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Sabatini: “Mourinho recita a uso e consumo dei giornalisti. Tornerei alla Roma”

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L'ex direttore sportivo aveva già definito l'allenatore giallorosso "oppio dei popoli", ora critica la gestione del caso Karsdorp

Redazione

Walter Sabatini, ex direttore sportivo della Roma, è intervenuto ai microfoni di TMW Radio, e ha parlato, tra le altre cose, di Mourinho e della situazione della squadra. Di seguito le sue parole: "Mourinho? E' un argomento stucchevole. Fa la sua recita quotidiana a uso e consumo dei giornalisti. Quando è venuto a Roma ho detto che era l'oppio dei poveri, la storia sta dimostrando che è così. Sono stato ammirato quando ha allenato il Porto, per il resto mi lascia indifferente come allenatore. Abraham? Va bene pizzicare i giocatori, ma quando esponi al pubblico ludibrio un giocatore come Karsdorp gli togli la possibilità di vivere serenamente in quell'ambiente. E' probabile che questo ragazzo debba rinunciare a vivere normalmente a Roma. E' triste che debba scappare in Olanda, poteva essere gestita in maniera diversa".

Poi aggiunge, ai microfoni di Teleroma56: "La parola tradimento è una parola eccessiva, non voglio parlare di Mourinho perché mi stanno rompendo le p***e per alcune cose che ho detto, ma sono un uomo ed esprimerò sempre le mie opinioni. Non ho offeso nessuno. La definizione tradimento legata a una prestazione in campo è una retorica antica da non usare. Io ho definito l’arrivo di Mourinho l’oppio dei popoli, non era un insulto, ma c’è stato un refuso ed è stato cambiato in oppio dei poveri. Non sono il ds della Roma e non penso di poterlo più fare. La società deve prendere una posizione, ma le cose che fa e dice Mourinho non sono oggetto di discussione. Mourinho comunque non va discusso perché ha vinto ovunque e ha sempre portato titoli". Per quanto riguarda un ipotetico reinserimento in rosa di Nainggolan, afferma: "Prima va isolato in una cella e poi bisogna dargli delle 'frustate' preventive a scopo educativo. Quando penso a una squadra mi porterei sempre Nainggolan".

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E su Cristante: "Sì, ma forse da titolare inamovibile si può discutere. Cristante può giocare in due posizioni diverse, in campo ci sa stare e spezza le azioni delle squadre avversarie. Porta sempre a casa il suo 6.5. Lui e Matic non possono dare i risultati di un centrocampo competitivo, anche se sono giocatori di alti livello. La Roma gioca male, fa un calcio noioso, ma ha una caratteristica, ovvero che rimane sempre legata al risultato. Non esce mai dal campo, tranne un paio di volte, magari perde 1-0 e rimane in vita fino al 90’ e poi pareggia. È un calcio un po' bruttino il suo, pidocchioso". Poi risponde su un possibile ritorno a Roma: "Certamente, di corsa. Roma è stata casa mia. Io mi cerco i guai. Sarebbe un’emozione che mi travolgerebbe, ma so perfettamente che non succederà. Rientra nelle ipotesi più fantasiose possibili, ma penso positivo. Quando ci sono soldi il margine d’errore si restringe. Io stavo bene quando dovevo fabbricarli con le plusvalenze. La Roma deve molto del suo futuro alle mie plusvalenze, che sono state veramente consistenti". Risponde poi ai quesiti sulla mentalità dei giocatori, messa in discussione in queste giornate"Il concetto di mentalità vincente non esiste, esistono comportamenti che ti avvicinano a essa. La mentalità vincente della Roma che vinse le prime 10 partite è stata costruita dal gruppo. Le squadre devono trovare un linguaggio e un interesse comune. L’unico errore di quella Roma è stato non isolare i casi deboli, quando ci sono le foglie secche vanno eliminate". Il riferimento è a Zaniolo: "Sono il primo ad averlo esaltato, ma quando fa quelle giocate in percussione, che sono frenetiche, ti fa capire che non sarà mai un giocatore tranquillo, non avrà mai la pulizia tecnica di Dybala. Io lo adoro, ma per una data cifra lo venderei per portare avanti un progetto di media/lunga scadenza".

Sabatini: questo calcio non mi vuole, ma io voglio lui e quindi me lo riprenderò

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Per quanto riguarda i giovani: "Mourinho ha fatto un grandissimo lavoro. Quando Volpato tocca la palla vedo che è un ottimo giocatore: ha facilità di calcio, una grande sensibilità di tocco e grinta, potrà fare grandi cose. Zalewski può già ambire alla nazionale, ha la testa di un veterano. Mourinho ha fatto un grande lavoro, non è facile far giocare i giovani a Roma". In particolare, un pensiero va a Frattesi:"Lo andrei a prendere e lo porterei sulle spalle". Si parla anche di trofei mancati: "Dopo che ho visto la vittoria della Conference mi sono sempre detto: 'Perché io no'. C'erano avversari più forti, ma potevamo superarle. L’anno del ritorno di Spalletti abbiamo fatto 87 punti. Un aneddoto: il giorno dopo il derby vinto grazie a Yanga-Mbiwa mi arrivò un'offerta dal Lione di 10 milioni e quindi decisi di venderlo. Quando glielo dissi fu molto dispiaciuto. La Roma della semifinale di Champions  la considero la mia Roma". E per quanto riguarda le occasioni di mercato mancate: "Rabiot, era già preso. Avevo l’accordo con la madre, poi c’è stato un imprevisto evitabile. le dissi che avrei dato un indennizzo al PSG dato che avevo appena incassato 32 milioni per Marquinhos, ma lei si arrabbiò molto e la trattativa salto". E l'erede di Karsdorp chi potrebbe essere secondo Sabatini? "Non lo dico, ma ci sono 2/3 giocatori in Italia che io prenderei subito. Soppy è interessante negli strappi, ma gli manca tanta tattica. Uno è italiano e uno è straniero, ma ci penserà la Roma". E conclude con una frecciatina: "Non mi sento voluto da questo calcio, non mi vogliono, ma io voglio il calcio e quindi me lo riprenderò".