Walter Sabatini, ex direttore della Roma, ha presentato oggi il suo nuovo libro “Il mio calcio furioso e solitario”. L’evento si è svolto presso il prestigioso salone del Circolo canottieri Aniene. Presenti, tra gli altri, Edoardo Bove, Diego Perotti, Mauro Baldissoni ex direttore generale giallorosso, e Daniele De Rossi che ha preso le parole ricordando alcuni aneddoti vissuti insieme all'interno di Trigoria: "Avrei potuto scrivere un libro più lungo del suo su di lui. L'unica cosa che non ho mai fatto con lui è entrare nel suo studio che era come l'area fumatori dell'aeroporto. Ci facevamo passeggiate all'aperto e parlavamo". Queste le prime parole dell'ex numero 16 e capitano giallorosso che poi prosegue: "La fiducia è nata man mano che passavano i giorni, le sconfitte. Era uno scoglio al quale aggrapparsi quando le cose non andavano bene. Le persone di valore le devi cercare quando le cose non vanno bene. Era un piacere parlare di calcio con lui, ogni volta mi insegnava qualcosa sul calcio. Anche se è durata poco e finita male l'esperienza a Ferrara mi è piaciuta tantissimo. Sabatini parla di calcio come me e abbiamo valori simili". Sabatini ha invece commentato: "Daniele è un mio figlio più grande. Sarà il mio prossimo allenatore, purtroppo mi coglie in un momento nefasto della mia carriera. Lui è un allenatore". Poi sull'esperienza di De Rossi alla Spal ha concluso: "Solo io ho colto il lavoro che ha fatto a Ferrara, la sua squadra era riconoscibile. Non può non fare l'allenatore, auspicabilmente con me"..
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Sabatini: “Ho amato tutti i miei calciatori. De Rossi il mio prossimo allenatore”
L'ex d.s. giallorosso ha riunito alcuni personaggi del mondo Roma e non solo tra passato e presente
Perché hai scritto questo libro? "Perché uno prende gli appunti di una vita per raccontarli. Il libro si è autogenerato. Ero veramente incazzato dalla mia situazione quindi ho deciso di rimettermi al centro con me stesso. Avevo perso la cognizione di chi ero. E’ un libro godibile, frammenti della mia vita. C’è il calcio in sottofondo perché il calcio è stato la mia vita. Dedico il libro a tutti quelli che non ho nominato. Sono stato tirato fuori dal campo da Liedholm senza poter essere sostituito. Liedholm ha preferito giocare in 10 piuttosto che con me in campo. Ho amato tutti i miei calciatori alla stessa maniera. Quando la gente li offende, sono disposto a giocarmi la vita".
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