A metà del secondo giorno di ritiro a Pinzolo, è intervenuto ai microfoni di Roma Tv Francesco Tomei. Il vice di Eusebio Di Francesco ha voluto parlare delle sue prime sensazioni in giallorosso. Ecco le sue parole:
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Roma, Tomei (vice Di Francesco): “Ho grande confidenza con Eusebio”
Le parole dell'allenatore in seconda giallorosso dal raduno di Pinzolo
Cosa le ha detto Di Francesco?
C’è un rapporto di confidenza, siamo cresciuti insieme. Mi ha detto ‘preparati’ perché sarà un posto leggermente diverso dal Sassuolo.
Cosa vuole vedere uno staff tecnico all’inizio?
Il mister è attento ai comportanti, al rispetto, allo staff, ai giocatori. Il primo discorso lo ha fatto ieri, davanti a tutti. Ha dato un’impronta di solidità e rispetto tra noi, che è importante. Al di là delle valutazioni che un tecnico può dare sui giocatori. Personalmente ho avuto una bellissima impressione. Tutti disponibili, dai medici, dallo staff e dal direttore. Ci hanno accolto tutti in modo positivo.
Come avete cambiato il vostro rapporto?
Io dico che abbiamo avuto una grande fortuna. Nessun lavoro si inventa, c’è bisogno di esperienza. Siamo partiti da un settore giovanile, che è la base, perché hai la possibilità di sbagliare, nessuno impara sennò. Pescara eravamo a casa, potevamo far bene. Anche le altre esperienze, tipo Lecce, che sono andate meno bene, ci hanno formato. Non siamo sicuramente gli allenatori di Pescara, amiamo evolverci, ci piace osservare, guardare, prendere spunti da tante cose. Ogni anno dico che siamo cresciuti, ma non c’è la soluzione magica. Avere una propria identità calcistica è bello, vedere la tua squadra che ha una sua identità. Mi piace che sia una squadra vera. Io sono stato un difensore, ho giocato in Serie B. Io e lui siamo cresciuti nello stesso palazzo, era un piccolo condominio. Ci siamo trovati a fine carriera, mi è sempre piaciuto. Dal settore giovanile del Pescara abbiamo iniziato a lavorare insieme, ora sono 8 anni. C’è molta soddisfazione personale, il mister dà molta responsabilità, ti dà la possibilità di dimostrare e pretende che venga fatto nel modo positivo.
Il 4-3-3 è il vostro marchio di fabbrica…
Oggi siamo arrivati ad un calcio dinamico, i numeri hanno una loro logica, hanno un modo di far leggere la formazione. Molti principi sono assimilabili al calcio “moderno”, degli appoggi e dei sostegni. Sono movimenti su cui lavora molto, ci può essere una catena laterale, o un attacco verticale. Di solito sono situazioni preparate, non improvvisate. E’ molto attento e puntiglioso. Ci vorrà il tempo naturale per capirlo.
I complimenti di Spalletti?
Fa piacere essere temuti, sono situazioni che si ripetono nella partita. A proposito di crescita: lo scorso anno abbiamo utilizzato spesso un 4-2-4, l’importante è non snaturarsi. Il principio è: palla a terra e velocità. Ci sono dei punti fermi.
Che cosa vedremo in questa settimana?
Spesso la mattina situazioni metaboliche, metteremo anche delle piccole pillole di lavori su reparti, poi unirli il pomeriggio. Dove ci sarà più intensità. Su quest’ultimo si lavorerà il pomeriggio, quasi esclusivamente con il pallone.
Siete tutti bravi voi davanti alla telecamera?
No, gli altri dello staff faranno molta fatica (ride ndr).
La vostra specialità è di mandare molto uomini in rete...
Il mister vuole che siano coinvolti tutti. Nel calcio piazzato si costruiscono situazione dove molti possono arrivare alla conclusione. Sono gli attaccanti che fanno vincere le partite: i tre davanti e le mezzali possono avere più possibilità di arrivare alla conclusione. C’è un attacco della porta molto denso, si riempie molto l’area di rigore, arrivano in molti. Lo scorso anno, ma anche quelli prima, ci sono stati dei problemi fisici.
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