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Roma, viaggio nel futuro: 6 acquisti per tornare competitivi

(di Alessio Nardo) “Le prossime, per noi, saranno otto finali”, parole di Fernando Gago quest’oggi in conferenza stampa. Forse banali, ma incontestabili.

Redazione

"(di Alessio Nardo) "Le prossime, per noi, saranno otto finali", parole di Fernando Gago quest'oggi in conferenza stampa. Forse banali, ma incontestabili.

La Roma dovrà tirar fuori artigli, orgoglio, anima e onore. Il terzo posto è un obiettivo ancora possibile, nonostante le undici sconfitte e le tante difficoltà riscontrate in questa stagione. Riuscire ad arpionarlo è missione ardua. Provarci? Il minimo. La tappa di Lecce sarà cruciale. In ogni caso, l'approdo ai preliminari di Champions o meno non cambierà i programmi futuri. Già, perché la Roma (intesa come dirigenza) sarà comunque chiamata ad allestire un organico di prim'ordine, colmando le lacune e innalzando la qualità generale. L'anno zero è (quasi) alle spalle, il futuro alle porte. La scorta di alibi, da giugno in poi, andrà via via esaurendosi. Bisognerà fare davvero sul serio, iniziando a metter il naso ai vertici. Laddove si compete, e magari si vince. "Questo è l'ultimo anno in cui voglio partire in sordina", frase storica pronunciata da Daniele De Rossi nella pluricelebrata conferenza stampa del rinnovo. Da qui si deve ripartire, dalla voglia di essere in prima linea. Non solo a parole.

"Fatta la doverosa premessa, poniamoci la seguente domanda: cosa serve a questa Roma per diventare un'entità vincente? Rispondere non è semplice. Di certo, la dirigenza dovrà fare uno sforzo importante per accontentare il confermato Luis Enrique. Sia in tema d'investimenti (e qui il terzo posto potrebbe aiutare, anche se per avere la certezza dell'approdo in Champions, e quindi del relativo entroito economico, bisognerebbe attendere l'esito dei preliminari agostani) che di qualità degli stessi. "Stavolta, più che sulla quantità, punteremo sulla qualità", altra frase importante, pronunciata dal ds Walter Sabatini. Ulteriore elemento che ci aiuta a capire in che modo verrà costruita la Roma del futuro. Non aspettiamoci i dieci acquisti della scorsa estate. Sarebbe sbagliato, per certi versi incoerente. L'ossatura, piaccia o non piaccia, è stata già strutturata. Ora bisogna inserire le pedine giuste nei posti vacanti. Compito delicato, vietato fallire. Facendo un paio di conti (ad oggi, 4 aprile 2012), a questa Roma servono sei acquisti. Sei titolari, per la precisione. Un centrale difensivo, due terzini, due centrocampisti e un attaccante.

"Il rendimento di Maarten Stekelenburg è oggetto di discussione. Per alcuni ha deluso, per altri rappresenta una sicurezza in senso assoluto. In ogni caso, l'olandese resterà ben saldo al suo posto. Così come Lobont, amico di Maarten e fermamente deciso, all'età di 34 anni, a rispettare il suo contratto con la Roma fino al 2013. Dubbi su Curci: dopo una stagione da terzo, il 27enne prodotto del vivaio potrebbe decidere, di comune accordo con la dirigenza, di rilanciarsi altrove. A quel punto Mirko Pigliacelli diverrebbe la più logica alternativa al duo ex Ajax. Tema particolarmente scottante: i centrali. Burdisso, reduce dal grave incidente al ginocchio sinistro, è un punto interrogativo. Ma rimarrà. Così come Heinze, fresco di rinnovo contrattuale e apprezzatissimo da Luis Enrique per esperienza e mentalità. Per Kjaer saranno fondamentali le ultime partite stagionali: in caso di ulteriori disastri, Sabatini potrebbe anche prendere in considerazione l'idea di rispedirlo in Germania. Ma ad oggi, l'intento è quello di confermare il danese, magari spuntando un prolungamento del prestito (dato che il Wolfsburg non preme per riaverlo indietro). E Juan? L'ex Seleçao gradirebbe rispettare il legame fino al 2013, ma la Roma vuole rimandarlo in Brasile, ringiovanendo il reparto. Il sogno è Danilo dell'Udinese, protagonista di un'ottima annata. Costa parecchio. Opzioni più probabili? Dedé del Vasco da Gama, Garay del Benfica, Silvestre del Palermo. Senza dimenticare un altro argentino, Nicolas Otamendi del Porto. Sulle fasce, possibili conferme per Rosi, Taddei e José Angel, destinati a comporre il parco riserve. Saluteranno Cicinho e Cassetti, in scadenza. A sinistra è quasi fatta per Dodò, classe 1992, in arrivo dal Corinthians a parametro zero. Per la fascia destra l'opzione numero uno è Mauricio Isla, attualmente fermo ai box per un serio infortunio. Tornerà abile a arruolato all'inizio del prossimo campionato.

"Il cileno dell'Udinese piace tantissimo alla dirigenza romanista. E' giovane (24 anni ancora da compiere), innalzerebbe il tasso atletico e agonistico della squadra, e tornerebbe utile anche nel ruolo di intermedio di centrocampo. In mediana si cercheranno uomini di eccelso spessore fisico. La qualità, in fondo, già c'è. De Rossi sarà il perno, Pjanic è destinato a crescere ancora. Andranno sistemate le questioni legate ai riscatti di Fernando Gago e Marquinho, entrambi stimati dalla piazza e dal tecnico. Probabilissime partenze di Simplicio e Greco e la cessione in prestito di Viviani (il ragazzo ha bisogno di farsi le ossa). Simone Perrotta dovrebbe restare un altro anno, ultima opzione del reparto e uomo spogliatoio. Occhio a Florenzi, stellina del Crotone, uno dei tanti giovani che torneranno dai vari prestiti (oltre a lui Crescenzi, Bertolacci, Antei, Stoian, Caprari). Difficile dire se sarà confermato in prima squadra. I volti nuovi? Almeno due. Il nome più in voga è quello di Moussa Sissoko, 22 anni e mezzo, pilastro del Tolosa. 1,87 per 83 chili, rappresenta l'ideale innesto di cui ha bisogno la Roma a centrocampo. Altro giocatore seguitissimo è Paulinho, classe 1988, asso del Corinthians. In ribasso i nomi di Fernando, Sandro e Lassana Diarra. Dura arrivare ad Eriksen dell'Ajax, seguitissimo dai maggiori club europei.

"Mica vorremmo dimenticarci degli esuberi? No, assolutamente. Eccone quattro: Julio Sergio, Brighi, Pizarro e Borriello. Rientreranno tutti alla base, poi si deciderà il loro futuro. Nessuno, al momento, sembra rientrare nel progetto tecnico di Luis Enrique. Passando all'attacco, la dirigenza può contare su cinque nomi: Osvaldo, Borini, Lamela, Bojan e Totti. I primi tre sono certezze presenti e future, lo spagnolo vivrà il suo secondo anno in prestito dal Barcellona, il Capitano (alla soglia dei 36 anni) farà da chioccia, magari prendendosi qualche responsabilità in meno e concedendosi un po' di riposo in più. Servirà un cambiamento, e Francesco lo sa. Basti vedere il rifiorimento improvviso di Del Piero, gestito con certosina parsimonia da Conte. Sabatini lavorerà per completare la campagna acquisti con un grande nome. Si tenterà la strada del colpaccio, non è un mistero. Puntando davvero sulla qualità. Dire "chi arriverà", ora, è un gioco d'azzardo. Di nomi se ne fanno parecchi. In queste ore si parla molto di Luis Suarez, stella del Liverpool e della nazionale uruguaiana. Ma ce ne sono altri. Da Jovetic a Higuain, passando per Pedro e Giuseppe Rossi, fino a Palacio e Abel Hernandez. Di certo, un grande attaccante arriverà. Così come le altre cinque pedine. E la Roma, finalmente, potrà riscoprirsi competitiva.