Pedro, primo acquisto di questa sessione di mercato e già impiegato da Fonseca a Verona, si è presentato in conferenza stampa con il Ceo Guido Fienga. Nonostante l'infortunio alla spalla rimediato nell'ultima partita giocata con il Chelsea, lo spagnolo ha bruciato le tappe mettendosi subito a disposizione di Fonseca e giocando per 90 minuti nella sfida pareggiata 0 a 0 sul campo contro l'Hellas Verona, risultato convertito poi dal giudice sportivo in una sconfitta a tavolino per il caso Diawara. Queste le sue parole:
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Pedro: “Quarto posto obiettivo minimo. Contenti che Dzeko rimanga” – AUDIO – FOTO – VIDEO
Queste le parole dello spagnolo: ''Sto imparando in fretta il calcio italiano. Voglio ricambiare l'affetto dei tifosi''
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Sappiamo tante cose della tua splendida carriera. Hai vinto 29 trofei e soprattutto ricoperto molti ruoli in attacco con tanti allenatori diversi. Volevo chiederti: in questo sistema di gioco di Fonseca, il 3-4-2-1, quale è il ruolo in cui potresti rendere di più?
Credo che in questo sistema di gioco il ruolo più adatto per me potrebbe essere alle spalle della punta. Un ruolo che possono ricoprire anche Mkhitaryan, Carles Perez o Zaniolo. Ci sono tanti giocatori che possono stare lì. Io mi trovo bene lì, mi sento comodo. E' una zona da cui posso inserirmi in area e creare spazi per la punta. Posso giocare anche esterno, sia a destra sia a sinistra. Non sarà un problema. In ogni caso mi adatterò e giocherò dove il mister riterrà opportuno.
Hai affrontato la Roma con il Chelsea: cosa manca a questa squadra per essere al livello di quella squadra che arrivò in semifinale di Champions League?
Credo che siamo una squadra buona con tanti giovani. E' un progetto a medio e lungo termine con giocatori di esperienza, come Mkhitaryan e Dzeko, che sono alcune delle ragioni per cui sono qui per creare una mentalità vincente. Vogliamo tornare a giocare la Champions per tornare ai livelli della squadra di qualche anno fa, quando all'Olimpico con il Chelsea affrontammo giocatori molto forti. Oggi la squadra ha un mix buono di esperienza e gioventù, l'obiettivo è quello di creare una mentalità vincente per raggiungere gli obiettivi del club, dei tifosi e dei giocatori.
Hai già battuto la Juve in finale di Champions, sei il calciatore più titolato della Roma e affronterai la squadra più titolata di Italia. Senti di avere una responsabilità maggiore?
Ogni volta che si affronta la squadra campione in carica, a maggior ragione la Juve con una striscia lunghissima di campionati vinti, l'aspettativa è sempre molto alta. Dobbiamo sempre scendere in campo per vincere in ogni gara di Serie A e in Europa League, mostrando una mentalità sempre vincente, giocando alla pari anche con le squadre più forti. Sappiamo che la Juve è un avversario difficile da battere ma vogliamo mettere in campo il nostro spirito domenica, anche perché queste sfide contro questi avversari ci danno stimoli importanti.
Stadio Olimpico, 27 maggio 2009: cosa ti viene in mente?
Non posso che conservare soltanto bei ricordi di quell'occasione, la mia prima finale di Champions vinta. Tra l'altro ho avuto la fortuna di giocare negli ultimi minuti, ero molto giovane e al primo anno da professionista al Barcellona. Far parte di una finale è stata la realizzazione di un sogno. Tornerò a giocare dopo tanto tempo in questo stadio, non posso che avere bei ricordi di quella data.
Che motivazione hai nel giocare in un club in costruzione?
La motivazione è sempre la stessa: avere una voglia interiore di vincere. E' una sfida complicata, dobbiamo procedere passo dopo passo creando una mentalità forte e vincente. L'obiettivo è raggiungere la Champions, un obiettivo minimo, e abbiamo la rosa all'altezza per farlo.
Dzeko ti sembra felice di rimanere?
Lo vedo contento. E' il nostro capitano e come diceva Fienga è un calciatore di un livello straordinario. Ha un peso specifico importante nel nostro spogliatoio, siamo contenti che resti con noi. Fa la differenza e aiuta a vincere le partite. Sono contento che resterà con noi, ci servono giocatori di qualità per raggiungere i nostri obiettivi.
Conosci meglio di altri calciatori il concetto di mentalità vincente. Si è parlato molto della panchina di Fonseca: che consigli ti senti di dare ai compagni?
Sappiamo che affrontiamo un avversario complicato. Dovremo essere solidi in attacco e in difesa, senza ascoltare voci che ci possono distrarre. Dobbiamo fare una grande partita per poter ambire a vincere. Servirà commettere meno errori possibili.
Quanto è stata determinante nella tua scelta quello di avere poi in squadra giocatori di esperienza come Mkhitaryan e Dzeko?
E' molto importante questo aspetto. Sono entrambi giocatori di livello ed esperienza, come altri che compongono la rosa. E' una squadra giovane con elementi di esperienza, un fattore importante quando un calciatore sceglie una squadra perché si sa che solo i grandi giocatori di permettono di ambire ai grandi risultati. Mi hanno accolto in maniera incredibile nello spogliatoio e devo ringraziare anche i tifosi per l'affetto che mi hanno dimostrato dal momento che sono arrivato. Spero di ricambiare.
Che obiettivi vi siete dati nello spogliatoio? La squadra può tornare in Champions League?
L'obiettivo deve essere sempre quello di vincere, come faccio io personalmente ogni volta che scendo in campo. Quando pareggio o perdo, anche in allenamento, sono immancabilmente arrabbiato. Vogliamo ambire al massimo, cercando di vincere il campionato, l'Europa League e tutte le competizioni dove partecipiamo. Sappiamo che è difficile ma l'asticella deve essere sempre alta. I conti poi si faranno strada facendo. Ribadisco che la Roma, come club e tradizione, è una squadra che merita di giocare la prossima Champions.
Contro il Verona hai avuto un primo contatto con le difese a uomo italiane. Conoscevi questo aspetto e quanto è importante per te l'intelligenza tattica per uscire da situazioni del genere?
Già conoscevo il calcio italiano, anche se non avevo avuto modo di vederlo così da vicino. Un calcio in cui è difficile trovare spazio, un calcio molto tattico con tanti giocatori dietro la linea della palla. E' importante l'intelligenza, essere mobili e creare occasioni. Il campionato inglese è totalmente l'opposto e per questo potrei avere delle difficoltà. Sto lavorando tanto in allenamento e sto vedendo tante partite per riuscire a imparare in fretta questo calcio.
Sei a Roma da un mese esatto. Cosa ti ha colpito di più della città e dei tifosi?
Questa città è fantastica, ha una storia incredibile. Ho passeggiato per il centro e ho avuto modo di conoscere qualcosa. Ho ricevuto un'accoglienza molto affettuosa, ulteriore motivo per cui sono contento del mio arrivo nella Capitale. Voglio ricambiare in campo questo affetto.
Abbiamo parlato della felicità del club di averti qui con la tua esperienza e la tua mentalità. All'atto pratico quale sarà il tuo ruolo?
Non soltanto io, ma tutta la squadra deve essere convinta di vincere le partite. Personalmente cercherò di dare il mio contributo in termini di gioco e di esperienza per far si che questo mix possa essere vincente. Dobbiamo essere compatti, uniti, perché è estremamente improbabili che un calciatore da solo possa vincere dei titoli.
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