Ultimo impegno per la Roma prima della sosta per le nazionali. I giallorossi proveranno a reagire dopo l'eliminazione in Europa League. Di fronte ci sarà il Sassuolo dell'ex Di Francesco. Come ogni vigilia, in conferenza stampa da Trigoria il tecnico Luciano Spalletti ha parlato ai cronisti presenti.
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Spalletti: “Nessuna sfiga, io sono fortunatissimo“ – AUDIO – FOTO – VIDEO
Le parole del tecnico: "La sensazione è quella di aver perso tutto ma bisogna essere realisti. Meritavamo di passare e se giochiamo sempre così faremo grandi cose"
Bollettino medico: Cose particolari non ci sono. Ho visto grandissime intenzioni e disponibilità a rimettere a posto quello che può venir fuori da una sconfitta del genere. La pesantezza dei duelli e degli scontri quando esci sconfitto, fanno ancora più male. Ci sono molte botte da rimettere a posto, vedere che fine hanno. Lo avete visto anche in tv che Dzeko ha preso un calcio e una botta in faccia, altri contrasti dove i giocatori sono venuti fuori malconci. Di infortuni veri e propri non se ne ha il sentore. L'allenamento di oggi diventa fondamentale per andare a vedere se le sensazioni che abbiamo avuto sono giuste o no ma è così. Poi non ci sono situazioni di cui bisogna parlare in modo approfondito.
Visto il poco tempo a disposizione complicato ridare subito motivazioni?
Bisogna essere obiettivi e dire sempre la verità. Dire sempre quello che si pensa, bisogna confrontarsi, analizzare ed essere realisti. Il giorno successivo alla partita è uno di quei giorni in cui ti alzi e hai la sensazione di non avere niente in mano e aver perso tutto, di avere di dubbio se accendere la lucina quando vai al bagno o restare al buio perché poi ti guardi. Di non avere quasi più niente in mano in quel momento che ti svegli la mattina dopo perché è una sconfitta che brucia. Bisogna però analizzare in maniera corretta la cosa e ti rendi conto che la partita ha detto in realtà che hai tutto. La prestazione è quella lì. Le possibilità della tua squadra sono importanti e belle. E' vero che ti manca la competizione di spessore e livello ma è stata determinata da una partita e la Roma l'aveva meritata. I giocatori, i professionisti della Roma l'avevano meritata. E' la partita che hanno giocato come avrei voluto. L'hanno giocata e fatta bene. Poi vengono fuori i risultati che ti lasciano senza fiato ma i discorsi devono essere corretti. Questo è il livello che possiamo giocare. Sopratutto una partita giocata contro una squadra forte come quella lì. Se fai 25 tiri in porta, che è un record, è segno che hai fatto bene. La squadra ha concesso qualcosa nel finale, dove forse ci siamo fatti prendere troppo dal tempo restante e perso dei palloni dove ci hanno fatto delle ripartenze determinati dal tempo mancate. Leggevo un dato, che non è da accostare, sul Barcellona che ha vinto l'ultima partita con 6 gol e ha fatto meno tiri della Roma in una partita dominata. Che dici? Che i tuoi giocatori hanno sbagliato? No, non dico nulla. Per fare un confronto dico che 25 tiri sono davvero tanti. E dico che sono stati bravi e spero che anche nelle prossime rifacciano così bene come quella partita lì. Se faremo così porteremo a casa tante vittorie e resteremo ancora in Europa. Quella è la sostanza dei fatti. Una partita la puoi perdere, l'anno dopo ti riproponi e fai vedere che ci sei ancora e sei forte perché sai sopperire ai momenti di difficoltà. Come li hanno tutti e come ci saranno sempre in un campionato come il nostro. Questa è l'analisi che è venuta fuori quando ci siamo parlati. I giocatori hanno avuto la sensazione di aver perso tutto quando gli sono davanti nello spogliatoio. L'analisi è stata corretta e tentiamo di riessere quelli lì anche domani. Non sarà facile ma lo vedo dallo sguardo dei calciatori. Ieri ad esempio molti calciatori hanno fatto subito fuori il defaticante, mentre se c'è una partita aspra come questa non ce la fai a riportarli fuori. Sono voluti uscire a farlo invece di rimanere dentro solo in piscina. Oggi nel giro telefonico del dottore che fa sempre nessuno ha detto che vuole restare dentro, che ha bisogno di recuperare e viene fatto fuori tutto l'allenamento di cui hanno bisogno. Sono dettagli fondamentali per avere a che fare con dei ragazzi di spessore e di grande livello qualitativo, professionale e umano che hanno, avendo alle spalle una città come Roma e una tifoseria come quella della Roma.
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Il Sassuolo e Di Francesco?
Di Francesco lo conoscete meglio di me, è serio e professionale. Un professionista di grandissima qualità sotto ogni aspetto. L'anno scorso ha fatto un grandissimo campionato, aldilà della previsione iniziale. Quest'anno hanno avuto un momento di difficoltà ma hanno una squadra forte, quello che è successo quest'anno è normale, determinato da quello che hanno espresso l'anno scorso. Non è facile per loro stare sempre ad alti livelli, arrivare in Europa. Ci sono anche gli altri e lo stesso discorso vale per noi. Ci può stare che abbiano questo momento ma hanno dei giocatori forti che abbiamo guardato anche noi, come Defrel o Berardi, che è un giocatore di grande prospettiva. Hanno dei nazionali, ha un gioco di squadra, un modo di lavorare e giocare sempre uguale da due anni. Un gioco offensivo e una squadra che ha fraseggio e verticalizzazione. E' una squadra forte. Un momento dove non stanno evidenziando tutte le qualità.
Manolas e Ruediger come si possono migliorare nel possesso palla e lei come pensa di dare più qualità possesso?
Ci sono spunti corretti nella tua domanda. Spesso quando si va a parlare di comandare la partita, si vede che le squadre forti iniziano da dietro. Serve il portiere che sa giocare con i piedi, il Barcellona ha messo dietro Mascherano e da noi si è parlato di mettere De Rossi per questo discorso qui che è un discorso giusto. In Italia lo fanno molto bene Napoli e Juventus, che ha Bonucci che inizia sempre l'azione. Noi dobbiamo migliorare, anche se Ruediger, Fazio e Juan Jesus lo sanno fare, ma si può migliore. Non abbiamo avuto il tempo che ci voleva per lavorare e arrivare al top, ma abbiamo margini di miglioramenti paurosi. Oggi leggo un'analisi generale, ma che in realtà parziale, e prendendo spunto dalla domanda e dico: "che tempo ho avuto per lavorare con loro ed essere al livello di altri club?". Si va allora dentro una lettura più approfondita e corretta e vediamo che Ruediger durante la preparazione si è fatto male e non si è mai avuto, Fazio è arrivato poco prima di iniziare il campionato, lo stesso vale per Vermaelen e Peres, Juan Jesus a Pinzolo negli ultimi giorni. Ce le ho tutte le date, ogni tanto mi appunto le situazioni e soprattutto quelle sugli infortunti. Mario Rui si è fatto male. Poi li metti dentro questi giocatori, li devi valutare, devi pensare a come andare a lavorarci. All'inizio eravamo in difficoltà e abbiamo preso qualche gol di troppo come giustamente ci avete fatto notare. Da un punto di vista di possibilità di lavoro non c'era. Ora la difesa è tutt'altra e pensi ci si sia lavorato abbastanza, invece no, ci si è lavorato poco lo stesso. Con queste partite ravvicinate non ti alleni. Li alleni a livello singolo, ma se non fai 10 contro 10 e non trovi le situazioni reali dove ci sono le distanze, reparti e gran ritmo non ti puoi allenare bene. Alberto De Rossi disponibilissimo ci manda spesso dei ragazzi a fare allenamento con noi. Una delle cose sarebbe prendere una squadra del settore giovanile e quelli che non hanno giocato fateli giocare con noi. Allora anche quelli che sono stati a riposo li puoi mettere in una situazione reale per alzare il livello di qualità dell'allenamento. E' sempre un allenamento che gli manca qualcosa. La difesa giovedì era perfetta. In alcuni momenti abbiamo fatto il 3 contro 3 in 3 posizioni diverse mentre doveva essere un 3 contro 3 reparto contro reparto. Siamo stati 30 metri più su come squadra, gli siamo saltati addosso sempre e soffocato le ripartenze, tranne qualche volta che siamo stati costretti a tornare in area di rigore. Ma quasi un niente rispetto a chi avevamo davanti Non siamo stati bravi nel secondo tempo a Lione, tirando in ballo un discorso complessivo, ma abbiamo fatto bene tante cose. Questo livello di qualità nel comandare noi richiede tempo e serve esercitazione nella situazione reale. Dopo averci lavorato un po' si vede la differenza da giugno a ora, anche se ci sono quelli che non la vogliono vedere. Questa è una domanda corretta. I registi della squadra sono i difensori centrali che arrivano fino a centrocampo. Gli altri si schiacciano nella loro metà campo. Quando li abbiamo costretti a schiacciarsi nella linea difensiva, e i 4 di centrocampo visto che ci attaccavano con il 4-4-2 e il 4-4-1-1, dovevamo andare ad attaccare sul quinto sulla bandierina e ci siamo andati meno di quanto avremmo dovuto. Però il resto l'abbiamo fatto bene, l'inizio dell'azione l'abbiamo fatta bene ed è una chiave per il futuro per quanto riguarda il gioco della Roma.
Come è cambiato Spalletti da quando parlava di ossessione? Come è arrivato a dire che forse porta sfiga?
Siccome è la seconda volta che ci tornate bisogna chiarire. Io non sono sfigato. Io ho raggiunto un livello di vita e professione che, sia corretto o meno, è questo qui. Una sconfitta in più o una in meno ho 60 anni, per cui il livello è quello. La sfortuna non può togliermi niente, se non la vittoria di una partita, il livello è quello lì. Mi auguro che lo stesso valga per te. Che hai raggiunto un livello professionale dove la fortuna o la sfortuna non ti determinino niente. La sfiga a me non mi può determinare niente in negativo rispetto a ciò che ho raggiunto. Spero che a te la fortuna possa determinarti qualcosa in più a quello che hai raggiunto.
Il giornalista: "Io parlavo semplicemente di una determinazione inferiore rispetto a un mese fa, non mettevo in discussione risultati o fortuna"
Tutti parlano degli episodi ed è un modo di dire così visto che abbiamo fatto 25 tiri. Allora ho detto: "mi ci fai l'articolo?", e come titolo scegli quello. Oggi lo ribadisci. Io sono fortunatissimo, non posso essere sfigato ho raggiunto quel livello lì. Lo capisci? I miei risultati sono quelli, il tuo è questo e spero che la fortuna possa darti delle cose e che la sfortuna non ti possa togliere niente. A me non toglie niente. La fortuna e la sfortuna hanno una connessione con il sudore e con l'impegno ed io sudo e mi impegno molto. Sono fortunatissimo, faccio l'allenatore della Roma, tu fai la psicoanalisi a me tutti i giorni ed è un lavoro da sfigato. Vi vedo un tantino in difficoltà tanto che avete chiesto aiuto all'artiglieria pesante. Oggi avete mandato agenti sotto falso nome in incognito per sapere che luna ho. Tanto andavi lì, non ce l'ho fatta a leggere tutta la rassegna stampa perché erano troppi ma prometto che durante la settimana mi metto. Oggi il tuo non c'è perché sei venuto qui. Siete sempre a cercare di capire che luna ho o ascoltare chi vi pare per fare analisi a me. Più che articoli sembrano oroscopi, oggi non ho fatto in tempo ma durante la settimana mi metto in pari e li rilego tutti. Ma io sono fortunatissimo. Spero che tu possa avere fortuna.
Però la storia della sfiga l'ha detta lei.
Ho capito, ma se di tutta una partita metti in risalto quello e poi oggi ci ritorni e sei lo stesso, è segno che t'interessa questo. Sfigato o no lo determina quello che la fortuna ti può dare e quello che la sfortuna ti può togliere. A me la sfortuna non può togliere niente rispetto al livello che ho raggiunto. Posso perdere altre 2 partite e andare a casa ma rimango Spalletti che, su 22mila tesserati col tesserino della prima categoria ha allenato 20 anni in serie A. Voi quanti siete? Giusto per capire il livello che hai raggiunto. E vedrò se la sfortuna potrà darti qualcosa o la sfortuna toglierti qualcosa. Io sono a posto. L'ho spiegato bene se c'è bisogno di ridirlo lo dico. Vi interessano le ombre, quante volte me l'hai scritto delle ombre? Io la cosa delle ombre l'ho detta per prendere per il culo te. Se tu lo vuoi prendere sul serio... come tu tenti di prendere per il culo me io provo a prendere per il culo te, perché tu sei contro di me e io sono contro di te. Se voglio alleno il prossimo anno e quello dopo. E tu farai ugualmente, farai il giornalista il prossimo anno e quello dopo. Io spero che la fortuna possa dare molto a te e non togliere nulla a me perché, tra i due, non so chi sia lo sfigato... Ho detto lo sfigato la determina la posizione dove la fortuna può darti qualcosa e la sfortuna possa toglierti qualcosa, e io non posso esserlo. Avete scandagliato gli agenti segreti sotto falso nome oggi. Gli interessa questa. Io volevo parlare di calcio oggi, ma voi mi chiedete come sono dopo avervelo già spiegato e ribadito tu vai a prendere quello nel tuo essere giornalista e io mi devo difendere. Non sono sfigato, fortuna o sfortuna a me l'ha sempre determinata il mio sudore e la voglia di lavorare dalla mattina alla sera tardi e lo farò finché resto qua. Fino all'ultimo giorno che resto qui, lavorando per lasciare una Roma forte. Si ruzza un po', poi mi inviterete a cena e si va a casa.
Lotito presidente di B. Cosa ne pensa?
Io mi sentivo più dalla parte dei giocatori, ma non essendo a conoscenza delle trattative, dei programmi e via dicendo. Mi sono reso conto dopo del programma di uno e dell’altro e dopo la conoscenza delle cose non sono stato molto d’accordo. Faccio parte della mia associazione e sono stato con loro, ma ora delle cose dovrò chiarirle, perché quello che è venuto fuori non mi garba e devo ancora documentarmi. Io faccio l’allenatore e devo lavorare per il bene della Roma. Voi fate delle analisi approfondite, ma io oggi volevo parlare di calcio e sono anche attrezzato. Io ti posso dire le presenze di Ricci in campionato, che è un giocatore del Sassuolo ed è forte che lo ho avuto e lo conosco bene. Di queste cose qui ne parliamo quanto vi pare. Mi disturba la differenza dei tiri in porta e del perché non c’è stato un esito corretto.
Per ridare un po’ di stimoli alla squadra si può pensare al calendario di Roma e Juventus? Si può sperare di ribaltare le cose in campionato?
Mi è sempre sembrato di essere molto normale quando sono venuto in conferenza stampa, nell’analisi molto disponibile e molto regolare nel trattare i colleghi e le squadre avversarie. Dentro la squadra, qui un po’ meno, si usa di trovare dei momenti e dei perché. Se la squadra fa vedere di essere quella che è stata può vincere 4-5 partite e se vinci di nuovo quelle 4 o 5, poi c’è un altro raggruppamento di gare dove ci può stare di tutto, dove c’è la stessa qualità e quella forza momentanea tua, ma in queste 4-5 puoi anche andar lì e vincerle tutte. In 4-5 partite gli scenari possono cambiare, manca lo strappo finale, però poi è la volata, se sei in linea con il gruppetto in cima, che conta. Se non ci sei negli ultimi 100 metri è difficile recuperare. Alla squadra è stato detto che queste quattro o cinque partite possono determinare la volata e si è usato come scenario per metterci qualcosa di più.
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