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Roma, solita storia con le big: da Dzeko allo spento Pellegrini, ora Fonseca deve cambiare

LaPresse

Troppi gli equivoci dei giallorossi negli scontri diretti: la corsa per la Champions ora si complica

Redazione

Cambiano i nomi delle squadre, cambiano i risultati, più o meno striminziti ma non cambia un fatto: la Roma dell'era Fonseca, scrive Paolo Franci su calciomercato.com, non è in grado di affrontare le pari livello di classifica. Se in otto scontri diretti raccogli solo 3 pareggi, non si può certo continuare a credere al caso. Poi ci sono i gol: 22 subiti negli scontri diretti a fronte di 9 segnati.

Fonseca continua a spiegare che la squadra ha la sua precisa identità, che evidentemente però, sbiadisce quando non si incontrano le medio-piccole. Poi ci sono le scelte e qui ognuno dice la sua. Permangono dubbi sull'allenatore, che pare attrezzatissimo per alcune cose e molto meno per altre. Pellegrini, ieri, doveva toglierlo.

Aldilà dell'infortunio, è assurdo impiegare Dzeko in Europa League in una partita inutile per far giocare Borja Mayoral. Giocare con il finto centravanti e impiegare gente di esperienza come Pedro o El Shaarawy poteva essere una soluzione. Qualcuno nota come Mkhitaryan sia meno 'on fire' rispetto a prima. Logico: un conto è duettare con Dzeko e Pedro un conto è farlo con Borja Mayoral o lo spento Pellegrini.

Poi, un fatto mi sembra evidente: il centrocampo della Roma non regge l'urto delle big se disposto in questo modo. E ora che la Roma è per la prima volta dopo tanto tempo fuori dalle quattro piazze che contano, per Fonseca intervenire non sarà solo necessario, ma vitale per il futuro del club.