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Sabatini: “Ieri ho visto barlumi di una bella Roma. Riusciremo a tornare una squadra forte perchè lo siamo. Ci manca la zampata vincente”

All'indomani del pareggio casalingo contro il Feyenoord, prende la parola il DS giallorosso "La Roma non declina nessun impegno. C'è ancora tempo per rimediare. Dobbiamo ritrovare l'armonia tecnico tattica"

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Ecco le parole del DS Walter Sabatini ai microfoni di Roma Radio.

Le faccio la domanda molto semplice, la domanda dei tifosi della Roma: che cosa succede a questa squadra che sembra in qualche modo smarrita? Il tifoso della Roma non ritrova più la Roma che ha imparato ad amare in questi mesi

Fortunatamente mentre parlo con te scorrono le immagini di alcune cose della Roma di ieri sera, di alcune giocate che sono state fatte. Devo dire che in quelle giocate rivedo barlumi di Roma bellissima, come l’azione che si è sviluppata con Totti e Verde, il cross per Gervinho, la palla gol di Torosidis dopo una combinazione con Verde per Gervinho che ha trasformato. Mi fa piacere perché è un caso, però vedo che la Roma potrebbe ancora recuperare, e certamente lo farà, le sue giocate, le sue trame di gioco offensivo, i suoi meccanismi complessivi. Lo farà perché i ragazzi sono votati a quest’idea, e con loro l'allenatore. Dobbiamo avere sicuramente fiducia, abbiamo un gruppo di giocatori forti checché se ne dica, perché stamattina o magari anche 3 giorni fa le opinioni circa il valore intrinseco dei nostri calciatori stanno cambiando, ma è sconsigliabile. Questi sono giocatori molto forti, lo dimostreranno da qui alla fine centrando gli obiettivi che ci siamo prefissi. Poi però è innegabile che la squadra in questo momento vive una sorta di frustrazione tecnica perché le cose non ci riescono, non ci riescono tutte. Non riusciamo a vincere, ma vi segnalo che non perdiamo neanche, quindi la differenza direi che è minimale tra poter essere una cosa e un'altra.

Minimale. In realtà è proprio questa la cosa che aumenta la frustrazione direttore. Sembra sempre che manca sempre quel piccolo passo, quel passettino, quel metro in più. Cosa serve a questa squadra per ritrovare la forza fare quel metro in più? Per trovare quel quid, quel guizzo, per fare la differenza?

Quando le squadre vanno in difficoltà trovare le cause reali o le cause supposte è sempre molto difficile. Qualche giorno fa sono stato nello spogliatoio, devo dire che l'attenzione, il modo di guardarsi dei calciatori era quello di sempre, cioè di una squadra che sa quello che deve fare e come vorrà farlo. Il problema è che in questo momento c’è una sorte di inibizione da parte di alcuni, una condizione magari di forma precaria che non ci consentono di maramaldeggiare in campo. Facciamo fatica, però le partite le teniamo sempre, non abbiamo mai rotto gli argini, mai sbracato, quindi da lì a riprendere a vincere il passo sarà breve. L’allenatore è lo stesso grande allenatore dell'anno scorso, le proposte sono più o meno quelle, noi ci ritroveremo. Anche se devo ammettere che forse alcune scelte che io stesso ho fatto potrebbero essere oggi discutibili.

In termini del valore della scelta o della tempistica?

No, ad esempio dico questo. Questa squadra avrebbe avuto bisogno di un paio di zampate vincenti, perché vi ricordo che la differenza non è troppa, non è che noi dobbiamo recuperare risultati o passivi, non è che stiamo perdendo partite 2 o 3 a zero e quindi la crisi è praticamente irrisolvibile o si potrebbe risolvere cambiando squadra. Noi le partite le stiamo facendo, sarebbe bastato pochissimo. Una palla spinta dentro o un gol in più. Ho fatto delle scelte a gennaio delle quali mi assumo la responsabilità, che confermerei da un punto di vista tecnico. Abbiamo preso due calciatori, più Spolli, ma faccio riferimento in particolare ad Ibarbo e a Doumbia, che sono due calciatori in assoluto molto molto forti ed in futuro lo dimostreranno. Magari ho sbagliato i tempi e i modi per due motivi diversi. Ibarbo proveniente da un infortunio sulla via della guarigione, Seydou Doumbia da una sosta di campionato e dalla Coppa d’africa, forse avrei potuto fare scelte diverse che avrebbero portato a un'immediatezza di rendimento richiesta. Questa squadra con un po' di fortuna, parlo di fortuna tecnica, di una palla che va dentro piuttosto che fuori, saremmo ancora a parlare di un'altra squadra.

 Facciamo la lista della spesa. Abbiamo detto: E' colpa del direttore sportivo? Il ds dice che si prende le sue responsabilità in base anche alla tempistica di alcune scelte, fatto salvo che Ibarbo e Doumbia non hanno bisogno di avvocati difensori, sono giocatori che hanno dimostrato numeri importanti

Non hanno bisogno di avvocati e poi ci sarà il campo che esprimerà quello che è il loro reale valore per motivi diversi.Ma il direttore sportivo è qui per risolvere i problemi, non per crearli. Forse io a gennaio avrei potuto far scelte strategicamente diverse, non rinnego certo le scelte sul valore dei giocatori, anche se in questo momento Doumbia è vituperato da tutti, però sappiamo qual è la sua storia, sappiamo anche quale sarà il suo presente. Il Doumbia di ieri sera che fa 20 minuti se fosse stato il Doumbia di 40 giorni fa o il Doumbia che sarà tra 20 giorni probabilmente avrebbe fatto 2 gol, ma la storia di una società non si fa nell'ultima partita che giochi ma in tutte quelle che dovrai giocare, quindi abbiamo tutto il tempo ancora.

Prendendo a simbolo dello scontento Pjanic, che oggi è un po' il nome che viene additato dai tifosi come il giocatore che non sta rendendo quello che ci si aspetta da un giocatore dotato come lui. Quanto è difficile per un ds vedere i propri giocatori sulla graticola a turno?

È molto difficile, ma penso lo sia anche per i tifosi che non vorrebbero costruire questo tipo di pensiero, soprattutto su alcuni giocatori. La partita di Pjanic ieri, che non ha trovato la giocata vincente, e noi siamo abituati a vederlo risolvere problemi o con una linea di passaggio o con un calcio di punizione o comunque con un'invenzione tecnica, però da un punto di vista del sacrificio e della corsa è stata encomiabile. Quando lui mette questo tipo di qualità in più, che è una qualità non sua peculiare, non sua intrinseca, e poi ritroverà le sue giocate, ritroveremo un centrocampista di livello internazionale. Noi dobbiamo averci fede, anche i calciatori ce la devono avere, in questo momento devono metterci forse qualcosina di più, ma non saprei neanche dire che cosa. Io li vedo allenarsi, li vedo arrivare al campo due ore prima, so perfettamente quello che vogliono ottenere in questa città e con questo club. Ci ritroveremo.

Cosa risponde a chi addita la preparazione atletica sbagliata come la maggior parte del motivo per cui la Roma non rende al top? Si dice che se le gambe non girano anche la testa va in difficoltà, la squadra si intimidisce, invece di andare in avanti va indietro e via dicendo tutte le altre problematiche

A volte ci sono dei risultati come una vittoria o una situazione favorevole che ti fa correre e sentirti leggero, a volte i risultati non eccezionali o non positivi ti appesantiscono e ti fanno correre male. Quello dell'allenamento lo direbbe qualsiasi esperto, qualsiasi docente di preparazione: non esiste una preparazione che possa dare un risultato scontato. La condizione della squadra è sufficiente, ci manca forse un po’ di sprint, qualche accelerazione, ma la troveremo nel tempo. Non ci sono colpevoli in questo momento, ci sono situazioni da analizzare, da risolvere possibilmente qualche complicazione che via via abbiamo dovuto subire. La Roma non declina nessun impegno e arriverà fino in fondo centrando i suoi obiettivi.

Quando si parla di concause, quando ci sono delle situazioni così generalizzate, se dovesse migliorare una cosa, qual è?

Vorrei che la squadra ritrovasse quella sorta di armonia tecnico-tattica che ci faceva essere una squadra raccontata da tutto. Lo dico per orgoglio mio professionale ma anche per l'orgoglio dei tifosi. C'è stato un momento, che è durato a lungo, e per questo io segnali ai nostri sportivi che la Roma non si è accesa per una settimana, la Roma si è accesa per un anno e mezzo. E per un anno e mezzo è stata raccontata dagli esperti, dai tifosi, perché giocava un calcio sublime. Prima introducendo il mio discorso e rivedendo alcune cose ho visto sviluppare trame sublimi ieri sera, certo, in un contesto di una partita soffertissima, contro una squadra forte e organizzata, ma dobbiamo giocare la partita del ritorno. Se c'è un desiderio forte, e ce ho per me stesso e per tutti noi romanisti, è ritrovare quella leggerezza nel gioco.

Soprattutto all’Olimpico che sembra diventato un nemico quando è sempre stato il più grande alleato… Forse questo acuisce anche un po' il rammarico da parte dei tifosi

Il calcio produce miracoli e miracoli all'incontrario. Sembra che noi l'ostilità la troviamo nel nostro campo che è stata la nostra forza, ma torneremo a celebrare le partite insieme alla nostra gente.

Oggi è il compleanno di Rudi Garcia, compie 51 anni. Vuole fare un regalo in particolare oggi al nostro mister che non sta attraversando il momento migliore?

Il nostro mister è un giovanotto, 51 anni non mi sembrano tanti. Gli auguro di ritrovare la leggerezza determinata dai risultati e dal giocori. Lo farà, succederà perché lui è un lavoratore indefesso, crede in questa squadra, crede nei suoi giocatori e riuscirà a tirarsi fuori sicuramente.