Venti gennaio 2024. Sembra una data come tante, ma nella storia della Roma rischia di diventare storica. Quel giorno, con l’esonero di Josè Mourinho fresco di pochi giorni, l’ex Tiago Pinto parlò per l’ultima volta ai microfoni per spiegare cosa stesse accadendo. Da quel giorno, freddo tra il clima invernale e la delusione per l’addio di Mou, nessun dirigente della Roma ha più parlato in veste ufficiale. Sono passati 8 mesi, nello specifico 241 giorni. Che sono destinati a salire. Nessuna conferenza di presentazione del nuovo ds Ghisolfi, nessuna spiegazione sui casi eclatanti di quest’estate, sugli errori arbitrali o sulla posizione di De Rossi, nessun bilancio di fine mercato. Silenzio, se si fa eccezione per qualche battuta sul nuovo stadio da parte della Ceo Souloukou. Ma come scriveva Jean Paule Sartre “ogni parola ha conseguenze. Ogni silenzio anche”. Questo di silenzio non fa rumore. A farlo sono le parole di Francesco Totti che vede l’amico Daniele come un nuovo parafulmine. Il timore è quello.
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Roma, un silenzio lungo otto mesi: da gennaio a Trigoria parla solo De Rossi
A spiegare i casi Ndicka, Dybala, Zalewski, Danso e molti altri c’era solo il tecnico che dovrebbe occuparsi di tutt’altro. Eppure - come riporta il giornalista Stefano Piccheri - nel pacchetto dei diritti televisivi relativo alle interviste post gare il 50% degli interventi appartiene all’allenatore, il restante a dirigente o giocatori. Dei primi, mai, nemmeno l’ombra. Situazioni decisamente diverse in altre zone d’Italia. Ad esempio il ds del Napoli Manna è corso davanti ai microfoni per difendere Conte dopo la prima sconfitta, a spiegare lo spinoso caso Koopmeiners a Bergamo ci ha pensato direttamente il presidente Percassi mentre Marotta parla una domenica sì e l’altra pure della situazione dell’Inter e Ibrahimovic al Milan ha affiancato Fonseca nella conferenza di presentazione. Nella Juventus hanno riportato a casa Chiellini, anche per questo. Nella Roma non c’è questa intenzione, né quella di tornare a parlare per spiegare il perché di un avvio così deprimente. Strategia americana? Può darsi, e andrebbe bene se fosse accompagnata da una comunicazione di successi. Così invece, quel silenzio non fa rumore. Dà solo fastidio.
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