Luca Rossettini, nuovo allenatore della Roma Femminile fino al 2027, nel corso della visita al museo dove sono esposte tute le magliette dei giocatori storici del club, ha ricordato Davide Astori. I due hanno condiviso l'esperienza al Cagliari e oggi si è espresso in merito alle emozioni vissute insieme. Dopo aver preso la divisa indossata dall'ex numero 23 giallorosso, il nuovo tecnico della Femminile ha dichiarato: "Questa maglia ce l'ho appesa in casa anche io, quella della Champions League. Me la regalò con la dedica, ho i brividi. Abbiamo giocato insieme due anni, poi è venuto alla Roma. È stato un amico e un compagno importantissimo, mi ha costretto ad alzare il livello giocado fianco a fianco. Avevamo caratteristiche diverse, lui un po' più portato al rischio, io più conservativo ci compensavamo bene. Era forte, stava in Nazionale. Io sono competitivo fin da bambino e non volevo essere da meno, cercavo di raggiungerlo e mantenere il gap più corto possibile. Tutto quello che è successo dopo mi ha cambiato la vita, la sua maglia è l'unica che ho girata dalla parte del nome e del numero. Lui era uno che aveva sempre il sorriso, anche nei periodi più difficili tendeva a sdrammatizzare e a sottolineare che era solo calcio. Io invece ero uno che somatizzava molto. Mi aiutava a ritornare con i piedi per terra e dare il giusto peso alle cose. La sua vicenda mi ha segnato, dal giorno dopo sono tornato a casa e ho guardato i miei figli e mia moglie in maniera diversa. Il momento in cui ce l'hanno comunicato ero al Genoa e giocavamo contro il Cagliari, la prima cosa che feci fu andare nello spogliatoio del Cagliari e ci siamo trovati a piangere insieme, fu un momento toccante".
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forzaroma news as roma Rossettini nel ricordo di Astori: “La sua vicenda mi ha segnato. Sorrideva sempre”
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Rossettini nel ricordo di Astori: “La sua vicenda mi ha segnato. Sorrideva sempre”
Le parole del tecnico: "Lui era uno che aveva sempre il sorriso, anche nei periodi più difficili tendeva a sdrammatizzare e a sottolineare che era solo calcio. Io invece ero uno che somatizzava molto"
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