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Mourinho: “Abraham non mi preoccupa. Difesa a tre solo nell’emergenza”

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Lo Special One interviene alla vigilia della sfida di Conference League: "L'obiettivo è tornare a sviluppare la difesa a quattro. Da Zaniolo non mi aspetto nulla di speciale. Smalling titolare"

Redazione

Alla vigilia di Roma-Zorya, gara valida per i gironi di Conference League, José Mourinho parla alla stampa. Lo Special One ha recuperato Smalling, da qualche mese in infermeria, e probabilmente lo schiererà dal primo minuto nella partita di domani. Queste le sue parole:

Mourinho a Sky Sport

Queste tre squadre racchiuse in 2 punti vi obbligato a non concedere passi falsi. "Se vinciamo siamo aritmeticamente qualificati, se perdiamo siamo fuori, anche se non aritmeticamente. Dobbiamo giocare con questo senso di partita decisiva. Abbiamo fatto un punto in due partite col Bodo. Siamo in una situazione ancora di vantaggio con lo Zorya, perché siamo davanti e la partita è a Roma. Dobbiamo giocare con questo senso di responsabilità e anche di pressione, che a me piace. Non sono preoccupato che i giocatori siano rilassati, non si può esserlo quando si gioca una partita decisiva. Anche se la gente pensa che la Roma sia superiore, domani si decide tutto e dobbiamo vincere".

Si sta battendo per costruire una mentalità vincente. Che posto occupa in questo senso l'immagine del gruppo che festeggia insieme dopo la vittoria di Genova, compreso chi non ha giocato come Zaniolo? "Fa piacere, significa che il gruppo è unito. Ne abbiamo parlato nel momento più dolce della stagione, quando avevamo vinto sei partite. Nei momenti di difficoltà la squadra deve stare unita. Non eravamo in crisi di gioco, ho visto e rivisto la partita di Venezia e non ho visto crisi di gioco, ma di risultato. A Genova sentivamo la pressione e la responsabilità di vincere e la squadra è stata unita. Mi è piaciuto molto vedere i giocatori in panchina sentire quel momento".

Smalling è stato fuori due mesi. È pronto per dare il suo apporto alla difesa? "Sì. A Genova magari sarebbe stato un rischio farlo giocare per 90 minuti, è andato in panchina e nel momento in cui Kumbulla era in difficoltà era pronto a entrare per aiutare la squadra a vincere. Nei giorni successivi si è allenato, in questo momento è in condizione di iniziare la partita, domani giocherà".

Mourinho in conferenza stampa

Il girone si è complicato. Qual è il significato di questo match per voi? "Molto oggettivo: se vinciamo siamo dentro, se perdiamo siamo fuori. Un pareggio lascia la qualificazione aperta e il destino nelle nostre mani, dovremmo poi vincere in Bulgaria. Ma con una vittoria siamo dentro e con una sconfitta siamo fuori. Cosa significa? È una finale sia per noi che per loro. È un match importante. Sarà dura per noi fare per tanti mesi sia il campionato che la Conference, ma è un "problema" che vogliamo avere. Per questo domani ce la metteremo tutta e proveremo a vincere".

Cosa si aspetta domani da Zaniolo? "Non mi aspetto nulla di particolare dalla partita di Zaniolo. Mi aspetto tutto dalla partita della squadra. Come squadra abbiamo vinto e bene a Genova, ed è come squadra che dobbiamo giocare e fare tutto per vincere. Non mi aspetto nulla di diverso da lui rispetto a quello che mi aspetto dagli altri. Gli ho detto che per il modo in cui ha festeggiato a Genova pur non giocando un minuto, per me è come se avesse giocato tutta la partita. Mi aspetto un giocatore di squadra, ma nulla da Zaniolo come individuale".

Rui Patricio giocherà anche domani? "Sì. Non è Rui che è tra i migliori del campionato, siamo noi che nonostante i tre gol incassati a Verona e Venezia come squadra riusciamo a stare tra quelle con le migliori prestazioni difensive. Poi dipende dalla situazione. Fuzato sta lavorando in maniera fantastica, se deve giocare una partita in Serie A o in Conference League non sarà un problema per me, non passerò notte la notte prima della partita senza dormire. Ho fiducia totale in lui, ma giocherà Rui domani".

È soddisfatto di Abraham? "Sono contento. Ovviamente quando sei attaccante di una squadra che crea tanto e ha una filosofia offensiva, di solito puoi segnare di più. Ma lavora tanto per la squadra e aiuta tanto nella costruzione, per me non è un problema. Sono contento di lui. È un giocatore di squadra, fa i movimenti offensivi su cui lavoriamo, anche difensivamente, nel modo di pressare. È un giocatore di squadra, ha imparato ad avere un'altra dimensione come giocatore di squadra che magari non aveva prima. Sono contento. Penso che presto o tardi arriveranno più gol e a quel punto avrà tutto: il lavoro di squadra e la situazione individuale. Non sono preoccupato. Ha avuto un piccolo calo dopo un inizio molto forte, che ha colpito noi e i tifosi, ma è assolutamente normale. L'infortunio che avuto in Inghilterra e qua l'ha limitato per due o tre partite. Ma sono contento. Domani giocano lui, Zaniolo e Rui Patricio. Ora ve ne mancano otto".

La difesa a tre era limitata all'emergenza o si ripeterà ora che ci sono anche Vina e Calafiori? "Non mi piace giocare a cinque. Una cosa è giocare a tre, un'altra a cinque. Abbiamo perso tutti i terzini sinistri e in quel momento abbiamo giocato a tre, con El Shaarawy che non è un terzino e non fa giocare la squadra a cinque. Abbiamo trovato questa soluzione che è andata secondo me molto bene a livello di gioco, e male a livello di risultato a Venezia ma bene a Genova. La rosa non è costruita per giocare a tre. Quando la rosa è costruita per giocare a tre non hai solo quattro centrali, non hai tante ali offensive come Zaniolo, Perez, Zalewski, El Shaarawy, Mkhitaryan, perché hai bisogno di giocatori diversi. La verità è che però ci abbiamo giocato, i giocatori hanno fatto uno sforzo per adattarsi. Non è una dinamica di gioco buona per tutti, per qualcuno è anche un modulo molto adatto. Deve restare "in tasca" come un'opzione, ma quando avremo recuperato tutti l'obiettivo sarà tornare al modulo che volevamo sviluppare (il 4-2-3-1, ndc). Questa di solito è una cosa che arriva con anni di lavoro, quando conosci bene i giocatori e i giocatori conoscono bene la dinamica di un modulo. Poi se ne può sviluppare un altro. A causa dell'emergenza siamo stati costretti a sviluppare questo e sono contento perché lo vedo bene. Per El Shaarawy per esempio è più facile fare l'ala nel 4-3-3 e più difficile fare questo sistema, per qualcun altro è più facile. Cercheremo equilibrio. Domani con la difesa a tre? Vi dico un altro giocatore ma non il sistema: Veretout".

Sulle condizioni di Vina e Calafiori e sulla possibilità che giochino domani. "Si sono allenati con la squadra, ora avremo una riunione con lo "Sport science", il dipartimento medico e il preparatore per decidere, come abbiamo fatto con Smalling per Genova. Oggi pomeriggio faremo lo stesso. Si sono allenati con la squadra, è possibile che giochino".

Lei ha detto che non è la stagione per attaccare gli obiettivi e che adesso ha capito più cose rispetto a due o tre mesi fa. Cos'è che ha capito? "Conosco meglio i miei giocatori. Per questo, per esempio, El Shaarawy sta giocando in questa posizione e mi sembrava impossibile. Dopo la Cina ha avuto problemi di alti e bassi, problemi fisici, problemi di adattamento all'intensità di gioco alta. Magari dopo la Cina gli è mancata continuità. Pensavo fosse un giocatore di qualità e offensivo, ma adatto a giocare una partita e quella dopo magari restare in panchina ed entrare. Ha avuto un evoluzione, ora gioca novanta minuti e salva anche i gol a due metri dalla linea come è successo a Genova. Questo è un El Shaarawy che non conoscevo. Ci sono giocatori che conosco, ma poi imparo da loro sulle caratteristiche che hanno, i ruoli che possono fare, come si possono sviluppare. A volte ci si mettono tre, quattro o cinque mesi, altre volte anni. E dopo anni ancora si trovano novità sui giocatori".

Ci può parlare della partita di domani? Come si prepara una partita contro una squadra sconosciuta come lo Zorya? "Lo Zorya non è sconosciuto. Può esserlo fino al momento in cui lo affrontiamo, poi non lo è più. Analizziamo tutto il possibile. Abbiamo visto tante partite partite di campionato, tutte quelle della Conference League e conosciamo giocatori, allenatore e dinamica di squadra. Non si vince senza rispettare questi avversari, senza lavorarci nel modo normale".

"Il quinto che gioca? Mancini".

Mourinho a Roma Tv

"Quando inizia la competizione vogliamo vincere il girone ma abbiamo sbagliato: abbiamo perso una partita e pareggiata un'altra. Dobbiamo pensare a qualificarci. Domani è una partita decisiva, c'è pressione e responsabilità. Se vinciamo siamo qualificati e se perdiamo siamo fuori. Sentiamo la responsabilità e domani dobbiamo fare una partita per vincere". 

Anche per trovare l'opportunità di trovare continuità... Sì ovviamente, non penso a crisi di gioco perché abbiamo sempre giocato bene e per vincere, abbiamo avuto la possibilità di vincere le partite ma abbiamo bisogno di risultati postivi. E il Genoa è stato importante per guardare la classifica e avere un feeling diverso, perché se non vincevamo eravamo ottavi o noni. In Conference è ancora più decisivo perché se vinci o no, o sei vivo o sei morto e quindi dobbiamo vincere.

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