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Pinto: “Zaniolo mai vicino alla partenza. Mercato chiuso? Io non mollo mai”

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Il general manager giallorosso risponde alle domande dei giornalisti presenti sul mercato in entrata e in uscita

Redazione

Il general manager della Roma, Tiago Pinto, risponde in conferenza stampa a Trigoria alle domande dei giornalisti presenti sul mercato in entrata e in uscita giallorosso. Di seguito riportiamo le sue dichiarazioni.

La Roma ha fatto un grande mercato, può lottare per lo scudetto?

"Innanzitutto volevo ringraziare tutte le persone del club che hanno lavorato per me. Da fuori fare il mercato sembra qualcosa un po' più divertente, ma per noi sono stati tre mesi veramente pesanti, voglio ringraziare anche i ragazzi dell'ufficio stampa, che hanno un lavoro difficile. Li voglio ringraziare per lo sforzo. La squadra è più forte e migliore e non ho mai nascosto che l'obiettivo era questo. Ha più soluzioni e qualità. Non sono d'accordo con l'espressione instant team. La Roma è la quarta squadra più giovane della Serie A, cosa che quando io sono arrivato non era ed è la più giovane delle sette big. All'interno della nostra strategia è stato sempre inserire giovani e creare spazio per loro come Felix, Bove, Darboe, Keramitsis. Come abbiamo detto dal primo giorno abbiamo bisogno di equilibrio e abbiamo bisogno di giocatori esperti e con qualità, non solo di scommesse come per Tammy, Svilar e Celik. Detto questo, siamo riusciti a far diventare la squadra più forte, ma secondo me il nostro valore più grande è l'allenatore e la sua leadership che ha fatto diventare giovani buoni in grandi giocatori, ha fatto un processo importante di crescita con i giovani. Ci aspettiamo meglio della stagione scorsa. Mai parlare di scudetto, non perché ci vogliamo nascondere ma perché non bisogna parlare prima, faccio fatica a pensare a maggio quando siamo a settembre. Il lavoro quotidiano è molto importante e secondo me il nostro focus è credere che possiamo vincere le partite, come ha detto Belotti in conferenza".

Zaniolo è stato vicino alla partenza? Come gestirete il suo rinnovo?

"Zaniolo non è mai stato vicino alla partenza e oggi è finito il mercato. L'anno scorso per lui era una stagione di ripresa da due anni molto difficili per infortuni. Questa stagione sta ancora meglio, non è mai stato un problema, Zaniolo ha aiutato molto la squadra e ora deve recuperare per l'infortunio, sta bene, è felice ed è giovane. 30 minuti fa ho chiamato Vigorelli e gli ho detto che dobbiamo cominciare a programmare i nostri meeting perché sennò poi non è possibile alimentare pagine di giornali sulla situazione di Zaniolo".

Siete preoccupati per il Fair Play Finanziario? Ci possono essere sanzioni verso la Roma?

"Sul FFP penso che anche il club avrà il tempo giusto per parlarne, è un tema troppo serio. Noi ogni tanto parliamo nel calcio del FFP senza i giusti approfondimenti. Il FFP è stato creato per aiutare i club e non per danneggiarli. Io penso sempre tutti i giorni al progetto Friedkin e in questo progetto la sostenibilità finanziaria è molto importante ed è più importante del FFP. Non possiamo sempre legare i milioni alla qualità, come nel caso di Dybala che la qualità c'è. Dobbiamo in tutte le finestre di mercato migliorare la squadra. Sappiamo che la Roma aveva una eredità pesante e ora abbiamo un percorso da fare per creare questa sostenibilità. Questi paletti non sono un problema perché ne ero già a conoscenza. Quello che voglio sempre fare è far diventare la squadra sempre più forte, cercare di creare una politica di meritocrazia dentro la squadra, creare le basi per il settore giovanile e spero che nei prossimi anni che questi paletti possano sparire. Il prossimo direttore sportivo non avrà problemi in questo senso ed avrà una vita più semplice della mia".

Siete vicini agli obiettivi imposti dal Fair Play Finanziario?

"Non voglio far diventare questa conferenza, una conferenza sul FFP perché è un tema molto sensibile e avremo tempo per approfondire. Voglio dire ancora che per me non è una scusa il FFP, ma è una cosa che dobbiamo fare e un obiettivo. Ora siamo vicini a quelli che sono gli obiettivi, ma non è ancora finita. Quando i club firmano i settlement agreement è un problema che dura 3-4 anni. Come noi abbiamo dimostrato questa estate, questo non ha influito sul mercato per far diventare la squadra più forte. Dobbiamo essere bravi a trovare le soluzioni giuste e con questi paletti cercare di fare mercato meglio possibile. Non è molto normale negli ultimi 10 anni della Roma, che il club è riuscito più a vendere che a comprare. Se noi adesso lo abbiamo fatto è perché è più vicina. Dal mio arrivo abbiamo ridotto il monte ingaggi. Io lo so dal primo giorno del FFP. Oggi fare il direttore sportivo oggi è molto diverso rispetto a 10 anni fa, è tutto diverso. La realtà è che abbiamo fatto un lavoro interessante anche per la sostenibilità della società. Nel giorno in cui andrò via sono sicuro che la Roma sarà più sostenibile".

Dove vuole arrivare la Roma? Di chi è il merito del mercato?

"Il merito è della proprietà e di Mourinho. Della proprietà che ha fatto capire in questi due anni che sta costruendo un progetto. E' una proprietà che non parla molto ma che ha le idee giuste. Oggi l'immagine della Roma è una immagine più importante. Non c'è dubbio che il ruolo di Mourinho nella capacità che noi abbiamo di attirare giocatori è totalmente diverso da quello di un altro allenatore. Sarebbe stupido da parte mia non sfruttare Mourinho come figura di allenatore. Oggi lui non ha neanche un problema generazionale, oggi io ho ragazzi di 20-21 anni che hanno il sogno di essere allenati da Mourinho, mentre ci sono allenatori che non si occupano tanto di giovani. Per tutti i nuovi acquisti essere allenati da Mourinho è molto importante. Lui nelle trattative è sempre al corrente di tutto. E' merito sia della proprietà e di Mourinho. Io faccio il mio lavoro".

Che voto si dà al mercato? E' stato più difficile comprare o vendere?

"Le persone hanno molto più entusiasmo per i giocatori che arrivano. Abbiamo fatto 57 operazioni, si lavora tanto nelle uscite. Non sono totalmente soddisfatto delle uscite perché per alcuni giocatori avevamo possibilità di venderli. Sul voto io sono giovane, ma imparo. Sulla stagione scorsa io ho sbagliato a darmi un voto e mi hanno un po’ preso in giro per quel voto, magari dopo Tirana quel voto ci sta, ma queata stagione non mi darò un voto. Io non lavoro per il mio protagonismo individuale e non ho bisogno di marchette per avere un grande voto. Il calcio cambia tutti i giorni. Oggi siamo fenomeni, domani scarsi. Ci sono dei momenti che tutti voi avete pensato che ho fatto un capolavoro, ma io magari non ero soddisfatto oppure viceversa".

Arriverà un difensore? Come ha vissuto le pressioni che metteva Mourinho?

"Sulla pressione io sono giovane ed ho vissuto tante cose. Mia mamma, mio padre e mia sorella mi mettono una pressione della madonna. Mi hanno chiesto perché oggi non avevo due telefoni. Anche se qualcuno scrive il contrario, con Mourinho ho un grande rapporto e quello che noi viviamo a Trigoria è un ambiente di famiglia. Il ruolo dell'allenatore è molto difficile, la strategia è stata definitiva e cerchiamo sempre di essere allineati con la proprietà abbiamo fatto le cose insieme. Tante volte ho avuto bisogno del suo aiuto per portare avanti le cose e le cose sono andate bene. L’unico modo per portare avanti le cose con me è la positività, la pressione con me non funziona. Io non leggo la stampa e non perché sono arrogante. Se vado al ristorante e tutti mi chiedono del mercato e tutti mi chiedono chi arriva, ho pressione perché non posso mangiare. Sulla difesa penso che è ovvio che potevamo avere un centrale in più, alla fine non siamo riusciti ad avere un difensore centrale in più. Dentro la squadra abbiamo comunque soluzioni, con giocatori che sono capaci di fare più ruoli. La scorsa stagione Mourinho a Roma ha fatto vedere che nel momento di difficoltà lui ha trovato soluzioni come per Zalewski. Nella rosa abbiamo Cristante e Vina che possono fare quel ruolo lì. Noi però non possiamo fare sempre piccoli sforzi per portare i giocatori, non è così. Le cose sono molto complesse, più di quello che sembrano".

Mi spiega la strategia di spendere sugli ingaggi e non su cartellini? Perché non è arrivato Frattesi?

"E' una domanda molto intelligente perché è quello che è successo. Noi abbiamo una strategia sportiva e finanziaria. Con tutte queste condizioni del FFP e tutto il resto le cose vanno insieme, quelle che entrano e escono. Il mercato dura tre mesi, ma io subito ho capito che c'era difficoltà nelle uscite per portare avanti una strategia sulle entrate. Da quel momento io ho capito che era meglio spendere sugli ingaggi rispetto che aspettare e prima vendere per poi prendere i giocatori che volevamo. Tutte le situazioni erano legate tra loro, Wijnaldum arriva quando Veretout parte, Felix parte e arriva Belotti le cose sono molto complesse. Quando ho capito che c'era difficoltà a vendere, non ho voluto compromettere il tutto. La strategia finanziaria è cambiata, ma comunque con le formule creative la società pagherà qualche giocatore in futuro. Frattesi è il mio giocatore preferito della Serie A escludendo la Roma. Sarà uno dei centrocampisti più forti della Nazionale, ma poi siamo nel mercato. Io devo rispettare le richieste. Due cose per me sono importanti: io non uso la stampa per fare le trattative ed è infatti la prima volta che parlo di Frattesi. Ognuno poi fa una sua valutazione. Quello che mi dispiace è che ci sono dei momenti che una trattativa sembra che si porta avanti solo da una parte e non dall'altra. Il Sassuolo è un grande progetto sportivo ed ha gente competente. Frattesi è un grande giocatore, ma non è arrivato perché io sono un po' tedesco nel fare trattative. Se non ho i soldi che chiedono andiamo avanti".

Solbakken arriverà?

"Non è vero che la Roma ha aumentato il monte ingaggi. Se noi risolviamo il problema di Olsen e Fuzato e portiamo Svilar, il monte ingaggi non aumenta, lo stesso discorso vale per le operazioni che abbiamo fatto negli altri ruoli. Io non voglio essere il mago delle finanze. Su Solbakken è una sorpresa perché pensavo che aveva firmato per una squadra, se tu mi dici che ancora non ha ancora firmato proviamo".

Ha intenzione di rinnovare il contratto con la Roma?

"Io sono felice qui. Per venire qui ho lasciato il mio amore della vita che è il Benfica. Quello che mi muove sono delle idee e le persone con cui lavoro perché ho una empatia con la società e l'allenatore. Oggi il mio rapporto con la società è quello che mi muove. Il prossimo direttore sportivo avrà un lavoro semplice, è così perché per il lavoro che farà la Roma ci sarà sicuramente più flessibilità sul mercato. Sul mio contratto non hi bisogno di rinnovarlo fino al 2024, sono diverso dai giocatori. Io faccio le mie valutazioni, io sono felice qui".

Ha rimpianti? Quale è stato l'acquisto più soddisfacente?

"Cerco di essere una persona molto metodica, alla fine lo sport è l'unica attività commerciale del mondo, dove quelli che comandano sono gli operai, cioè i giocatori. Se un giocatore non vuole una destinazione, io non posso fare nulla e su questo io ho un po' di rimpianti. La situazione di Justin non è il mio rimpianto, forse abbiamo perso una opportunità. Ho rimpianti più nelle uscite che nelle entrate. Ogni trattativa ha una storia, io sono un direttore sportivo, ma alla fine sono un essere umano. Quando mi devo chiudere 4 giorni in una camera di hotel a Torino per portare Paulo non è una cosa semplice, è difficile dire la trattativa che mi è piaciuta di più. Ho sentito veramente che tutti i giocatori hanno perso soldi per venire alla Roma e questo significa qualcosa. Le persone fuori hanno capito che qua sta nascendo qualcosa. Tutte le trattative hanno una storia particolare".

Il mercato è chiuso? Cosa è successo con Coric e Bianda?

"Io non mollo mai, abbiamo ancora Belgio, Turchia, Grecia. Penso che Bianda e Coric sono due ragazzi che sono vittime del contesto del passato e adesso non abbiamo trovato soluzioni finora però io ho ancora speranza di trovarle in questo mercato. Ci sono ancora tanti giocatori in scadenza, possiamo parlare di Zagadou o altri. Su questo parleremo in futuro".

Belotti ha firmato per un anno con opzione per altri due. Può spiegare il perché?

"La verità è che siamo stati veramente creativi in due o tre operazioni. Questa creatività viene dalla necessità. La più importante è che tutti i giocatori hanno accettato. Quando i giocatori hanno accettato è perché stanno comodi e sono felici. Per me non è importante 2+1, 1+2. La verità è che sono dettagli della trattativa e dei contratti che non voglio divulgare. Sono sicuro che Andrea è felice qui e sono sicuro che giocherà tanti anni a Roma e lui ha fatto uno sforzo per venire qui. Il contratto non sarà mai un problema".

Cristante e Spinazzola rinnovano?

"E' normale che quando cominciamo ad arrivare al termine dei contratti, è un tema che si deve discutere. Su Cristante io penso che rimarrà a Roma tanti anni, perché è un grande professionista e un grande giocatore con la mentalità giusta per rimanere qua. Da parte mia farò il possibile per farlo venire qui. Adesso fatemi riposare un po' perché è stato veramente pesante. Se tu mi fai questa domanda poi arrivano i procuratori che vogliono fare incontri".