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Ranieri: “Sarò l’uomo vicino ai Friedkin. Dybala? Se sta bene non lo levo dal campo”

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Le sue parole: "Il fato ha voluto che tornassi a casa. I giocatori dovranno dare il 120% altrimenti non giocheranno"
Redazione

Claudio Ranieri parla in conferenza stampa dopo il suo ritorno sulla panchina della Roma. Il nuovo allenatore giallorosso è arrivato mercoledì nella Capitale e ieri ha firmato il contratto fino al 30 giugno 2025. Poi resterà nella dirigenza e sarà un consulente dei Friedkin. Avrà voce in capitolo sulla scelta del nuovo tecnico.

LA CONFERENZA STAMPA DI RANIERI 

"Avevo smesso di allenare e non lo dico perché ne ho bisogno ma ho avuto più richieste in questi mesi rispetto a quando avevo vinto la Premier League con il Leicester ma ho detto di no. Solo per due casi sarei potuto tornare: la Roma e il Cagliari nel caso in cui le cose fossero andate male. Ero convinto di andarmene per fatti miei ma il fato ha voluto che tornassi a casa. Pensavo che la mia storia potesse iniziare e finire a Cagliari, ma ho iniziato alla Roma da giocatore e finirò da allenatore e dirigente. Ci tenevo a dirlo".

I Friedkin hanno fatto tesoro degli errori? “Io parlo sempre in faccia e gliel’ho detto. Lui mi ha lasciato a bocca aperta per le cose che ha detto e per il bene che vuole al club e alla città. Mi ha detto che non può girare il mondo e vedere Roma che è al centro del mondo, con una squadra che non va. Ha speso tanti soldi ma non è riuscito a fare quello che aveva intenzione di fare. Ora tocca a me con la mia esperienza. Quando mi ha detto queste parole non ho potuto dire altro che sì. Lo ringrazio perché mi ha riportato a casa. I tifosi sanno che farò di tutto. Questo è quello che mi sento di dire a voi e a tutti quanti. Siamo abituati a vedere le cose in modo piramidale, i Friedkin invece vedono la Roma in maniera orizzontale. Le decisioni vengono prese da tutti quanti. Stiamo lavorando per riportare la Roma dove merita di stare. Gli ho detto che ha speso tanti soldi, e che dovrebbe dirlo ma mi ha detto di aspettare. È scioccato perché ha messo tanti soldi senza avere risultati. Qualcosa è andato storto. Mi auguro che le cose ora possano andare nel verso giusto sia come tifoso che come uomo all’interno della società". 

Qual è il sistema di gioco giusto per questa squadra? "Credo che ormai non ci sia più un sistema base se non per quelle squadre con allenatori che stanno lì da tanti anni. Anche Gasperini non gioca più a 3. Gli allenatori cercano di modificare durante la partita per stravolgere i piani dell'avversario. Non sarei onesto con me stesso se dicessi come giocherà la Roma. Devo vedere chi è in forma e poi sceglierò. Non è questione di moduli ma di giocatori che devono avere voglia di sputare sangue sul campo. Non devono mollare un centimetro. Io sono più tifoso di tutti i tifosi. A Genova vincevo 3-0 poi ho perso 4-3. Dopo la partita sono andato negli spogliatoi e ho salutato tutti. I tifosi devono starci vicino. Giocare in casa con i fischi dei propri tifosi è la cosa peggiore che ci può essere. E' giusto essere scontenti ma non era l'impegno che mancava, molte volte correvano a vuoto. Mettevano tutto ma le cose non venivano. Credo nella fortuna ma va sudata e guadagnata. Voglio una squadra e un pubblico coeso. Adesso ci sono 3 partire difficili ma dobbiamo lottare fino all'ultimo secondo ed essere orgogliosi di quanto fatto anche in caso di sconfitta. Questo mi sento di promettere ai tifosi".

Quali sono gli obiettivi? "L'obiettivo è fare il massimo. Ho dei premi a livello di obiettivi. Quando ero all'estero ho messo anche la vittoria del campionato con una squadra che si doveva salvare. Non mi voglio precludere nulla, sono un persona positiva. Anche da giocatore ero così. Qui c'è gente che fa delle trasferte incredibili. Quando sono tornato da Cagliari ultimamente, ho trovato 3 tifosi della Roma che tornavano dal Belgio. Gli ho chiesto quale giro avessero fatto per arrivare a Cagliari dal Belgio e poi tornare a Roma. Mi hanno detto che era per una questione economica. Quando andiamo in campo dobbiamo sentire anche questo. Sono l'uomo vicino i Friedkin, per fare tutto quanto insieme. Si deciderà e si cercherà di sbagliare il meno possibile. È più facile criticare che fare, noi proveremo a fare le cose nel verso giusto. Questo mi è stato chiesto. Friedkin ha bisogno di una persona che sa di calcio, conosciuto, per aiutarlo a far sì che la Roma stia sempre in alto in classifica. Vuole una società e una squadra seria, di gente che lavora. Stanno facendo belle cose. Vuole che la Roma sia riconosciuta anche a livello calcistico".

C’è l’idea di riportare Totti? “Non sono chiuso a niente ma adesso l'importante è riportare in alto la squadra. Poi si parlerà con Francesco, perché no. Vediamo se potrà darci una mano. Questo non significa fare un titolo su un suo ritorno a Roma. Non ho chiesto nulla al direttore. Prima voglio conoscere, voglio toccare con mano. La Roma ha preso tanti giovani validi che però vanno inseriti in una squadra compatta che non c'era prima. Invece di proteggerli erano allo sbaraglio. Vediamo quelli che sono bravi per me da qui a gennaio, poi se ci sarà l’opportunità di prendere qualcuno, sono sicuro mi accontenteranno. Nessun giocatore gioca contro l'allenatore. Ci sono allenatori che riescono a trovare le chiavi per ogni singolo giocatore per fargli dare il 120%. Poi ci sono giocatori e allenatori che non trovano il feeling e questo gli fa dare l’80% ma alla Roma non basta. Alla Roma devono dare il 120% altrimenti vengono fuori dal campo. Ho letto critiche a giocatori importanti ma li vedevo correre come matti, forse lo facevano male. Il cuore lo hanno sempre messo, hanno dato il massimo. Non dobbiamo fischiarli, fatelo a fine partita. Durante la partita stateci vicino". 

Ha sentito De Rossi? La squadra sente la sua mancanza? "Sì e lo sentirò anche in questi giorni. Oltre ad essere stato un mio giocatore, è una grande persona. Lo spogliatoio, al momento, aveva solo 6 giocatori. C’è stato un po’ di elettroshock con tutti questi cambi ma mi auguro di riportare tutti nella stessa direzione”.

Perché la Roma è in questa situazione? “Di motivi ce ne sono ma non mi interessano. È arrivato un nuovo allenatore e adesso devo fare il massimo con questi giocatori. Non mi interessa del prima, devo vedere cosa succede da oggi in poi”. 

Ci promette che non vedremo più Angeliño difensore centrale? Soulé e Dybala possono giocare insieme? "Lo prometto. Soulé e Dybala possono giocare insieme. La squadra è composta da equilibri. Penso che potranno farlo ma non posso prometterlo ora".

I Friedkin hanno ammesso i loro errori o hanno capito gli errori di altri? Avete parlato della nuova dirigenza? "Io voglio stare sempre solo, l'importante è lo spogliatoio. Capisco che in Italia il presidente deve essere presente, purtroppo qui è così. Invece se ci fate caso, tutte le proprietà straniere parlano pochissimo. In quattro anni che ho fatto al Chelsea non hanno mai parlato. Solo qui abbiamo bisogno della figura del presidente. Si è reso conto? Se mi h chiamato evidentemente sì. Mi ha detto che vuole portare la Roma ad alti livelli e per questo ha chiamato me. Cosa mi deve dire di più. Una volta che ho i giocatori di cosa altro ho bisogno. A voi servono altre figure per le notizie e vi capisco. Non è facile riempire ogni giorno le pagine, avete la mia stima. Io sono e faccio l'allenatore. Non è il primo presidente che mi chiede di fare questo. Non ho voluto parlare dei soldi, né con i procuratori". 

Cosa ha chiesto allo spogliatoio? "Che voglio il massimo da loro, che diano tutto. Voglio che portino gioia. Qui si lavora seriamente ma con il sorriso. Siamo delle persone fortunate perché ci siamo scelti il mestiere ma ci sono milioni di persone che non possono farlo. Per questo dobbiamo venire qua con un grande sorriso e lavorare con grande determinazione".

Ha pensato di riportare De Rossi in panchina con lei come direttore? "Adesso mi è stata data la direzione della panchina e quindi penso a questo. Non mi sento di illudere nessuno, poi vediamo".

Il caso Dybala? "È la prima cosa che ho chiesto al presidente. Gli ho detto che farò come mi pare. Non mi interessa se ci sono clausole o meno. C'è stato in passato un presidente che mi ha chiesto di non far giocare un giocatore ma gli ho risposto che avrebbe dovuto metterlo lui fuori rosa essendo il presidente. Se il giocatore è in rosa, scelgo chi voglio. Ne ho parlato con il presidente, gli ho parlato in faccia. Gli ho detto che sceglierò chi voglio. A lui è andato bene altrimenti non mi avrebbe preso. Sulla questione fisica ne parlerò con il ragazzo. È di un'altra categoria. Quando sta bene fa la differenza. Parlerò con il ragazzo. Ieri gli ho fatto i complimenti per una partita che ha giocato contro la mia Sampdoria. Mi ero complimentato con lui e con Ronaldo che avevano segnato e se lo ricordava. Avrà la mia massima considerazione. Lo farei giocherà 90 minuti tutte le partite, ho dubbi possa farcela, ma se ce la fa non lo levo dal campo".

Quando l'ha chiamata il presidente? Il ruolo dirigenziale era stata già proposta dalla proprietà o ne avete parlato dopo? "Florent mi ha chiamato lunedì mattina e poi è venuto a parlarmi a casa mia. Mi ha detto che il presidente ci aspettava a Londra. Il ruolo? È stato deciso così. Sarò allenatore, dirigente, la persona vicina al presidente e a Ghisolfi per provare a fare tutti insieme il bene della Roma".

Lo farà giocare Hummels? "Mi sono andato a vedere un po' di partite. Mi sono visto la finale con il Real Madrid e quella contro il PSG dove ha segnato di testa. Perché non dovrebbe giocare? Vediamo, ha una certa età ma vediamo. Scelgo chi mi fa vincere aldilà del sistema di gioco. Sbaglierò sicuramente ma vediamo".