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Roma, tutto ha un prezzo. Tranne l’amore

LaPresse

La Roma cede, al prezzo giusto cede. Ma non può comprare l’amore, non quello passionale

Massimo Limiti

Si vende e si compra tutto, soprattuto in tempi di globalizzazione. Ma non l’amore. Quello va guadagnato, a volte si perde, poi si riconquista. Ma non con le parole, almeno non sempre. E soprattutto non con le promesse che vogliono mascherare una realtà più amara della dolcezza di certe rime baciate. “Alisson non ha prezzo perché è incedibile”, Monchi il 31 marzo. “Ci sono zero possibilità che la Roma venda Alisson, sono stufo di certe voci”, Pallotta il 15 aprile.  “Se va via lui mi metto io in porta”, di nuovo Monchi il 21 maggio. Ah, che goduria. La dirigenza della Roma per bocca dei suoi organi più importanti blinda uno dei giocatori più forti della storia giallorossa. “Ma possiamo fidarci?”, si domanda il tifoso innamorato già tradito dalle promesse fatte per Benatia, Ruediger o Pjanic.

L’amore, però, vince anche il passato. Le voci che arrivano da fuori sono diverse: il Real vuole Alisson, il Liverpool ci ripensa, il Chelsea insiste. Colpa dei giornali, colpa dei tifosi pessimisti. Poi arriva pure la goliardata di James nella città di Pulcinella: “Nainggolan va all’Inter, Alisson sarà veduto per 78 milioni”. Allarme? “Ma no, è solo humour americano”, avvisa il presidente. Humour maledettamente cinico. La Roma perde Nainggolan e Alisson, dopo aver quasi perso Dzeko. In pratica i tre giocatori più forti e quotati in rosa. Sfidiamo chiunque a dire il contrario. Perde due eroi dei bambini, due giocatori “pesanti”. E qui scatta la solita persecuzione mediatica. “Eh ma Nainggolan beveva”. “Eh ma la Roma ha vinto uno scudetto con Antonioli in porta”. Sì, peccato che quella squadra avesse in difesa 3 campioni del mondo più Samuel. La Roma cede, al prezzo giusto cede. Ma non può comprare l’amore, non quello passionale. O meglio, potrebbe con un colpo alla Cr7, con un’inversione di rotta su un tragitto che in 9 anni ha fatto registrare zero trofei e tante plusvalenze. Il tifoso resta innamorato, ma della maglia e dei pochi beniamini rimasti. “Ci tocca sperare che Under faccia male per non vederlo ceduto il prossimo anno?”, si chiede uno di loro su Facebook. No, quello mai. Però ora ricambiate st’amore, di tempo non ce ne è più.