Nonostante i soli 23 anni, Mohamed Salah si è già costruito un’importante carriera in Europa, che lo ha portato a giocare prima nel Basilea, poi nel Chelsea e infine in Italia con le maglie di Fiorentina e Roma. L’attaccante giallorosso, intervistato dall’emittente egiziana MBC, ha confessato la difficoltà nel raggiungere il suo obiettivo, quello di giocare per grandi club europei, di come una telefonata di Mourinho lo convinse ad accettare il Chelsea e non il Liverpool, e della sua esperienza con la maglia della Roma.
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Salah: “Mi trovo molto bene nella Roma e con i miei compagni. Do sempre tutto me stesso per migliorare”
L’attaccante egiziano si racconta in un’intervista a una televisione egiziana: “Come Ronaldo anche io devo sempre lavorare sul mio corpo e migliorarlo, solo così posso tenere alto il mio standard e dare tutto me stesso in ogni partita”
Traduzione a cura di Forzaroma.info
Prima di andare dal Basilea al Chelsea, stava per chiudere l’accordo con il Liverpool. Ci racconta come è andata?
Il Liverpool mi aveva voluto per un certo numero di mesi. Avevano aperto i colloqui nell’ottobre del 2013. I negoziati sono durati a lungo, anche perché il Basilea aveva rifiutato più di un’offerta che consideravano bassa per il mio valore reale. Io stavo aspettando di andare al Liverpool, ci volevo andare perché era un club che mi piaceva molto. Ero davvero ansiosi di unirmi a loro. Ma poi ho ricevuto una telefonata direttamente da Josè Mourinho e lì è cambiato tutto. Mi ha spiegato la situazione, che ero un buon giocatore e che il Chelsea aveva bisogno di me. Questo è stato uno dei principali motivi per cui non sono andato al Liverpool e ho scelto il Chelsea. La mia esperienza in Inghilterra mi è servita molto, a Londra mi sono formato dal punto di vista del carattere e sono cresciuto molto a livello sportivo.
La tua rete più bella?
L’ho segnata quando ero in Egitto, nell’Al-Mokawloon. Era una partita contro l’Al Ittihad, il 5 gennaio del 2012 e feci un bel gol, anche se poi quella partita la perdemmo per 2 a 1. Fu una delle reti più belle stilisticamente, ma non una delle più importanti. Poi tre mesi dopo scelsi di andare al Basilea, fu una delle decisioni più importanti della mia vita. È stata la scelta migliore che potessi prendere, perché è stata la mia porta per entrare nel calcio europeo, quello più importante. In Svizzera si gioca un calcio diverso da quello inglese e italiano, un gioco meno difficile. in Inghilterra il calcio è più duro, poi ci sono alcuno campi dove difficilmente una squadra può andare a vincere, mentre in Italia c’è molta tattica e questo fa sì che ogni squadra può andare a giocarsela ovunque.
Hai segnato a ottobre anche un bel gol contro la tua ex squadra, la Fiorentina. Li avrai fatti arrabbiare…
Si è stato un bel gol, ma i tifosi della Fiorentina erano già arrabbiati con me prima della rete perché ero passato ad agosto alla Roma. Qui in giallorosso sto bene, mi sento a mio agio con i compagni e mi piace la città.
Uno studio ha rilevato che tu sei più veloce di Cristiano Ronaldo…
Per questo devo ringraziare Dio. È un Suo dono se corro velocemente. Come Ronaldo anche io devo sempre lavorare sul mio corpo e migliorarlo, solo così posso tenere alto il mio standard e dare sempre me stesso in ogni partita. Quando sono in campo non mi concentro molto sul mio avversario ma su quello che posso dare io, ma poi sono sempre pronto a riguardare la partita per analizzare i miei movimenti e comprenderne i difetti.
Un messaggio ai giovani egiziani?
Da piccolo ho iniziato a giocare nella squadra della città vicino alla mia, Tanta. Poi mi prese Al-Mokawloon quando ero ancora un ragazzo e ho dovuto fare molti sacrifici, il primo farmi quattro ore di viaggio da Basion, la mia città, a Il Cairo per potermi allenare con il resto dei miei compagni. Ovviamente questo ha comportato uno scarso impegno negli studi e la mia famiglia non era d’accordo su questo, ma io scelsi di dare tutto me stesso per proseguire il mio sogno e la mia carriera. E alla fine ce l’ho fatta, sono diventato un calciatore che gioca in Europa. Anche mio fratello era un calciatore, ma mia madre lo costrinse a non intraprendere la mia stessa avventura, in accordo con mio padre. Ai giovani posso dare un consiglio di vita: seguite i vostri sogni e cercate di realizzarli.
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