Rossella Sensi, da presidente della Roma e da amministratore delegato di derby ne ha visti, con gioie e dolori. Uscita dalla società giallorossa, la passione per la Roma è rimasta sempre la stessa ed ora, senza alcun incarico istituzionale, Rossella è semplicemente una tifosa e come tale vive a proprio modo la settimana che porta alla stracittadina: "io già sto soffrendo, nervosa. I giorni precedenti li vivo con grandissima scaramanzia. Riesco a fare le stesse cose da anni. Diciamo che sono abitudini che la mia famiglia deve sopportare”.
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Rosella Sensi: “Nel derby la classifica conta poco, è una partita da vincere a tutti i costi”
L'ex Presidente della Roma parla della stracittadina, spiegando come da tifosa vive la settimana che porta al match di domenica prossima
“La tensione è la stessa, anche da presidente mi avvicinavo al derby da tifosa. – ammette la Sensi in un'intervista esclusiva ai microfoni del portale GianlucaDiMarzio.com - Ho sempre vissuto la settimana precedente in maniera particolare. Poi il giorno della partita è sacro. Vivo quella giornata con le mie attitudini e le mie scaramanzie. Anche prima, pur stando vicino alla squadra, non riuscivo ad attenuare questa attesa. Il derby l’ho sempre sofferto molto, forse troppo da tifosa e per questo non era mia abitudine andare allo stadio”. Scaramantica fino a un certo punto poiché nella stagione 2010-11, quando la Roma si stava giocando lo scudetto con l'Inter, l'ex Presidente andò allo stadio ed il risultato fu felice: “Quel giorno feci un’eccezione. Ci stavamo giocando il campionato e mi sembrava giusto in quel momento sostenere la squadra”. “Al primo tempo ero disperata, - continua la Sensi - vincevano loro. Poi fortunatamente nel secondo tempo segnammo due volte, ribaltando il risultato. È stata la mia ultima volta allo stadio”
Quali tra i tanti derby vinti sceglierebbe la Sensi? “Non so scegliere, perché non ce n’è uno in particolare. Forse quello del 5-1, o i tanti di Francesco, ma anche quello che ci regalò le dieci vittorie consecutive. Sono stati molti i derby che hanno deciso nella nostra gestione momenti particolari. Posso dire che ricordo con affetto quello del 3-3, quando mio padre si alzò in piedi gioendo in una maniera spontanea, come era nelle sue corde”
Il derby di domenica tornerà ad essere una gara di alta classifica:
"In queste partite però la classifica conta davvero poco. Il derby rimane un derby, una partita da vincere a tutti i costi”. Ci sarà però uno stadio semivuoto, con la Curva Sud che diserterà il match: “Sarà un derby triste. Mi ricordo sempre un film di Alberto Sordi in cui prendeva in giro i tifosi della Lazio. Questa partita va vissuta con la goliardia che lo rappresenta, con gli sfottò e ovviamente con i tifosi allo stadio. Altrimenti si perde totalmente il senso di un derby”.
Sul progetto stadio a Tor di Valle, che pensiero ha la Sensi?
"Spero davvero si realizzi il prima possibile. Perché uno stadio vuoto per i tifosi della Roma è no sense. Loro sono stati determinanti in tutti i nostri anni di gestione, ai fini anche delle vittorie. Non perché giocassero, ma perché i ragazzi erano certi che avrebbero sentito la loro presenza. Noi avevamo un progetto, che però rimase inatteso per le note vicende bancarie della nostra famiglia e non permise di svilupparlo in maniera adeguata. Fu presentato e appoggiato da tutte le istituzioni, poi però essendo in procinto di cedere la Roma ci fu impossibile portarlo avanti. Peccato, perché era un sogno di mio padre e del presidente Viola. Avremmo voluto dare alla Roma un impianto proprio, esaudendo i sogni di due grandi uomini”.
Luciano Spalletti allenò la Roma con la Sensi Presidente, con impresse le 11 vittorie consecutive e le imprese europee con il Lione ed il Real Madrid. Differenze tra quella squadra e la Roma attuale? "Lo saprò dire tra un po’ di tempo. Non mi voglio esprimere. L’ho già detto, sono scaramantica”
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