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Roma, un mercato per il rilancio di Petrachi: rebus riscatti, Champions e fiducia Friedkin

LaPresse

Il futuro del diesse leccese passa dall'operato dei prossimi mesi contro coronavirus ed eredità di Monchi

Saverio Grasselli

Un passaggio di proprietà, la corsa al quarto posto e i tanti esuberi da piazzare lontani dalla Capitale. Se il destino di Gianluca Petrachi alla Roma sembrava ad un passo dai saluti, a sconvolgere i piani della società è arrivato anche, come se non bastasse, il coronavirus.

CRISI - Quello del dirigente sportivo era forse il nome più caldo in ballo nella RomaA scatenare la bufera, in aggiunta agli scarsi risultati della squadra, era stato lui stesso, con lo sfogo nella conferenza stampa di presentazione di Villar, Perez e Ibanez: le colorate risposte alla stampa, che lo aveva precedentemente bersagliato per il suo intervento in spogliatoio in Sassuolo-Roma (da cui anche Fonseca si era dissociato), avevano aperto una prima crepa con la società giallorossa. Scivoloni che non sono piaciuti alla Roma, che ne ha preso subito le distanze. Da lì sono iniziati a circolare i nomi dei primi sostituti, da Andrea Berta al sogno Fabio Paratici, passando per Faggiano e Carli, con la possibilità di far saltare la sua poltrona già a stagione in corso.

RISCATTI - Come il resto del mondo, però, la Roma ha dovuto fare i conti con la pandemia scatenata dal coronavirus: una nuova occasione che Petrachi può cogliere al balzo, non avendo però vita facile nei prossimi mesi. Il primo nodo da sbrogliare è quello relativo ai riscatti di Smalling e Mkhitaryan: i cartellini dei due giocatori si aggirano intorno ai 60 milioni, troppi per lo stato attuale delle casse della Roma. Se l'inglese è pronto a ridursi lo stipendio per venire incontro alle necessità del club capitolino, il discorso che riguarda l'armeno sembra essere ugualmente complicato: il valore del giocatore si aggira sui 25 milioni di euro, con Petrachi che cercherà di riconfermarlo per la prossima stagione attraverso il rinnovo oneroso del prestito.

ESUBERI - La situazione non migliora nel mercato in uscita: il diesse dovrà da una parte fare fronte al blocco momentaneo delle operazioni dovuto dal coronavirus, dall'altra trovare una sistemazione all'eredità lasciatagli da Monchi. In totale sono 60 i milioni in ballo per la Roma. Prima delle interruzioni dei campionati, i messaggi incoraggianti arrivavano dalla Germania: il Lipsia sembrava ormai interessato al riscatto di Patrick Schick, con un'entrata nelle casse della Roma pari a 29 milioni di euro. Discorso ribaltato con lo stop dovuto al virus: il diesse dei tedeschi, Kroesche, ha infatti spiegato che "ad oggi non si può assolutamente pensare alle clausole di riscatto". C'è poi il discorso Nzonzi/Rennes: dopo le sfuriate al Galatasary con FatihTerim, il francese sembrava essersi ritrovato con il ritorno in patria, inducendo la Roma a rinnovare il prestito che le permetterebbe di risparmiere i 3 milioni dello stipendio e sognare la sua cessione a 12 milioni. Anche Rick Karsdorp, con il Feyenoord, si era rimesso in carreggiata: erano arrivate le congratulazioni di Ronald DeBoer e la società olandese avrebbe pensato al suo riscatto, consentendo alla Roma di risparmiare 2 milioni a stagione per lo stipendio del terzino in contratto fino al 2022. Difficili infine anche i riscatti di Coric e Defrel.

FLORENZI - La ciliegina, amara, che conclude la questione è la situazione in bilico di Alessandro Florenzi: l'ex capitano della Roma, anche con una buona dose di sfortuna, non sembra ritornare nei piani del Valencia: la doppia quarantena (per varicella prima e per il coronavirus dopo), il rosso rimediato contro l'Atletico Madrid e la sua voglia di ritorno in SerieA non sembrano spingere gli spagnoli alla conferma. Molto del futuro di Petrachi alla Roma passerà dalla sua risposta all'emergenza, confermando la sua posizione da dirigente sportivo giallorosso o il cambio di testimone. La fila, ai cancelli di Trigoria, c'è già.