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Sabatini: “Pastore l’uomo dei sogni. È tornato a giocare un brandello del suo calcio”

L'attuale coordinatore tecnico del Bologna aggiunge: "La proprietà italiana è più coinvolta e responsabile. Quella straniera partecipa di meno e non vive la passione allo stesso modo"

Redazione

L'ex direttore sportivo giallorosso, WalterSabatini, torna a parlare della Roma e di JavierPastore al Social Football Summit: "Quando ho visto Pastore pensavo fosse uno scherzo. Non credevo che a vent'anni si potesse giocare in quel modo. Quando l’ho portato al Palermo sembrava di essere in una fiaba. La prima volta che ha giocato ho visto Zamparini piangere per la commozione. Quando è venuto a Roma mi sono rammaricato delle prime partite che ha fatto, senza ritmo. Ora sta rigiocando un brandello del suo calcio. Era l’uomo dei sogni. Kolarov non lo conosceva nessuno, è arrivato alla Lazio e si è imposto subito." sulla questione stadio, l'ex ds dell'Inter dice: "Ma per quale motivo a Frosinone riescono a fare uno stadio un anno e non si riesce a farlo a Roma che è una città da tre milioni e mezzo di abitanti? Gli stadi servono, serve coesione tra politica e sport. È sempre una lotta di potere che rimanda indietro l'orologio. Io sono un ottimista." L'attuale coordinatore tecnico del Bologna parla poi delle proprietà delle società di calcioitaliane e straniere: "La proprietà italiana vive nel tessuto sociale, si sente più coinvolta e responsabile. Quella straniera accusa di meno le situazioni negative. Quando sei a 12mila chilometri metabolizzi una sconfitta in maniera diversa. C'è meno partecipazione e passione. Non da parte di Saputo, che è profondamente legato all'Italia e alle radici di suo padre ottantenne, che è nato a Montelepre".