Tutti a disposizione, tranne uno. E non è uno qualsiasi. A 5 mesi dalla frattura alla tibia è arrivato il momento dell'ultimo giro di orologio per Gini Wijnaldum. Quello che deve portare al ritorno in campo per permettere a Mourinho di avere finalmente l'undici titolare progettato a inizio stagione. Un recupero lento, più lento del previsto a causa della scelta di non operarsi che ha protratto i tempi di circa un mese e mezzo. Wijnaldum da dicembre si allena tutti i giorni alternando palestra, lavoro in campo e solo parzialmente qualche seduta tattica in gruppo. I carichi sono aumentati gradualmente, la gamba è tornata muscolarmente come ad inizio agosto. Cosa aspettare allora? Nonostante si tratti di frattura composta la precauzione è comunque alta e dopo una visita in Olanda si è deciso di aspettare ancora un po'.
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Roma, ancora niente Wijnaldum: slitta il rientro dell’olandese
Il ritorno a metà febbraio, il futuro lo decide il Psg
—La tabella prevedeva il ritorno in gruppo prima della sfida con lo Spezia del 22 gennaio ma è più probabile che Gini torni a lavorare coi compagni a febbraio. E non è esclusa una presenza con la Primavera per ritrovare il ritmo partita. La speranza è vederlo in campo l'11 febbraio a Lecce. A ridosso dei play off di Europa League contro il Salisburgo. Ma potrebbe volerci anche qualche giorno in più. Dopo la trasferta in Salento mancheranno 16 partite di campionato, 2 sicure di Europa League e altre eventuali. Un totale di circa 20 match in cui l'olandese dovrà dare quel cambio passo a centrocampo che Mourinho chiede da tempo. In base al rendimento si discuterà poi il futuro col Psg. Il club francese ha ottimi rapporti con la Roma e sta pensando di liberare Wijnaldum con un anno di anticipo rispetto alla scadenza del contratto.
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