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Salih Uçan: “Garcia buon allenatore. Voglio restare a Roma” – VIDEO

Il centrocampista turco ha aggiunto: "Il mio obiettivo è continuare a giocare qui. Dopo Roma-Palermo, Baldissoni è venuto da me per congratularsi per la mia prestazione. Il derby della Capitale? In Turchia non c'è niente di simile"

Marco Cantagalli

(di Marco Cantagalli) Come in ogni finestra di mercato, da quando c'è Walter Sabatini nel ruolo di direttore sportivo, alla Roma si registra un vero e proprio via-vai di giocatori. Cessioni, acquisti, prestiti. Anche quest'estate è prevista un'altra girandola piena di colpi di scena in casa giallorossa. La stagione non si è chiusa come si immaginava. I tanti giovani talenti non hanno avuto uno spazio sufficiente per mettersi in mostra e proprio per questo potrebbero andare a farsi le ossa lontano dalla Capitale. L'unico che nonostante tutto potrebbe restare a Roma è Salih Uçan. Il talento classe '94 ha rilasciato un'intervista alla stampa turca parlando del suo passato, presente e futuro. Ecco le sue dichiarazioni integrali a Dha e SporxTv:

Che stagione hai vissuto?

Ad inizio stagione abbiamo vinto tutte le partite, il livello degli allenamenti era alto e tutti i giocatori avevano un bella condizione fisica. Sono stato fuori per il periodo più lungo della mia carriera a causa dei miei due infortuni. Uno è stato alla schiena, e l’altro all’inguine. In passato non avevo mai avuto infortuni muscolari, li ho patiti qui. Quando ho parlato ai miei amici dell’entità dell’infortunio, mi hanno rincuorato dicendomi che fosse una cosa normale e che mi dovevo semplicemente abituare ai nuovi ritmi degli allenamenti. Non sono riuscito ad allenarmi per 47-48 giorni, un periodo incredibilmente lungo. In quella fase la squadra è stata eliminata dalla Champions League, poi abbiamo giocato la Coppa Italia e l’Europa League ma non ho trovato spazio in nessuna delle due competizioni.

Come ti senti dopo Roma-Palermo?

Sono molto stanco dopo la partita contro il Palermo. Dopo circa 80 minuti ho iniziato a sentire i crampi. L’organismo non reggeva la fatica perchè non ho mai giocato così tanto in questa stagione. 

Sei soddisfatto della tua prima stagione in maglia giallorossa?

E’ un problema quando uno ha troppe cose per la testa. Il mio obiettivo era giocare 15 partite, ma ho visto che era dura avere le stesse motivazioni mentre sono stato in infermeria per 45 giorni. I miei stimoli sono venuti meno per un po’, ma mi sono auto-convinto dicendomi che se non avessi ritrovato le motivazioni, avrei fatto le valigie. So di avere delle qualità, ma per crescere ho bisogno di giocare.

Che differenze ci sono con il calcio turco?

Il linguaggio del calcio è sempre lo stesso, in Italia e in Turchia. Non posso dire che qui sia diverso, ma ammetto che il ritmo in Serie A sia più elevato.

Ti senti migliorato rispetto allo scorso anno?

Contro i rosanero anche il mio agente, Omer Uzun, ha guardato la partita dalla tribuna. E mi ha detto che sono migliorato in fase difensiva. In effetti, lo penso anch’io. Sono migliorato nel posizionamento e nella corsa. Ma non posso dire che ho finito la mia crescita, ancora c’è da imparare. 

Qual'è adesso il tuo principale obiettivo?

Sono sulla strada giusta: il mio scopo era quello di arrivare nella prima squadra del Bucaspor quando giocavo a Marmarispor. Ho passato due anni nelle giovanili e sono entrato in prima squadra. Poi ho avuto l’obiettivo di giocare nel campionato turco, e infine sono arrivato al Fenerbahce. Ma lì c’erano Christian, Alex e Mehmet Topal. Non c’era spazio per me. Lo ripeto, ho giocato solo 10-15 partite, ma sono state sempre buone prestazioni da parte mia. A quel punto ho preso di mira la convocazione in nazionale, e alla fine è arrivata anche la convocazione. Adesso sono passato alla Roma, per me è come ricominciare. Ora il mio obiettivo è quello di continuare qui. 

Che rapporto hai con i tuoi compagni di squadra?

Capita di essere spesso con la squadra, si mangia tutti insieme. Ho legato molto con Skorupski e Ljajic, peraltro siamo tutti e tre single. 

Cosa pensi dei direttori sportivi?

Non posso commentare l’operato del direttore sportivo del Fenerbahce (Giuliano Terraneo, ndg), ma il nostro ds si chiama Walter Sabatini. Ed è meglio aver fiducia nel loro lavoro, perchè si occupano di tutto, dagli acquisti alle cessioni, passando per i prestiti.

Garcia?

Rudi ha una buona comunicazione con i giocatori. Lui solitamente è una persona allegra, ma è duro quando le cose non vanno bene. A volte, quando arriva quel momento, comincia il discorso in maniera molto severa, ma poi scherza e conclude con una risata. Quando ci dice ’divertiamoci oggi in allenamento’, poi noi ci alleniamo meglio. Ad esempio, a volte la squadra è stanca dopo un match difficile e ci basta svolgere un allenamento divertente il giorno dopo per recuperare bene. Penso che il tecnico francese sia un buon allenatore. I giocatori capiscono la psicologia. 

Come mai non siete riusciti a lottare per il titolo?

Quando non potevo giocare osservavo. Abbiamo avuto un sacco di infortuni, oltre al fatto che Gervinho e Keita sono partiti per la Coppa d’Africa e naturalmente sono tornati stanchi. Ci sono state varie gare in cui sono scesi in campo giocatori adattati in determinati ruoli e non siamo riusciti a restare attaccati alla Juventus a causa di diversi pareggi consecutivi. Dopo la pausa natalizia eravamo ad un punto dalla Juve, poi i bianconeri sono scappati via. 

Raccontaci qualche aneddoto dello spogliatoio...

Francesco Totti è una persona molto umana ed è uno di poche parole. Daniele De Rossi, invece, è uno che parla di più ai giovani. Anche Morgan De Sanctis è uno attivo, infatti spesso organizza delle cene per riunire il gruppo. Totti è solo un po’ più tranquillo rispetto ad altri. De Rossi e De Sanctis sono come fratelli maggiori.

Il derby a Roma?

E’ stato bello giocare i derby contro il Galatasaray, ma naturalmente ora vorrei giocarli anche qui. Tutti gli appassionati di calcio dovrebbero venire a vederlo. A Roma condividiamo lo stadio con la Lazio, e nell’ultimo derby Mapou ed Iturbe hanno segnato e si sono messi a correre verso la curva. E’ stata una sensazione bellissima vedere e sentire i tifosi felici. Non c’è nulla di simile in Turchia. 

In Turchia ti rimpiangono, cosa vuoi dire ai tuoi fan?

Mi sono trovato bene al Fenerbahce, potrei dire che è la mia seconda casa. Ma adesso ho il mio obiettivo: voglio continuare a giocare nella Roma.

Emre?

Per me l’ex-nerazzurro è come un fratello maggiore. Quando ero alle prese col trasferimento alla Roma mi ha parlato faccia a faccia. Gli chiedevo ‘cosa dovrei fare?’. E lui mi diceva di non preoccuparmi, mi ha parlato del suo approdo all’Inter. Mi ha detto che, essendo in Italia soltanto da un anno, ho raggiunto un buon livello di italiano. Mi ha sempre detto ‘prima impari la lingua, prima riesci ad ambientarti, poi potrai focalizzarti sulle prestazioni’. 

Raccontaci cosa ti ha detto il direttore generale della Roma dopo l'ultima partita allo stadio Olimpico?

Dopo il triplice fischio nell’ultimo match di campionato, Baldissoni è venuto da me e si è congratulato. Mi ha detto ‘Ben fatto. Hai giocato una buona partita, il ritmo non era il massimo, non si è giocato troppo, ma è andata bene per te.’ 

Chi del campionato turco sarebbe pronto a sbarcare in Serie A?

In realtà molti giocatori. Però mi vengono subito in mente Mehmet Topal, Caner Erkin e Selçuk ?nan.