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Roma, questore D’Angelo: “Lo stadio è dei cittadini, non degli ultras”

"Abbiamo applicato delle regole internazionali. Ora ci aspettiamo che le società e in particolare la Roma inizino un dialogo costruttivo per riportare i tifosi all'Olimpico. Eravamo di fronte ad un malcostume tutto romano"

Redazione

Durante un'intervista a Sky Tg 24 il questore della Capitale D'Angelo si è espresso chiaramente sulle barriere imposte nelle curve all'Olimpico. Queste le sue parole:

Stadio Olimpico e Curve, cosa c’è da dire? Che rapporto c’è con il tifo?

"Sono state applicate delle misure previste da un regolamento internazionale. Non ci siamo inventati nulla, nulla abbiamo cambiato nel tessuto connettivo dello stadio. Le curve così come si presentavano erano inaccettabili. Perché noi spesso tendiamo a dimenticare le regole, spesso non le applichiamo e molte volte ci comportiamo al contrario. Abbiamo un posto e non ci sediamo, vanifichiamo una serie di regolamenti come il biglietto nominativo associato a quel posto. Ci si comporta in maniera indegna sopra le curve, dove addirittura le corsie d’emergenza sono bloccate,  non si può passare da nessuna parte. Se qualcuno  si sente male non possiamo nemmeno dare aiuto. Si spara di tutto e di più, il bombone o il fumogeno. C’è un’idiosincrasia totale verso la regola. Credo questo fosse un malcostume romano, che è andato avanti per tantissimo tempo e credo che noi abbiamo applicato le regole previste per lo stadio, che dovevano essere applicate. Nessuno vieta niente, il tifo rimane sano. Nessuno ha vietato il tifo, va fatto ma come dev’essere fatto, non ci si possono fare gli affari propri. Ci sono delle regole, vanno rispettate. Se poi qualcuno non lo gradisce non è nostro problema. Noi auspichiamo che le società sportive, nello specifico la Roma e la Lazio, ma in particolare la Roma che forse ha un gruppo più nutrito che sta facendo questo sciopero, inizino un dialogo costruttivo per riportare i tifosi allo stadio ricordando a tutti che queste sono norme europee. In tutti gli altri paesi è così. Io credo che il rispetto delle regole sia fondamentale. Noi dobbiamo riportare lo stadio al cittadino, perché lo stadio è del cittadino non dell’ultras che può fare quello che vuole in curva. Credo che noi abbiamo imposto quella regola giusta, perché negli ultimi tempi era veramente inaccettabile da certi punti di vista".

C’è una mano tesa da una delle due parti?

"Ma noi non abbiamo mai smesso di tendere la mano, noi vogliamo solo che si applichi la regola. Se i tifosi si comporteranno bene si potrà rivedere qualcosa nel sistema, parlo della possibilità di rivedere la questione posti ma le regole fondamentali rimangono".