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De Rossi: “Avrei rifiutato se la Roma fosse stata scarsa. Darò tutto fino alla morte”

De Rossi: “Avrei rifiutato se la Roma fosse stata scarsa. Darò tutto fino alla morte” - immagine 1
Le parole del mister giallorosso: "Nessuno è capace come i tifosi della Roma ad amare due persone. L'obiettivo è la Champions, siamo forti. Pisilli mi ha impressionato"
Redazione

La conferenza stampa di Daniele De Rossi alla vigilia di Roma-Verona che si giocherà sabato 20 gennaio 2024. Per la prima volta DDR parlerà da allenatore dei giallorossi. L'ex capitano martedì ha preso il posto di Mourinho e domani contro l'Hellas ci sarà il suo esordio. De Rossi ritrova Dybala che ha recuperato dall'infortunio alla coscia sinistra. Non avrà a disposizione Mancini e Cristante: entrambi out per squalifica.

DE ROSSI IN CONFERENZA STAMPA 

Bentornato nella tua casa. C’è un doppio convincimento: emotivo e sul campo. Che lavoro ha importato e che Roma ha visto e che Roma vorresti? “Vedo facce alle quali sono affezionato. Quando cambi allenatore vedi giocatori che vanno forte in allenamento. Succede quando cambi un grande mister o uno mediocre. I primi allenamenti ti danno una risposta fino a un certo punto. Dobbiamo vedere se questo registro lo terremo a lungo. C’è stata una risposta incredibile, si allenano forte sono disponibili. Hanno assorbito i due tre concetti nuovi ma non di più perché all’inizio rischi di fare confusione”.

Ha sentito Totti? “Ci siamo sentiti mi ha mandato in bocca al lupo e mi dimostrava la sua felicità e il suo stupore che era anche il mio. Ci siamo sentiti un paio di volte. Ci siamo promessi di vederci ma ora va in Cina. Passeremo un po’ di tempo insieme che ci fa sempre piacere al di là di chi allena la Roma”.

Qual è il problema della Roma? In prospettiva sarebbe contento se… “Sarei contento se fossimo tra le prime 4. E’ un obiettivo non facile ma possibile. Quando cambi mister i problemi ci sono sempre. Già ci sono passato un anno fa. Io pensavo non ci fossero tutti questi problemi ma la società si. I cambi ci sono nel calcio ma io devo partire da 0-0 come le partite. Devo vedere quali sono le cose che non funzionano ma in pochi giorni non fai in tempo. Sono fortunato perché per motivi di tifo ho visto tutte le partite. Anche con l’occhio del tifoso che guarda in maniera distratta ma l’ho vista tantissime volte e abbiamo accorciato il periodo di studio”.

E’ il momento giusto per tornare alla Roma? “Era il momento giusto per rifiutare la Roma? Non si rifiuta la Roma. È quello che è successo alla Juve con Pirlo. Ci sono uomini che rifiutano e altri che si buttano dentro. Non è solo una questione di nostalgia, uno fa anche un analisi di questa squadra. Avrei detto di no solo se pensavo che la squadra fosse scarsa. Penso che siamo forti e il lavoro ci farà fare belle figure e aiutare me come sviluppo di carriera. Dove lo vedremo tra qualche mese”.

Per cosa le piacerebbe che fosse ricordato il calcio della Roma di Daniele De Rossi? “La frase 'il mio calcio' mi fa venire i brividi. A volte ho sentito dire questa cosa ad allenatori che stimo ma è sbagliato. Il calcio non è mio, se lo dice Guardiola possiamo chiedergli di spiegarcelo. Lo stesso vale per De Zerbi, Conte o Simeone che hanno spostato qualcosa. Non so se sono ai loro livelli ma gli allenatori bravi li riconosci da come giocano le squadre. Penso che se la nostra squadra alla fine di questo percorso sarà riconoscibile e se sapranno cosa fare in campo sarei felice. Essere ricordato come uno che fa giocare bene e fa vincere mi basta”.

Non ci sono condizioni nel tuo contratto fino a giugno ma c’è un bonus per il quarto posto. Si è parlato anche di Europa League e cosa ti hanno detto per il futuro? “I presidenti sono stati chiari sulla durata del contratto e sulla mia permanenza. Io ho detto ok e ho chiesto un bonus. Non ho firmato in bianco ma ho firmato alla cifra che hanno detto loro, ma non farò sempre così. E’ stata una grande opportunità. Non ci sono condizioni per il rinnovo e io gli ho detto che mi andava bene che voglio giocarmi le mie carte. Gli ho chiesto solo di trattarmi da allenatore e non da bandiera. Non farò il giro di campo con Romolo. Loro su questo erano d’accordo poi sanno che dal primo secondo in cui li ho sentiti che mi giocherò fino alla morte la possibilità di rimanere qui. Sono contenti di questo, voglio meritarmi sul campo la conferma e non per quello che sono stato. Sarebbe un sogno per me”.

Si è già fatto un’idea su come difendere? “Inizio ad innamorarmi di questo lavoro con Spalletti e il colpo finale me lo ha dato Luis Enrique. Per me questo tipo di allenatori che portano tanti giocatori in fase offensiva e difendono a 4 sono stati elemento delle mie stagioni migliori. Ma questa squadra è stata costruita per giocare a tre abbiamo provato entrambe le cose. Si può giocare in un mondo e costruire in un altro con delle rotazioni. Sono meccanismi che non abbiamo studiato ma i giocatori sono esperti. Potremmo cambiare in partita ma anche nel corso della partita in base alla strategia e alla squadra che affronteremo”.

C’è un clima particolare fuori Trigoria. Qualcuno ha parlato di effetto calmante, ha questa impressione? “Non ho bisogni di stimoli e non mi destabilizza per nulla. Non sono stupido, l’effetto calmante è un modo moscio per definirla. Quando si sceglie come rimpiazzare un allenatore così importante così amato bisogna prendere in considerazione tanti fattori. Non sto dicendo che sono la scelta giusta però con altri allenatori la reazione sarebbe stata ancora più devastante nei confronti della squadra. I tifosi sono importanti e i pienoni hanno portato dei punti. Nessuno è capace come i tifosi della Roma ad amare due persone. Vogliono bene a Mourinho ma non sarà difficile amare anche me e rimanere con quella scia di calore e casino. Ovvio che non mi hanno scelto perché sono rimasti impressionati dai miei risultati alla SPAL, non sono stupito. Se la scelta è stata giusta lo scopriremo e io ne ho approfittato. Penso che possa essere una grande occasione per me per diventare l’allenatore che voglio diventare”.

Appena entrato nello spogliatoio si è sentito l’allenatore della Roma? “Uno non si aspetta che mandino via l’allenatore più titolato della storia e che prendano te. Non mi hanno forzato per accettare o puntato una pistola alla tempia. Mi aspettavo un processo più graduale ma è pieno il calcio di allenatori che sono entrati ad interim e sono poi rimasti. L’ultimo esempio è Palladino che ora è tra i migliori in Italia. Non è una cosa così rara quella che mi è successa ma me la immaginavo diversa. Mi sento allenatore della Roma e penso che ci si possa rispettare anche sapendo di essere amici. Non devo fingere di volere bene a Cristante e Pellegrini. Non ho mai finto neanche con i tifosi. Mi hanno consigliato anche di non venire con la mia macchina, una volta che entro in campo mi sento allenatore della Roma e loro mi gradiscono. So che non basta questo”.

Roma ha fatto stufare Mourinho? Lo ha sentito? “Gli ho mandato un messaggio non di circostanza. Lui mi scrisse quando ho firmato con la SPAL era un gesto dovuto. Se si è stufato devi chiederlo a lui e non mi interessa. Devo pensare a quello che ho davanti e a quello che devo fare. Sono stato costretto a parlare di tanto oltre che di calcio. Non vedo l’ora che questa cosa si normalizzi e che posso stare a parlare solo di calcio”.

Ha detto che la Roma è forte. Quali erano i problemi, erano tattici? Chi l’ha stupita di più? “Qualche problema lo vedevamo guardando la partita ma non penso che la Roma giocasse male, alcune le giocava male e alcune bene. Questo ha causato un sali e scendi che ha portato questa distanza in classifica, la Roma non ha problemi clamorosi di gioco. Con Atalanta e Napoli ha fatto grandi partite. Qualche domanda ce la siamo fatta ma non lo dico qui. Io ero consapevole che i giocatori sono forti poi dal vivo sei impressionato. Vedi come tocca la palla Dybala, Lukaku e Pellegrini e resti stupito. Pisilli mi ha impressionato, ammetto di avere la colpa di non conoscerlo bene e mi ha impressionato vedendono dal vivo. È un bambino ancora ma ha tanta qualità ”.

Che cosa c’è da non sottovalutare domani. “Prima di tutto il Verona. Sono una squadra solida e allenata da un mister che stimo anche come uomo. Ha mantenuto la barra dritta della squadra in un momento nel quale si parlava di altro. Ha vinto contro l’Empoli e la squadra è solida. I giocatori sono di grande fisicità e hanno un gioco definito. L’emozione dell’esordio non ci deve fare paura. Ci sarà un po’ di malumore ma spero di no. Dobbiamo restare tranquilli”.

 

 

 

 

 

 

 

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