calciatori li conosco bene: più fiducia gli diamo, più ci danno indietro. Sono loro che ci hanno portato a questo punto, a non dover riparare niente. Sono loro che ci fanno essere al tavolo dei più bravi di questo campionato. Noi siamo al tavolo dei più forti, giochiamo con loro, e il merito è di questi calciatori qui. Come già avevo detto in precedenza, a me sta bene rimanere così, non tocchiamo niente. Poi è chiaro che ci sono dinamiche e valutazioni. Mercato aperto cosa vuol dire? Vuol dire che molti calciatori della Roma possono avere mercato perché sono calciatori forti. Per cui dipenderà dalle valutazioni della società nel far tornare tutti i conti, perché è giusto fare così, e dipenderà dalle volontà dei calciatori. Poi, come ti è successo, viene una società e ti prende un calciatore e lui ci va volentieri e diventa tutto più difficile. Però noi non abbiamo niente da riparare, siamo a posto perché i nostri calciatori hanno fatto in pieno il loro dovere.

Come si fa a mettere insieme l’ossessione per la vittoria con l’esigenza di vendere anche a gennaio un ragazzo come Paredes?

Io penso che ci sia una qualità di struttura dietro ad una professionalità. Di calciatori ce ne sono tanti. Una qualità di poter sostituire. Tu non sei il non plus ultra, tu non sei l’unico, ci sono sempre dei confronti da fare nella vita con quelli che vogliono passarti davanti, con quelli che studiano giornalmente. È sempre la preparazione che fa la differenza quando ti devi confrontare con quelli che ti vogliono mettere dietro. Questo può succedere, ci sono esigenze di possibilità. Si parla spesso di stadio di proprietà perché la Juventus, avendo uno stadio di proprietà, ha dei ricavi importanti. Tutti si va a cercare di avere a disposizione anche quello lì per fare sempre una squadra più forte. Bisogna saper trovare le soluzioni quando ci sono società che hanno più possibilità. La soluzione non è andare a dire che ‘l’erba del vicino è sempre più verde’, perché io la devo annaffiare bene e diventa verde anche la mia. La prima cosa è sapere quali calciatori stanno crescendo, poter prevedere chi avrà un futuro importante, chi meno. Dover accettare che ti venga portato via uno e andarlo a sostituire. Bisogna essere pronti a tutto ciò che passa, a tutto ciò che fa parte di questi discorsi. Penso che la Roma stia lavorando bene. Hai l’obbligo di essere sempre competitivo, non è che puoi dire 'Ora facciamo due anni sotto-livello, intanto facciamo crescere questi 3 calciatori'. Qui non è permesso. Qualche volta, come è successo in precedenza, è stato lasciato partire anche qualche calciatore che poteva avere un buon futuro, però la Roma bene o male ha sempre fatto campionati di livello negli ultimi anni. E quello italiano è un campionato difficile. Si vede da altre società che hanno avuto delle difficoltà e per qualche stagione non sono state competitive per il nome o per il blasone di società che hanno. Si lavora in maniera professionale, in maniera più corretta possibile e si cerca di far crescere i calciatori. Voglio fare un complimento a "Il Corriere dello Sport" e a "Il Messaggero" per i titoli che hanno fatto su Dzeko. Si diceva all'inizio del campionato che bisogna andare a cercare altri calciatori o far sentire altri calciatori che possono essere un riferimento importante di questa squadra e di questo ambiente come Totti. E' quella la cosa, bisogna far crescere e saper apprezzare, dare fiducia ai calciatori che si hanno. Se poi uno vuole andare via o ci sono esigenze di mercato diverse, bisogna trovarne un altro e ridargli fiducia. Questa è una cosa che per quello che è il nostro mondo diventa una qualità importante. O sei l'assoluto, ma noi non siamo gli unici, ce ne sono altri fortissimi. Ci sono altre squadre: il Milan, l'Inter, il Napoli, la Juve naturalmente, è venuta fuori la Lazio, sta tornando la Fiorentina... devi essere competitivo. I soldi o le amicizie non sono le uniche soluzioni, sono le qualità che hai di essere pronto a confrontarti con tutte le insidi, di qualsiasi settore si parli.

Qual è la posizione su Paredes? La scorsa settimana ha detto "Se ci fosse una cessione di Manolas, mi farei sentire"...

No, non ho detto così. Eri un pochino distratto. Il discorso è: se la società mette i soldi sotto al materasso è un conto, se ha necessità di vendere per mettere a posto i conti del fair play finanziario, è un altro tipo di valutazione. Io lavoro volentieri con questa società e ci sono stato bene nel periodo che ci ho passato, li vedo fare bene le cose con impegno. Se noi siamo qui è perché il presidente ha messo dei soldi e ha portato a casa dei giocatori importanti. Io ho giocatori buoni e importanti, allo stesso tempo chi li ha scelti è stato bravo perché sono calciatori di livello. Siamo nelle condizioni di confrontarci con chiunque. Se però loro portassero i soldi a casa e hanno possibilità di reinvestirli, si rinvestono. Se un calciatore chiede di voler andar via in tutte le maniere diventa difficile tenerlo. Dipende chi lo chiede, da quelle che sono le esigenze, da quello che vuole un calciatore. Un calciatore che ci sta malvolentieri qui non ce lo voglio io. Si è parlato anche di Defrel: avendo la possibilità di scegliere, mi piace scegliere di dare più tempo a disposizione a quelli che ho. El Shaarawy ora è un po’ giù perché probabilmente non sente la fiducia addosso, ma io devo sempre fare una scelta di equilibri e via dicendo. Totti l’ho fatto giocare poco. La squadra sta funzionando e ora ritorna Salah. Mentre all’inizio, ovvero alcune partite fa, davamo via Iturbe e partiva Salah, allora ho detto: "Ci vuole un calciatore". Ma ci voleva subito per fare queste 4 o 5 partite.

Altre 2 partite e torna Salah...

Sì, può darsi anche che torni prima. Ora si vede un po'. Fai il gufo (ride, ndR). Ora telefoniamo all'allenatore, lo conosco anche!

Quindi Paredes ha manifestato una certa volontà di andare?

A me no. Dall'inizio dell'anno è stato scritto che io non avessi un rapporto con Paredes. Io con Paredes non ho mai avuto niente. Una volta sono andato lì, a volte si fa uscire un modo di rappresentare una cosa che non è la realtà a volte. Dipende da che taglio gli si dà. Litigo con Paredes e Paredes va via? No, io non ho mai litigato con Paredes. All'inizio dell'anno c'era stato qualche discorso che mi riguardava per quelli che erano i rapporti con Leo. Leo si è allenato bene, ha avuto qualche problemino. Io qualche volta gli ho preferito De Rossi, perché quello è il suo ruolo. Lui è il giocatore perfetto per giocare play davanti alla difesa, ha questo piede che ti mette a casa tua, ti fa star comodo dentro la situazione, dentro il tuo ruolo perché lui arriva da tutte le parti da lì. È un giocatore forte, un giocatore che diventerà fortissimo in futuro secondo me. Però poi la squadra ha funzionato, sia quando ha giocato lui che quando non ha giocato, ha degli equilibri e via dicendo. Non ha giocato con grande continuità, ma è quello che ha fatto una crescita naturale venendo dall'Empoli, che ha fatto una strada maestra per arrivare all'obiettivo dell'evidenziare il calciatore che è e le qualità che ha. Ora lo useremo in questo periodo difficile, abbiamo da giocare tante partite, ci vuole il numero adeguato dei calciatori. Lì lui ha la possibilità effettivamente di giocare con un po' di continuità. Ha avuto questo infortunio alla caviglia che gli si è protratto di molto che non l'ha fatto allenare. Non allenandosi non è che guarisci e rientri subito in condizione. Ha una struttura fisica anche abbastanza imponente.

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C’è anche El Shaarawy tra gli scontenti?

No. Io penso che ci siano degli equilibri in cui fa parte anche il carattere dei calciatori. El Shaarawy non è scontento. Caratterialmente probabilmente è fatto così. E' andato via dal Milan ed è andato a giocare all'estero. L’anno scorso ha giocato con più continuità ed è stato fortissimo. Quest’anno ha giocato con meno continuità ed è stato fortissimo lo stesso, però probabilmente, quando poi lo chiami a far parte della squadra partendo dalla panchina, non riesce a dare quello che dava, e questa è una cosa che deve mettere a posto. Se io vado a prendere un altro calciatore e lo metto ancora più in competizione con un altro rischio di fare ancora più confusione, di non dare la possibilità a quello che prendo di sfruttare il meglio di se stesso e di non dare la possibilità a quello che abbiamo. Il numero che abbiamo ora è corretto, avendo recuperato qualche infortunato. Sono loro che ci hanno portato qua, il futuro nostro sono loro, non andiamo a cercare niente. Abbiamo dei giocatori forti, facciamogli sentire più fiducia, non mettiamoli sempre più in competizione. Se prendo un altro giocatore lì va a competere con questi qui. Se faccio giocare lui tolgo minutaggio a questi altri, invece a Totti e a El Shaarawy voglio dare più minutaggio, poi a Salah quando ritorna. Edin per noi è fondamentale. Quando ritorna Salah, se vuoi giocare alla stessa maniera mettiamo dentro El Shaarawy, avanza Perotti, avanza Salah e avanza Totti. Poi che faccio? Per farli giocare tutti mi ci vuole un’altra partita. Tu li puoi cambiare tutti questi qui avendoli a disposizione. Potendo scegliere, voglio scegliere di far sentire ancora più fiducia a quelli che ci hanno portato fino a questo punto, e mi fa piacere farglielo sapere. A quelli che ci hanno fatto sedere a questo tavolo qui.

Kessie? E' un nome che le piacerebbe per il futuro del centrocampo?

Dalle mie parti si dice ‘di molto’.