news as roma

Spalletti: “Con Totti tutto ok. Le sorti della Roma non dipendono da uno solo. Dzeko? Faccia vedere chi è” – AUDIO – VIDEO1/2

Spalletti: “Con Totti tutto ok. Le sorti della Roma non dipendono da uno solo. Dzeko? Faccia vedere chi è” – AUDIO – VIDEO1/2 - immagine 1
Il mister toscano nella sala stampa di Trigoria, alla vigilia del turno infrasettimanale contro i granata di Ventura (Olimpico, ore 20.45): "C'è Totti e c'è la squadra, io penso alla squadra e all'obiettivo della vittoria. La squadra ha vinto...

Jacopo Aliprandi

Sarebbe dovuta essere la conferenza stampa che anticipa Roma-Torino, ma inevitabilmente le domande non potevano che essere incentrate sulla vicenda Totti. Il confronto acceso nel post partita di Bergamo tra il tecnico e il capitano giallorosso ha avuto ampio risalto nella sala stampa di Trigoria, con chiarimenti e dibattiti tra Spalletti e i giornalisti. “Da un punto di vista nostro è tutto a posto – ammette l’allenatore -. Lavoriamo in funzione del Torino, non parliamo più di quanto accaduto. Ieri abbiamo messo a fuoco quello che era venuto fuori, è chiaro che devo intervenire sulle regole e la moderazione che devo usare per quanto riguarda i messaggi forti che vengono dati verso la squadra. Ma è tutto a posto”.

ELOGI CON RISERVA -  È tutto a posto, ma il rapporto ‘lavorativo’ tra i due rimane sempre appeso a un filo. Totti deve accettare la panchina e stare alle regole del gruppo, perché è quello che conta. “Una squadra non dipende da un giocatore. Il suo gol? Non è corretto togliere i meriti ad altri calciatori che hanno contribuito, è distorcere la cosa che è successa, questo non lo accetto. Molte partite le abbiamo vinte anche senza Totti, per cui hanno un valore anche gli altri e lo tengo in considerazione, io ho un messaggio da mandare alla squadra. Mi dispiace per Francesco se la interpreta diversamente, ma è un problema suo se lo fa. Non nostro e mio”. È un dato di fatto però che il capitano giallorosso con la sua rete abbia salvato i giallorossi dalla sconfitta: “Si è vero, ha salvato la partita. Poi se avesse fatto tre contrasti stronca gambe come altri giocatori sarebbe stato meglio”. Insomma, un elogio ma sempre con riserva.

ALTRI 5 TOTTI –  Aspettare il proprio momento per scendere in campo nel suo ultimo periodo alla Roma. Perché ormai è sempre più chiaro che Totti e la Roma a fine stagione si separeranno. A certificarlo è anche Spalletti che vorrebbe trovare nuovi leader: “Io tento di trovare altri 4-5 Totti, mi ci vogliono. Trovarli, crescere o far crescere altri 4-5 giocatori di questo livello. È un discorso che riguarda lo spogliatoio e lo dico dentro allo spogliatoio”.

TORINO – Al di là del discorso Totti, la Roma domani affronterà i granata: “Il Torino sa compattarsi molto bene e sa ripartire, riconosce la palla giocata in verticale, i movimenti delle punte sono a memoria, Ventura è un maestro di calcio, oltre a essere una persona eccezionale”. Due pareggi, contro Bologna e Atalanta, che hanno minato i sogni di conquista del secondo posto. “A volte dei momenti in cui le cose non girano bene possono esserci, bisogna che la squadra abbia delle ricerche continue, di gestire la partita, nella lotta, nel duello perdiamo qualità in base alle scelte che faccio”, dichiara il tecnico, che domani vuole vedere la squadra che ha Bergamo è riuscita a riprendere il pari, e non quella che sopra di due gol si è fatta recuperare: “Mi aspettavo più esperienza dopo il 2-0, avevo fatto una scelta in base a cui la squadra fosse più esperta, invece i fatti non mi hanno dato ragione. Non penso ci saranno scorie, ci sono momenti criticabili e momenti esaltabili, siamo andati sul 3-3 e abbiamo avuto la palla per il quarto gol”.

ULTIMATUM DZEKO - Un'ultima battuta Spalletti la riserva anche su Dzeko, molto criticato per i suoi errori sotto porta a Bargamo. "Dzeko è Dzeko. Da qui in avanti dipende da lui, mi fa vedere di essere quella punta che è". Qusi un ultimatum per l'attaccante bosniaco che da qui alla fine del campionato dovrà mostrare le sue qualità: anziché portarci un po' del suo calcio inglese, lui ha sbagliato a prendere l'idea che gli abbiamo dato. Ci deve far vedere che è Dzeko perché non c'è più tempo"

 

Spalletti fa il report sulle condizioni dei giocatori

"Lobont out perché ieri ha subito botta al gomito destro, Gyombr rientra, Digne ok in gruppo, Pjanic va valutato oggi però la facciamo in gruppo, sia lui sia Digne che ieri hanno fatto a parte. Per quanto riguarda il resto tutti a disposizione, Pjanic un piccolo affaticamento agli adduttori e al pube, ieri sensazioni buone oggi va rivalutato e poi c'è la rifinitura e il risveglio di domattina".

Come si spiega i due pareggi consecutivi e se ritiene possa esserci stato un calo post rimonta che togli e energie?

Io me li spiego che a volte dei momenti dove le cose non girano per il verso giusto possono succedere, è chiaro che la squadra bisogna che abbia delle ricerche continue che è quella di gestire la partita, di fare la partita. Nel duello perdiao un po' di nostre qualità, le nostre carateristiche in base alle scelte che ho un po' fatto ultimamtne. Ci vorrebbe poi il premio, quando fai girar palla come è successo contro il Bologna quando ti crei delle situazioni importanti, poi se non riesci a far gol gli altri si chiudono, diventa partita più muscolare e fisica e perdiamo qualcosa. Sto parlando della partita di Bologna. Contro l'Atalanta ragionamento diverso, la scelta è stata di una squadra pi ù fisica, anche il Bologna è forte sulle palle inattive, ma l'Atalanta ancor di più, sa sfruttare quella fisicità, sa andare poi su quelle che sono riconquista di palle di nessuno, c'è la palla di possesso c'è il momento che hai la palla, quello in cui non ce l'ha nessuno, il momento di portare a casa quelle situazioni incerte, loro sono bravi soprattutto in casa. E poi hanno ripartenza e contropiede, dovevamo stare più attenti. Ragionamenti diversi in due partiti, non siamo riusciti a sfruttare fino in fondo nessuno dei due ragionamnti che abbiamo fatto. Però la squadra ha fatto buone cose in tutte e due le gare, mi aspettavo un po' più di esperienza dopo il 2-0, che gestisse meglio, perché avevo fatto questa scelta nel momento in cui si perde palla e invece poi difatti il risultato non mi ha dato ragione. Non penso poi ci siano queste scorie che ci portiamo nella prossima partita, ci sono momenti criticabili ma altri esaltabili, tipo di aver quasi vinto la partita di Bergamo perché sul 3-3 anche palla del 4 a 3. Bella reazione.

Dal punto di vista fisico ha visto squadra in difficoltà durante e dopo l'Atalanta, che si aspetta contro il Torino?

No fisicamente non l'ho vista in difficoltà, l'ho vista in difficoltà negli equilibri. Contro il Torino se non saremo più bravi, rischiamo di avere le stesse difficoltà perché il Torino è un'altra squadra molto attenta che sa compattarsi bene in difesa e sa ripartire benissimo e riconosce poi la palla giocata in verticale sulle due punte, movimenti a memoria delle punte davanti, Ventura lo conosco bene è un maestro di calcio e persona eccezionale. Lui sa dare l'impronta di quello che è il suo stile e il suo modo di lavorare alle squadre, il fatto che sia stato in un grandissimo club come il Toro evidenzia che sa lavorare e convincere tutti col lavoro sul campo. Noi in questa partita qui dobbiamo fare attenzione, soprattutto alle cose che abbiamo detto e se ci riusciamo è chiaro che possiamo vincerla però dobbiamo essere bravi.

Può essere un motivo di distrazione la vicenda Spalletti-Totti o può essere trasformata in qualcosa di positivo?

Motivi di distrazione sono quelli che succedono negli spogliatoi con una forza tale che distraggono, questo non è così, quelli che succedono fuori non soltanto dentro gli spogliatoi. Dal nostro punto di vista tutto a posto, lavoriamo in funzione del Toro, non parliamo più di quanto detto in questi due giorni. Già quando ci siamo incontrati ieri abbiamo messo a fuoco tutto quello che era venuto fuori, è chiaro che io debbo intervenire su quelle che sonno le regole e quello che è la moderazione che debbo usare per quanto riguarda i messaggi forti che vengono poi dati verso la squadra, però è tutto a posto.

I numeri di Keita: con lui la Roma ha guadagnato 25 punti su 27 a disposizione, senza Keita 9 su 16, ha vinto solo col Carpi. Come mai è rimasto in panchina a Bergamo e le chiedo anche se il prossimo anno non diventa difficile sostituirlo, per caratteristiche ed esperienza.

Devo riprendere la risposta a Mangiante, io devo moderare i messaggi che vengono mandati verso la squadra. Tu vorresti dire che Keita c'ha fatto fare quei punti e gli altri non contano e con lui gli altri rendono di più? Non è vero questo, una squadra non dipende da un giocatore, i risultati non dipendono da uno solo. Posso rifarmi quindi anche a quanto successo con Totti dopo il terzo gol... di quello che io volevo dire poi quando mi viene posto il messaggio che deve assorbire la squadra che il pareggio l'ha fatto Totti. O che la Roma è questo o Keita perché se non gioca lui la Roma non faceva risultato, questo lo debbo moderare perché non è corretto non è giusto. Ci sono altri giocatori che sanno fare contrasto, giocare la palla, come Seydou. Nel caso del gol di Francesco, c'è una giocata di Dzeko, una eccezionale di Perotti, due contrasti a spezzagamba di El Shaarawy ed Emerson, c'è una palla riconquistata di Florenzi in scivolata e messa li per essere calciata. E poi c'è il grandissimo gol di Totti. Però ci sono anche quest'altre cose . Perché levare i meriti della giocata di Perotti su quel gol e dire che dipende solo da quel gol lì. E' un voler distorcere quella che è la cosa che è successa, spostare dei meriti a uno o un altro. Questo non lo accetto e sono attento anche a questo.

Ripercorrendo gli ultimi due mesi, quando la squadra ha iniziato a funzionare abbiamo ascoltato l'intervista di Totti a Rai 1. Quando poi era forse nel momento migliore, parlo prima dell'Inter, abbiamo ascoltato Sabatini che si dimetteva. Domenica a Bergamo un pochino tutti vi siete lasciati prendere dal nervosismo. Ma la Roma soffre un po' di autolesionismo?

Sono cose che possono succedere, di ogni tanto dover intervenire e dire qualcosa. Sono tutte persone importanti e tutti credono di dirle poi in funzione di una crescita di un mettere a posto di un dare un messaggio, per cui poi naturalmente nell'intervenire si commettono degli errori, si fanno delle scelte sbagliate, per obiettivo per tempistica. Però poi le intenzioni sono di far bene, il giorno dopo ci si accorge senza nervosismo e tensione, e da persone che vogliono raggiungere o perseguire il solco tracciato, con dentro regole obiettivi principi, tutti insieme verso la vittoria della Roma, l'obiettivo che devono avere tutti.

Si sta parlando solo di Totti, ma lei dopo Bergamo ha detto che si disperdono attenzioni verso la squadra e verso la famiglia: a cosa e a chi ha fatto riferimento?

Si sta parlando solo di Totti perché è uno di quelli che ha fatto la storia della Roma. Io tento, come detto, di trovare altri 4 o 5 Totti perché mi ci vogliono di trovarli o crescerli, giocatori di questo livello. A chi mi riferisco? E' un discorso nostro, nello spogliatoio lo dico a chi mi riferisco. A cosa? Nella testa bisogna avere solo poche cose, perché il giorno son sempre 24 ore, io ho provato a fare due ore di straordinario ma non sono andato a 26, sempre a 24 sono rimasto. E nelle 24 ore tu ne devi dormire 7-8, devi usarne 3-4 per l'allenamento, recupere dopo, avere delle attenzioni. Poi è chiaro che le fette diventano più strette e c'è bisogno di tante attenzioni, perché se per esempio riguardo il gol preso a Bergamo è quello che ci frega, siamo disattenti e allora richiamo la squadra,m'hanno chiamato a posta, per far rispettare regole e principi, per andare a cercare di vincere tutte le partite. Tutte non le abbiamo vinte, qualcuna si e si tenta di andare avanti così, anche se ora sembra che si sia sbandato totalmente in base a ciò che leggo, invece abbiamo sempre il volano della macchina in mano.

 

Ha detto che Roma è un posto eccezionale per lavorare quando è arrivato, che non ci sono alibi. Lo pensa ancora? Penso a quello che ha detto di Dzeko, con l'ambiente che lo contrappone a Totti.

Io non ho parlato di ambiente, dico che c'è qualcuno che lo mette in contrapposizione perché basta vedere. L'ambiente per me rimane uguale, the roman way uguale. Ambiente eccezionale per lavorare. Dove sembrava che fosse tutto all'aria a vedere quello che ho letto e tutte le volte che mi ha telefonato Gianni dopo la partita, io che ho fatto? Il giorno dopo mi sono alzato 1 ora prima e sono venuto 1 ora prima, mi trovo bene nel mio ambiente e ho tentato di organizzare meglio il mio lavoro perché se è venuto fuori quello lì è segno che devo fare di più, che colpa anche mia, devo organizzare quello che questo ambiente eccezional mi mette a disposizione.

"Totti salva la Roma" è una sintesi giornalistica, anche il sito della Roma ha usato questa sintesi.

E' diverso che "Totti è la Roma". Totti salva la Roma sono d'accordo. Se magari ci si mettono anche quei tre contrasti stroncagambe fatti da altri giocatori, siamo perfetti.

Io volevo chiederle: dal 2005 al 2009 nella sua precedente era, tante volte si erano viste sintesi giornalistiche come questa. Tante puntualizzazioni non ce le ricordiamo però. Questo cambio è perché è cambiato lei, siamo cambiati noi? Anche a quel tempo facevano contrasti Taddei, De Rossi, Pizarro e altri.

Ho capito ma è un po' quel che ho detto, io devo trovare altri Totti, perché lui non è più quello lì è un po' cambiato sotto l'aspetto della gestione della partita totale, è differente. Ho necessità di trovare altri forti come lui e nel farlo devo moderare questi messaggi mandati alla squadra. E' giusto che vengano dati meriti anche agli altri. E' stato scritto di Totti anche nelle dieci partite in cui ne abbiamo vinte 8, eppure non ha giocato e si è scritto ugualmente di lui. Scriviamo anche di qualcun altro che è forte. Quando viene messa in contrapposizione quella che è la sua forza da quello che può essere il momento di Dzeko io intervengo. Totti è forte a prescindere, non c'è bisogno di mettere che Totti deve giocare al suo posto e che Dzeko deve andar via. Io faccio l'allenatore, devo far rispettare regole, guardare quel che succede negli spogliatoi, quel che viene detto, quello che viene preso come principio, come obiettivo e a volte se si pigliano obiettivi sbagliati intervengo e dico le cose corrette. Lei mi può dire se io ho detto cose che non reggono. Nel gol di Totti a Bergamo... che poi secondo me è più bella la palla che ha giocato dopo, quelli sono i suoi palloni, che la squadra ce l'ha come idea, però lui la gioca subito, gli altri meno. Perché non citare la grandissima giocata di Perotti? Quella vale tantissimo, noi di lui ne abbiamo bisogno e Francesco probabilmente l'ho fatto giocare poco, ma io lo tengo in considerazione e lo faccio nei momenti importanti. Sennò non avrebbe giocato quando la squadra aveva bisogno della sua qualità e classe, è stato messo in condizione di usarle, secondo me ho scelto i momenti giusti. Sarebbe stato più brutto, forse più attaccabile se messo suul 3-0, non è più brutto? Non nasce spontaneo pensarlo valutando la sua integrità? Io lo uso dove c'ho da ribaltare una partita e lui per poco non c'è riuscito e sarei andato a montargli addosso a fine partita.

Ma secondo lei non c'è il rischio di una personalizzazione al contrario? Come Totti salva la Roma è una personalizzazione trionfalistica, un abbassamento di tono eccessivo non è anche questa una personalizzazione?

Si vede dal tempo che dedica a questa questione che lei abbia degli interessi. Sembra che abbia interesse a volerne parlare sempre. Io dico che c'è un capitano e c'è una squadra. Il capitano è Totti e poi c'è la squadra. Io ho gli interessi della squadra, guardo quella, quando faccio la formazione e lo ripeto: non ho nè padre nè madre né figli né parenti, solo l'obiettivo della vittoria e lei può criticare poi se non la raggiungo, è giusto così. Ma io le scelte le faccio per questo e se si analizza cosa ho fatto finora è per quello e la squadra molte di queste partite le ha vinte anche senza Totti, per cui hanno un valore anche gli altri e lo tengo in considerazione, io ho un messaggio da mandare alla squadra. Mi dispiace per Francesco se la interpreta diversamente, ma è un problema suo se lo fa. Non nostro e mio. Io dico cose sane e giuste che direbbe chiunque allenatore e che pensa qualsiasi allenatore, perché come questa settimana c'erano gli allenatori di Coverciano si fanno discorsi e i discors sono che l'allenatore in campo è senza anima, sceglie la formazione per vincere e basta. Se voi mi dite sempre che non lo faccio giocare, se la squadra ha vinto ha vinto. Quello è l'obiettivo, bravi agli giocatori. Mi dispiace per Totti, lo vedo che vorrebbe giocare lo vedo che si sta allenando anche bene, però poi scelgo e finché ci sono io si fa così, perché regole principi obiettivi, fino in fondo per la vittoria della Roma. E anche scelte. E quando ho bisogno lo faccio giocare e sono contento se mi ribalta il risultato insieme alla squadra, l'ho messo per questo.

Lei ha detto che resta se sa di poter lottare per lo scudetto. Ora stai pianificando il futuro, il ritiro, so che non ti piace l'albergo e vorresti cambiarlo...

No, no, aspetta, c'è di nuovo il topo? Ti spiego: a vedere il ritiro è andato Domenichini dopo la partita. Io stamattina avevo da fare una cosa assolutamente e sono rimasto di più a casa, sono arrivato alle 11, lui non c'era è arrivato prima della conferenza, gli ho detto di dirmi dopo quello che doveva. Tu mi dici che io ho detto questa cosa? E allora il topo è Domenichini! (ride, ndr).

Puoi sciogliere pubblicamente la riserva sul tuo futuro? Poi su domenica: poco fa hai detto della disattenzione sul primo gol. Non ritieni che lì Digne stesse male e non fosse riuscito ad arrivarci proprio fisicamente?

Digne lo hai detto tu io non volevo. La disattenzione è questa: che c'è Manolas che entra con la guida della palla, si dice 'entra, vai a cercare un avversario', De Rossi è nella sua posizione, e Manolas rientra sul fianco destro e va a forzare l'azione, Ruediger è oltre il suo avversario come linea di perdita di pella, è oltre 3-4 metri. Digne è oltre il suo di 3-4 metri, loro facevano la marcatura ma da copertura, cioè copro il passaggio, lo marco ma coprendo il passaggio, non facevano la marcatura e basta cioè che gli è di dietro, lo marcavano davanti lasciandolo un po' alle spalle sull'esterno. In quel momento Manolas fa il passaggio e perde palla, ci sono Digne e Ruediger che sono tutti e due insieme oltre i loro avversari, ma soprattutto quando entra Manolas c'è Zukanovic che si apre anche lui per ricevere palla e c'è un momento che rimane l'attaccante suo, Borriello, dietro a Manolas, De Rossi, Zukanovic e i due terzini sono davanti gli esterni Gomez e D'Alessandro. La mia squadra questa cosa non può farla e oggi si guarda proprio questo. Io non ho detto di Digne. Digne poi, che fanno, quando c'è la perdita di palla c'è un attimo che si tenta di rimettersi a posto che però ci rimane scoperto un fianco e non possiamo ridare equilibrio scivolando con la linea difensiva perché eravamo tutti propensi ad andare. Dove si sbaglia: si sta 2-0 per noi. Quello è un equilibrio che va mantenuto, dei giocatori esperti la debbono saper leggere. Poi Digne riparte e nel recuperare la posizione lui la recupera, la fa riconquistare la palla un paio di volte, poi quando fa lo scatto con D'Alessandro dopo aver rallentato e che probabilmente sia stato anche per la botta presa, ma dove invece mantiene la forza della corsa e la qualità che ha, soltanto in questi due momenti, laggiù la palla non si recupera come si immaginava e ci fanno un gol che noi non dobbiamo assolutamente prendere. Non possiamo prendere. Ma la colpa non è sua ma è una disattenzione, è il momento in cui porta palla Manolas che è un modo sbagliato di ragionare, che quell'altro va a farsi vedere e tutti e due si va oltre la linea dei due attaccanti esterni sul 2-0 per noi. dobbiamo sempre mantenere un equilibrio perché quello è il momento peggio della partita, quand c'è il cambio di possess è il momento peggiore tattico della partita. Tutti si aprono per giocare, palla riconquistata verticalizzata, c'è l'inversione a dover ricomporre la squadra, a dover fare una cosa che non eri pronto con la testa, pensi a un'altra situazione. Però con dei calciatori lo dobbiamo fare, con altri ci dobbiamo aspettare quello che è successo, che è il momento della perdita di palla. Io non ho detto di Digne, ma di squadra in fase difensiva perché poi la scelta era quella lì: facendo giocare Zukanovic centrale, facendo giocare Rudiger a destra, la scelta è quella di andare poi sulla fisicità, sull'integrità di forza a livello difensivo, sull'uno contro uno che possono proporre questi due piccoletti , nel mezzo c'è Borriello che è un calciatore straordinario, ha qualità che c'hai lì e lo puoi vedere, lo puoi toccare, ce l'hai lì non è come le punte del Carpi che riconquistavano palla e poi via sempre alla bandierina, lui gliela giocano addosso. Mi sembrava tutto a posto come scelte, poi invece non è così e se viene questa gestione l'allentore è segno che deve ancora dire qualcosa alla squadra e può essere tirato in ballo. Su questo cerco di spiegarglielo meglio oggi perché giustamente mi avete tirato in ballo.

Sul futuro?

Se non succedono cose che riguardano soprattutto la proprietà io rimango qui. Sono un dipendente della società, rimango qui.

Esplosione caso Totti prima di Palermo, lei fu fischiato dai tifosi. Situazione non migliorata tantissimo. Dopo quest'episodio cosa si aspetta?

Che cambia per me. Pensi mi faccia intimorire da quello che scrive uno, da quello che trovo fuori che mi dice o che trova mia moglie e gli dice qualcosa mentre fa la spesa. pensi mi faccia intimorie? Ci vogliono altri 7 o 8 anni, ce ne sono stato 6 evidentemente per conoscermi ce ne vogliono ancora, guarderò di farmi conoscere meglio.

Garcia diceva sempre di amare i suoi giocatori, lei invece ha un approccio più freddo e con meno trasporto.

No, nella scelta della formazione. Io non ho sentimenti in quel momento. Scelgo in base a chi mi fa vincere le partite, no che se un mio calciatore ha bisogno di una cosa che posso fare, non faccio la cosa. Se ha bisogno e posso, la faccio. Nella scelta della formazione non ho familiari, sentimenti, anima, solo lì. Nel mettere dentro o fuori qualcuno lo faccio perché sia giusto, possono avere entrambi qualità, magari quelle di uno sono più adatte per quel che credo in questa partita. Perché voglio vincere. Io ai miei giocatori voglio bene, cerco di instaurare un contatto oltre al rapporto. Mi piace toccarli, li abbraccio,qualcuno li ho anche baciato. Se era questo che volevi dire, hai fatto confusione.

Comunicativamente però c'è un allenatore che diceva sempre che difendeva i suoi, che gli faceva da schermo, dall'altra...

Per cui quando scegli la formazione come fai? In base a quello che vuoi più bene lo metti qui... Io lo dico. Poi dico anche che voglio distribuire quelli che sono meriti giusti secondo me, perché quelli che hanno un impegno giusto. Per me non voglio bene a tutti uguale, è differente. Voglio più bene a chi arriva in orario, a chi si impegna sempre, a chi si cura i tacchetti, chi sta attento ai dettagli per l'obiettivo della vittoria.

Le volevo chiedere se non ritiene che questo muro contro muro, non sia poi nocumento alla Roma?

Muro contro muro perché se viene lui (Castaldi, ndr) e mi dice 'ti sei picchiato con Totti nel corridoio' e io non ho incontrato nessun mio calciatore nel corridoio, se ne parla due giorni. Ti domando: perché scrivi così? Mi rispondi?

Perchè ognuno ha le proprie fonti, c'erano tanti giocatori dell'Atalanta...

Bisogna tu dica nomi e cognomi, ti posso accusare di averti visto vicino un bandone... che ci facevi lì? Un bandone è la saracinesca di un garage. Libero di crederci o no se dici che non c'eri? Ci sono regole anche per voi, come si fa a dire che ho messo mani addosso a un mio calciatore? Non è stato scritto che siamo venuti alle mani? Poi dentro lo spogliatoio quella è una cosa mia, che io posso ho nella mia facoltà di manifestare dissenso per quella che è stata la gestione della partita. Io mi sono dovuto difendere, fare un comunicato. Non c'è stato nessun contatto fisico, io ho parlato della partita nello spogliatoio, ero amareggiato, pensavo di stravincerla. Lì c'ha messo del suo Francesco a pareggiarla perché rischiavamo di perderla, come ci hanno messo del loro gli altri vincendo quei contrasti facendo quella lotta. Ma non offendo nessuno a dire così, vedo che qualcuno si risente. Non offendo nessuno, è un'analisi corretta della partita.

Dzeko era amareggiato anche lui immagino. Si aspettava una reazione diversa nel ragazzo?

Dzko è Dzeko. Dipende da lui, mi fa vedere di essere quella punta che è, che si è ritagliato come attenzione a livello di team. Beh, non me lo fa vedere? Io guardo quello che fa e uso quello che fa da qui in avanti bisogna che lui ci dica che forza ha che giocatore è. Dipende da lui, sto qui a guardare, da qui in avanti faccio quello che non ha sentimenti per niente. Fa vedere le sue qualità, lo uso, non fa vedere le sue qualità, non lo uso. Qui bisogna fare i risultati e abbiamo bisogno di uno che ha quella forza e quelle caratteristiche quella fisicità, ora ce lo deve farvedere. Sto qui a guardare.

Dzeko sotto porta non è sereno. Sembra si trovi meglio con un partner, quasi a fare la seconda punta. Possibile valutarlo in futuro in altra veste?

Questa è un'osservazione giusta tecnico-tattica, si guarda tutti i particolari e può dipendere da questo? Dei dubbi ce l'ho. Uno come lui, che debba dipendere da mettergli un altro differente vicino per potenziare le sue qualità è una cosa che non posso pensare. Io non devo fare formazione prendendo un reparto tutto insieme, devo fare la formazione pensando a 11 giocatori che funzionino da un punto di vista di forza individuale. Domenica qualche cosa se la vedi bene ce lo trovi, Salah faceva più l'attaccante perché volevamo farlo giocare più col centrale e non col terzino, che è Dramè più veloce. Loro hanno tenuto Dramè più stretto perché Salah faceva la punta più dentro il campo, non aperto a fare l'esterno per portarlo via dalla marcatura. Loro hanno ovviato portando Dramè a fare il centrale, poi lo hanno lasciato andare quando perdevano, ma soprattutto nella prima mezz'ora noi si entra a destra con Ruediger ma spesso con Florenzi che da centrocampista andava ad aprire, si chiama partire in bandierina. Partiva in bandierina più spesso proprio perché Dramè era centrale e dietro Gomez non avevano nessuno e lì c'abbiamo giocato spesso. In quel caso lì Dzeko doveva essere messo nelle condizioni perché aveva Momo più vicino, per fare bene. Non voglio pensare che lui voglia un partner per l'attenzione ritagliata, penso come gli ho detto che è un po' il difetto che si ha noi italiani: invece che assorbire gli stranieri, cerchiamo di dare le nostre caratteristiche a loro. E lui ha fatto così, invece di darci le sue caratteristiche e un po' del suo calcio inglese fatto di contrasti e palle contese, lui 'casco, non casco', 'fallo, non fallo', s'è sbagliato noi a dargli questa idea e lui a prenderla. Dzeko ci deve far vedere che è Dzeko, non c'è più tempo".