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Mourinho: “Siamo in ritardo col mercato. I tifosi devono “giocare” in attacco”

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Le parole dello Special One: "Non piango per l'attaccante. La società fa il possibile per risolvere la questione ma io alleno i giocatori che sono a disposizione. Non parlo del signor Matic, lo deve fare lui"
Redazione

José Mourinho torna a parlare. Lo Special One alle 15 all'interno della sala stampa di Trigoria ha risposto alle domande dei giornalisti presenti nella consueta conferenza di vigilia. Domani i giallorossi apriranno il campionato contro la Salernitana (ore 18:30) ma il portoghese (così come Foti e altri due collaborati) non potrà guidare la squadra causa squalifica. Stefano Rapetti prenderà il suo posto insieme a Bruno Conti che tornerà in panchina dopo 18 anni.

MOURINHO IN CONFERENZA STAMPA

Inizia il campionato senza rinforzi in attacco. "Abbiamo lavorato bene, molto bene. Arriviamo praticamente con 40 giorni di lavoro dove tutti i giocatori hanno fatto il 100% del lavoro o quasi. Abbiamo avuto pochissimi problemi, nemmeno quelli che di solito ci sono in pre season. Nessuno domani rimarrà fuori per infortunio. Abbiamo due giocatori importanti fuori per squalifica però arriviamo bene. Ringrazio tutto lo staff e tutti i giocatori perché abbiamo lavorato molto bene in questo periodo. Siamo migliorati in diversi aspetti del nostro gioco. Paredes e Renato Sanches ci aiuteranno perché hanno qualità ma non sono preparati per giocare con noi conoscendo i nostri principi e dinamiche. L'attaccante? Lo sappiamo. Venire qua a piangere non vale la pena. Sappiamo tutti che dal momento che abbiamo perso Abraham, non abbiamo fatto niente per compensare questa situazione. È una cosa che tutti noi sappiamo. La società fa il possibile per risolvere la questione ma io alleno i giocatori che sono a disposizione. Chiedo una volta in più ai nostri tifosi di giocare domani da attaccanti, abbiamo bisogno di loro. Abbiamo anche due giocatori fondamentali per noi che sono fuori. Possiamo fare quello che abbiamo fatto questa settimana. I tifosi ci possono perfettamente aiutare. Lo stadio è pieno e ci sarà un caldo incredibile. C'è chi è arrabbiato per la questione delle bandiere, ma io dico "andiamo" perché abbiamo bisogno di tutti dall'inizio. Mi fido dei ragazzi nonostante le difficoltà".

Domani arriva la Salernitana che conosce bene. Che partita si aspetta? “Ha potenziale per arrivare in Europa. Hanno un ottimo allenatore e una rosa di grande esperienza. L’anno scorso hanno fatto tanti risultati positivi, non hanno vinto molto ma hanno perso pochissime volte. Mi aspetto una partita difficile come lo sono tutte in Serie A. Ripetere che mancano Pellegrini e Dybala sarebbe ripetere una cosa che sappiamo. Il mondo del calcio qualche volta mi stupisce perché siamo ancora tanti anni indietro. Iniziare una competizione dove l'obiettivo è arrivare il più in alto possibile, e avere giocatori squalificati per i gialli della scorsa stagione, è una cosa fuori moda. Lo avrei capito per un'espulsione. Ci sono tanti giocatori che salteranno la prima gara per le ammonizioni e mi sembra fuori moda però è così". 

Cosa possono dare Renato Sanches e Paredes? La sua su Matic? “Del signor Matic penso che sia lui che deve dire qualcosa. Dopo aver sentito le parole del direttore sportivo del Rennes, non abbiamo bisogno di dire altro. Ha detto che ci parlava da più di un mese e cosa posso aggiungere di più, non c’è niente da dire. Sono contento di Paredes, molto contento. È un giocatore che mi piace da tanto però la stagione scorsa non è stata positiva anche se è diventato campione del mondo. Alla Juve però non ha fatto una grande stagione. Non ha fatto preparazione. Non ha fatto lavoro di gruppo o con la palla, neanche partite di preparazione però è in condizione positiva soprattutto mentale. Partirà dalla panchina ma domani ci può dare una mano anche se non per tanti minuti. Mi piace come gioca in quella posizione”. 

Ha parlato con Friedkin? Ha avuto quello che pensa di meritare? “Aspettiamo la fine del mercato per poterlo valutare in modo globale. È difficile farlo adesso però tante cose che sono state fatte, sono state fatte molto bene. Fare 30 milioni in modo molto veloce sotto grande pressione, penso che il direttore e la società hanno fatto molto bene. Ho dato un contributo anche io con i giocatori che avevano poco valore e un anno e mezzo dopo sono stati loro ad aiutare il club a salvare una situazione limite. Con le limitazioni che noi abbiamo per il FFP, è stato fatto un ottimo lavoro. Difficile fare meglio. Servirebbe un po’ di equilibrio in questa analisi. Paredes, Renato e Aouar sono tre giocatori che mi piacciono però quante partite hanno giocato lo scorso anno? Aouar veniva da una stagione difficile, così come Paredes nella Juventus. Renato Sanches nell'ultima stagione ha avuto tanti infortuni che non gli hanno permesso di giocare con continuità. Mi piacciono ma devo lavorare con loro per prepararli. Devo tutelarli e non facciamo paragone con altri club che hanno investito molto in giocatori molto bravi. Di Llorente e Ndicka sono contento. Llorente nello scorso anno abbiamo capito che ci sarebbe servito. Ndicka ancora non sa giocare con noi, deve imparare ma la società ha fatto bene. Mi fa male al cuore leggere certe analisi su Ibanez. Troppo facile parlare di lui e dire che ha sbagliato un paio di partite importanti, di quelle che la gente non dimentica. Sarebbe più onesto dire che per noi è stato fantastico. Il più veloce, il più pericoloso su palla inattiva, e invece leggo che non era importante per noi. La società e Pinto hanno fatto un grandissimo lavoro. Non è facile dire che sono super contento perché il campionato inizia domani e non il 31 agosto. È difficile però rispetto e sono tranquillo, non sono arrabbiato. Cerco di essere sempre positivo. Sono positivo anche perché i giocatori hanno bisogno di questo. Il direttore e la società vogliono quello che voglio io, non siamo a lati opposti del fiume. Siamo insieme. Domani però quando entriamo in campo, ci sarà Stefano in panchina ad aiutare la squadra, però l'allenatore sono io". 

Confronto con i Friedkin? "Non credo che sarebbe contento se parlassi del mio rapporto con lui e se in estate ci siamo incontrati. Essendo una persona molto privata alla quale non piace avere le "luci", sono un suo impiegato e quindi non commento il mio rapporto con il proprietario".

La Roma nonstate le difficoltà ha preso soldi ma le è stato spiegato il perché non è ancora stato fatto un investimento? “Ci sono numeri che non ho ancora capito bene. Nel FFP e nell’accordo che la Roma ha firmato con la Uefa, ci sono dei punti che ancora non ho capito. Principalmente quando si paragona con altri club che hanno situazione da risolvere per non parlare di squadre che sembra giochino in un universo diverso dal nostro. Questo però non è compito mio. Lavoro con i giocatori che ho a disposizione e mi fido della parola del direttore e della società. Mi hanno detto che non finiremo il mercato senza risolvere la situazione dell'attaccante. Siamo in ritardo e oi internamente lo sappiamo. Se non è stato ancora risolto il problema è perché non hanno potuto. Non hanno avuto lo stesso successo che hanno avuto con altri giocatori in altre posizioni. Devo aspettare però devo giocare domani. Devo giocare nella mia stanza fidandomi della gente che sta in panchina e nello spogliatoio. È una cosa che facciamo dall'inizio della pre season dove non sono andato in panchina né nello spogliatoio. Abbiamo preparato la gente al meglio. I giocatori si sono allenati molto molto bene e mi devo concentrare per domani. Vediamo se la prossima settimana succede qualcosa e se non succede andiamo a Verona con la stessa mentalità. Siamo un gruppo unito e consapevole del nostro potenziale e dei nostri problemi".

La Roma ha rincominciato con 3 centrocampisti e 2 attaccanti. Cosa può dare questo modulo? Pellegrini può giocare insieme ad Aouar? “Sì, può farlo. Tutto dipende dal momento e dall’avversario. A centrocampo abbiamo tanta gente multifunzionale. Non abbiamo giocatori che hanno una sola posizione e con un solo modulo. Cristante può fare tutti i ruoli, così come Pellegrini e Aouar. Renato invece è un vero 8. Abbiamo tante possibilità”. 

Lo scorso anno sembra ci sia stato un problema politico tra lei e gli arbitri. Volevo sapere se avete fatto qualche valutazione in questo senso. C’è un problema per la Roma? “Una cosa è la Roma, un’altra sono io. Per me la cosa è semplice: non so se è un problema politico o meno, a me interessa solo il campo, la partita, l’arbitro, il quarto uomo e l’altra panchina. Questa cosa è uguale per tutti. Serve onestà. “A me non piace Mourinho”, non interessa. Durante la partita l’arbitro deve vedere tutti allo stesso modo. Faccio una piccola sfida, domani guardate entrambe le panchine e dopo alla fine facciamo i complimenti agli arbitri perché le hanno guardate allo stesso modo. Non voglio dire nulla. Non sono neanche preoccupato, è il gioco. I giocatori della Roma sono uguali agli altri, la panchina lo stesso. Siamo tutti uguali, questa è l’unica cosa che voglio”.

Le è piaciuta la risposta del gruppo sul caso Matic? "L'uscita del signor Matic non ce l'aspettavamo però la Roma ha risposto immediatamente e in modo fantastico. Matic ha giocato per noi circa 50 partite lo scorso anno, è stato un grandissimo giocatore e importante per noi. Lo abbiamo perso però vengono Paredes e Renato, non "Peppino e Tonino". Il problema sarebbe stato non sostituirlo. Non sono al massimo livello però sono due giocatori che se recuperano bene fisicamente e mentalmente, hanno grande qualità. Il gruppo è sempre stato fantastico. La gente che va via lo fa piangendo. Il contatto fra la squadra e me stesso con Sergio Oliverira, Veretout, Diawara a gli altri, non dico che è di tutti i giorni ma siamo ancora una famiglia. La famiglia continua. Guardiamo avanti e benvenuto a chi è arrivato. Spero capiscano velocemente la dinamica di gruppo".

 

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