Tra gli italiani e il calcio, si sa, è vero e proprio amore. Ma quando ci sono di mezzo emozioni "forti" non bisogna mai dimenticarsi del cuore vero e proprio: anche perchè ben 11 milioni di tifosi hanno più di 45 anni, e sono a rischio cardiovascolare senza saperlo.
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Salute: 11 milioni di tifosi rischiano infarto per emozioni del calcio
Tra gli italiani e il calcio, si sa, è vero e proprio amore. Ma quando ci sono di mezzo emozioni “forti” non bisogna mai dimenticarsi del cuore vero e proprio: anche perchè ben 11 milioni di tifosi hanno più di 45 anni, e sono a...
Parte da qui la campagna 'Tifa per il tuo cuore", voluta dall'Associazione lotta a trombosi e malattie cardiovascolari (Alt) insieme alla Lega Serie A e a Bayer. Durante i Mondiali 2006 in Germania, uno studio scientifico dimostrò che ogni volta che giocava la nazionale tedesca aumentavano gli accessi al pronto soccorso da parte dei suoi tifosi, proprio a causa dello stress legato alla partita.
Ed è per questo che gli esperti italiani hanno deciso di scendere letteralmente in campo, per portare la prevenzione negli stadi italiani. «La nostra campagna sociale - dice Lidia Rota Vender, presidente Alt e responsabile del Centro trombosi dell'Humanitas di Milano - coinvolgerà tutte le squadre di serie A durante la terza giornata di campionato, quella del 17-18 settembre. Vogliamo sensibilizzare i tifosi italiani con più di 40-45 anni con la distribuzione di volantini informativi negli stadi e con la divulgazione sulle principali testate, sportive e non».
Accanto a questo sono stati predisposti il sito internet www.tifaperiltuocuore.it, che conterrà tutti i materiali e gli approfondimenti, e un questionario per i tifosi in grado di misurare i fattori di rischio, «ma soprattutto - aggiunge Rota Vender - che servirà a monitorare successivamente i progressi nell'adozione di misure di controllo del rischio stesso».
La Lega Serie A, da parte sua, esporrà in tutti gli stadi uno striscione della campagna, e diffonderà un messaggio audio primo del fischio d'inizio in ogni campo. «Pochi sanno - continuano gli esperti - che le malattie cardiovascolari da trombosi, come infarti e ictus, possono essere prevenute in un caso su tre: piccole abitudini costanti di vita sono il primo reale contributo per salvare il proprio stato di salute. E allora stop al fumo e alla vita sedentaria, via allo sport e a una sana alimentazione. La prevenzione è fondamentale, e permette di salvare ogni anno ben 200 mila persone».
Gli italiani però, anche se vivono in un luogo benedetto dalla dieta mediterranea, non possono abbassare la guardia nemmeno un attimo: «Dopo alcuni studi osservazionali sulla popolazione - prosegue la presidente Alt - abbiamo notato come ci sia un allineamento del rischio cardiovascolare tra gli italiani e il resto dei Paesi occidentali; forse stiamo perdendo il vantaggio della dieta mediterranea». Nonostante l'infarto e l'ictus siano immaginate da tutti come malattie soprattutto maschili, non bisogna però dimenticare che ne vengono colpite anche le donne: la controparte femminile, che sia tifosa o no, «non può essere assolutamente trascurata nella prevenzione del rischio. Magari frequentano meno lo stadio dei loro compagni, mariti e amici - conclude Rota Vender - ma devono comunque seguire le stesse regole e comportamenti per ridurre i fattori di rischio». (ANSA)
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