La Roma dà spettacolo a Torino contro la Juventus, anche e forse soprattutto suo malgrado. Da un vantaggio di 2-0 subisce la rimonta bianconera e poi riesce a pareggiare nel finale. Amaro il commento di Federico Guidi nel postpartita per l'ennesimo calo di tensione: le parole del tecnico giallorosso ai canali ufficiali del club.
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Roma primavera, rabbia Guidi: “Abbiamo dato la partita per chiusa, buttati 30 minuti”
Il gol di Romano arriva al minuto 50: la Roma sembrava in controllo della gara. Poi, cosa è successo? "Abbiamo commesso l'errore di pensare che fosse finita e questo è lo sbaglio che forse facciamo più fatica a metabolizzare, perché dobbiamo riuscire a creare una mentalità tale che a ogni pallone, in ogni partita, è come se fossi sullo 0-0 e non devi dare mai la vittoria per scontata, perché i pericoli sono dietro l'angolo. Davanti avevamo una squadra che ha dei valori, perché sono tutti ragazzi che hanno grande qualità; non è casuale che con noi e contro l'Inter abbiano fatto quattro punti. È una squadra che riesce a stare in partita, che ha delle abilità, e devi essere bravo a non concedere quell'episodio che poi loro sono bravi a capitalizzare. Questo è un errore che ci deve insegnare. Il dispiacere è che su questo tasto avevamo battuto tanto. Però, nel momento in cui le cose vanno molto bene, come nell'ultime partite, anche inconsciamente pensi di essere in controllo di tutto. Invece, il calcio ha delle variabili che non riesci mai a controllare, quindi devi rimanere sempre estremamente concentrato, mentre oggi sugli episodi dei gol subiti siamo stati ingenui".
Secondo lei, paradossalmente le cose stavano andando troppo bene anche come nel primo tempo di oggi? "Assolutamente sì, la squadra stava giocando estremamente bene, era meritatamente in vantaggio di due gol, e addirittura poteva chiudere il primo tempo sul 2-0. Siamo stati un po' sfortunati sulla traversa di Pagano. Però, dopo il 2-0 ci siamo un po' seduti sul risultato, e invece di dare continuità, di non concedere quelle eventuali ripartenze su palloni persi internamente, abbiamo difeso con poca cattiveria al limite dell'aria e abbiamo concesso dei cross troppo facilmente. Errori che ultimamente non avevamo più fatto. Ma questa partita ci dà tanti spunti per lavorare, e soprattutto per far capire loro che la strada per diventare un calciatore professionista passa anche attraverso questo. Prima della tecnica, della tattica e dell'aspetto fisico, c'è quello della mentalità. E loro non lo devono dimenticare mai".
La forza di questa squadra poi si è rivista quando la partita in realtà sembrava persa, perché nel giro di poco meno di due minuti siamo riusciti almeno a pareggiare, quando subire tre gol così poteva tagliare le gambe a qualsiasi squadra. "Sì, ma questo è l'aspetto che mi fa più arrabbiare, perché hai preso gol e, quando sei andato sotto, ti sei immediatamente riacceso e hai recuperato facilmente il risultato, in pochissimi minuti: siamo andati davanti al loro portiere e abbiamo fatto il 3-3. E, addirittura, avevo anche la percezione che l'inerzia ormai fosse dalla nostra parte, e che potessimo addirittura vincerla nei pochi minuti che rimanevano. Però, questa è una cosa che mi fa arrabbiare, perché abbiamo buttato via 20, 30 minuti, e chi vuole diventare calciatore non lo può fare, perché quando sei nel settore giovanile vuol dire che non sei un giocatore affermato e che devi lavorare per arrivarci. Quindi, questi sono errori che non devi assolutamente fare, a maggior ragione quando ci sei già incorso, perché perseverare poi può significare avere dei limiti e non sono convinto che i miei giocatori abbiano dei limiti. Anzi, sono estremamente convinto che moltissimi di loro, se curano questo aspetto, possano ambire a dei palcoscenici importanti".
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