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Mourinho: “Pellegrini è il nostro capitano e lo sarà per tanti anni”
Il tecnico giallorosso presenta a Trigoria la sfida di domani contro il Sassuolo
Vigilia di terza giornata di campionato in casa Roma. I giallorossi infatti saranno impegnati domani alle 20:45 all'Olimpico contro il Sassuolo di Alessio Dionisi, un giovanissimo alle prese con la sua prima stagione da allenatore in Serie A. Per Mourinho invece, sarà la panchina numero mille in carriera. Un traguardo che lo Special One vuole festeggiare nel migliore dei modi, per continuare sulla scia dei primi due successi in campionato e soprattutto per preparare al meglio quello che sarà un vero e proprio tour de force per la Roma, con sette partite in 22 giorni per un totale, fino a Natale, di 22 match in 102 giorni.
MOURINHO IN CONFERENZA STAMPA
Come affronta il problema dei giocatori che tornano dalle nazionali a pochi giorni da una partita con il club?
È difficile trovare una soluzione, ci sono ovviamente interessi diversi dei club e delle nazionali, anche delle diverse istituzioni. Ho deciso di non perdere tempo a pensare ad una soluzione di qualcosa che non posso controllare. Nel nostro caso non è facile accettare che un giocatore che ha giocato giovedì a mezzanotte torni sabato mattina. Ho deciso di non essere negativo, non c’è niente da fare.
Domani la millesima panchina, sono arrivati tanti complimenti. Per quanto riguarda la partita di domani come gestirà l'impiego di Zaniolo?
Grazie per i complimenti, ne approfitto per ringraziare anche la LMA per l’inserimento nella Hall of Fame. Ringrazio ovviamente anche Alex Ferguson perché le sue parole sono pesanti, nel senso positivo ovviamente. Ringrazio anche le parole di Dionisi del Sassuolo, ho tanto rispetto per lui e per questa nuova generazione di allenatori che fanno un percorso come il suo. Zaniolo? Il club è stato cauto con lui. Lo scorso anno si parlava di un possibile suo impiego in prima squadra o nell’Europeo, lui è stato bravo ad aspettare il momento giusto. Quando è tornato a lavorare con noi lo ha fatto in maniera graduale, seguito da alcuni miei collaboratori. Lui doveva andare oltre alle "cicatrici emozionali" che lasciano questi infortuni, l'ho visto molto bene. In questo momento ha dimenticato completamente il problema che ha avuto, sente fiducia nelle persone che sono con lui. Sono contento anche di vedere un nuovo Carles Perez, perché il vero Carles Perez del Barcellona non l'ho mai visto a Roma. Quest'anno si vede un Carles fiducioso, gioca bene e avere nella stessa posizione due giocatori del genere è fantastico.
Mancano ancora degli step a Zaniolo per tornare al 100%? Le ricorda qualche giocatore che ha già allenato in passato?
Il paragone va fatto con il Nicolò di due anni fa. È sicuramente un ragazzo molto più maturo, c'è ancora tanto margine vista la giovane età. Deve imparare tante cose che arrivano con l'esperienza ma è sulla strada giusta. È più facile paragonare questo Nicolò con quello prima dell’infortunio. Però quando si fa il paragone lo si deve fare pensando che oggi è un ragazzo con due anni in più di esperienza e soprattutto che ha avuto due anni in più pensare, cosa che magari prima non aveva visto la velocità con cui andava la sua vita. È sicuramente un ragazzo con più maturità. C’è spazio per migliorare ovviamente, sarei un allenatore scarso se avessi nulla da dare ad un ragazzo di 22 anni, deve imparare tante cose che arrivano con l’esperienza. Mi sembra un ragazzo super professionale. Prima di arrivare avevo preso qualche informazione su di lui, si parlava di un giocatore con poca maturità e poca responsabilità. Posso solamente dire il contrario. Il rosso che ha preso non è stato stupido, ma di un giocatore che voleva fare per la squadra. Il nostro rapporto è tranquillo, lui si sente sereno con me e con tutti quelli con cui lavora. Paragonare Nicolò con qualche giocatore che ho avuto? Con il suo potenziale tecnico e fisico non ce ne sono tanti.
Qual è la situazione di Pellegrini e del rinnovo? Si aspettava questo impatto di Abraham?
Penso che ogni giorno che passa Pellegrini sia sempre più vicino a firmare il rinnovo. Per me non c’è storia su questo. Io voglio che resti come anche lui lo vuole, la situazione è vicinissima a concludersi per il meglio. Se non dovesse essere così vi dirò l’indirizzo del procuratore così ve la prendete con lui (ride ndr). Scherzi a parte, lui vuole veramente essere qui con noi ed essere parte di questo progetto. All’inizio dovevo imparare a conoscere i giocatori non solo individualmente ma anche come gruppo, anche quando Dzeko era qui io non ho mai voluto decidere chi fosse il capitano, volevo capire delle cose di gruppo, senza aver detto nulla pubblicamente. Pellegrini è qui da tanti anni ed è lui il capitano, Mancini il secondo e Cristante il terzo. Però il capitano lo deve essere per oggi e per domani, per questo non ho mai detto in maniera ufficiale prima che lui firmi il contratto. Però sono convinto che firmerà presto che posso dire che sarà il nostro capitano per tanti anni con altri due bravi capitani come Mancini e Bryan. Abraham? Mi aspettavo un buon impatto. è un ragazzo di Londra che però deve ancora ambientarsi, normalmente i giovani londinesi ci mettono un po' a staccarsi. Ha già comunque instaurato ottimi rapporti con tutti.
Cosa ne pensa del Mondiale? Questa nuova generazione di allenatori le hanno fatto cambiare modo di allenare?
Penserò al Mondiale quando allenerò una nazionale. Non lo voglio fare ora, magari un giorno sì. La nuova generazione mi ha convinto a cambiare dal punto di vista tattico? No, loro non mi hanno costretto a cambiare. Sono diverso sì, ma è la naturale evoluzione delle cose. Dobbiamo rimanere al passo con i tempi, mi ricordo quando ho iniziato come analista che andavo allo stadio con penna e carta, se guardiamo ora è tutta un'altra cosa. Oggi è diverso, non dico che è più facile. Abbiamo la possibilità di avere tante informazioni ma dobbiamo essere bravi a selezione e capire quali sono le informazioni buone per noi e quali per i giocatori. Ieri per esempio abbiamo fatto una riunione di otto minuti e oggi un'altra sempre di otto minuti con i giocatori. Con il mio staff invece abbiamo fatto riunioni di otto ore martedì e giovedì. Il calcio è totalmente cambiato, chi si ferma sbaglia.
Lei ricordava spesso la forza dei numeri. Juventus e Inter hanno perso attaccanti da grandi numeri, il distacco tra queste squadre e la Roma ora è diminuito?
Abbiamo giocato due partite, l'Inter ha gli stessi nostri punti e la Juventus ne ha cinque in meno. Non significa niente, per l'unica cosa che contra è la nostra strada e la nostra evoluzione. Non dobbiamo guardare le altre ma solo noi stessi. A gennaio magari vedremo cosa avremo fatto e dove sono gli altri. In questo momento non dobbiamo pensare a niente che non sia la prossima partita e a giocare bene. Allegri ha detto che anche quando si vince si trovano dei difetti dal punto di vista del gioco, ma quello conta alla fine sono i risultati e lo condivido al 100%. Siamo diversi dalle altre squadre che hanno ambizioni e obiettivi ben definitivi. Ovviamente siamo contenti di quanto fatto finora ma dobbiamo restare calmi.
Come sta la squadra?
Stanno tutti bene, Zaniolo, Mancini, Pellegrini e Smalling. Tutti recuperati e per domani sono tutti disponibili. L'unico è Vina che è tornato appena un'ora fa. Tutti gli altri oggi si alleneranno normalmente.
La Roma è attesa da sette partite nelle prossime tre settimane. Ha pensato ad un turnover?
Non ho pensato ancora al turnover perché non ho pensato ancora alle sette partite. Davanti a me nel mio ufficio ho lo schermo con tutti gli incontro, so che abbiamo tanti incontri ma non ho pensato neanche alla seconda, ho pensato solo a domani. Domani non c’è turnover, giocheranno quelli che penso siano i migliori per questa partita. Come dicevo prima su Zaniolo e Carles Perez, se un giorno dovesse giocare uno rispetto all’altro per me non è turnover, per me è opzione. Quando hai giocatori bravi nella stesso ruolo è così. Alternative a Karsdorp e Reynolds? Anche Ibanez può fare il terzino, lo ha fatto in pre campionato e ha dimostrato di saperlo fare. Ovviamente non come terzino di spinta ma di stabilità.
Aveva chiesto esperienza per la panchina. Pensa che può trovarla nei giocatori a disposizione?
Una cosa importante è che io, il direttore e la proprietà siamo tutti d’accordo. Non è che se io dico che mi piacerebbe un giocatore un più loro mi dicono di no. Però ci sono delle circostanze di cui non ho bisogno di parlare dettagliatamente. L’esperienza non si compra, in questo momento si costruisce. Il mercato è chiuso fino a gennaio e al momento dobbiamo pensare ai giocatori che abbiamo. Dai vari Reynolds, Zalewski, Bove e Calafiori. Anche per loro è un modo per crescere. Non mi piace parlare di mercato ora, la verità è che se paragoniamo la nostra rosa con quelle di altri club che hanno obiettivi precisi c’è una differenza significativa. Mi fido però dei miei ragazzi, vediamo cosa succederà a gennaio.
Al rientro dalle nazionali le preoccupa di più il recupero fisico oppure far ritrovare ai calciatori quella concentrazione necessaria per affrontare una gara impegnativa come quella di domani?
Nessuno mi ha fatto una domanda sul Sassuolo? Deve parlare io del Sassuolo: è una squadra molto difficile, lo dico non solamente per i risultati della Roma contro i neroverdi negli ultimi due anni, lo dico per consapevolezza. Se vogliamo i tre punti dovremo giocare bene. Non penso alla Conference League o altre partite. Nazionali? Cristante e Mkhitaryan hanno giocato 90 minuti due giorni fa, vedremo oggi ma li ho visti bene. Mancini, Pellegrini e Zaniolo hanno recuperato. Siamo là, dobbiamo cercare di vincere.
Come definirebbe i tifosi romanisti in una parola?
Facile: appassionati.
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