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Roma, Zeman presenta la biografia: “Nel 2012 serviva un esecutore non un allenatore”

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L’ex tecnico giallorosso e della Lazio ha presentato il libro scritto da Andrea Di Caro "La bellezza non ha prezzo"

Redazione

Nella cornice della libreria “Il Libraccio” di Via Nazionale di Roma, questa sera è stata presentata l’autobiografia di Zdenek Zeman intitolata "La bellezza non ha prezzo". Numerosi i tifosi e i giornalisti presenti che hanno reso omaggio al tecnico che in carriera ha allenato, tra le tante, Roma, Lazio, Foggia e Pescara. Presenti gli ex calciatori Rambaudi, Favalli e Di Biagio. Queste le parole del boemo durante l’evento: "A tutti piace il bello ma per farlo serve coraggio e io ne ho avuto. I tifosi hanno affetto nei miei confronti perché è sempre piaciuto quello che ho fatto nelle mie squadre”. A sorpresa arriva anche Mihajlovic e Zeman commenta così la sua presenza: "Lo ringrazio perché so che ha fatto tanto sacrifici per esserci". In risposta, Sinisa aggiunge: "Prima di Zeman in Italia si giocava per non perdere, con lui si giocava per vincere. Non ha vinto trofei ma ha lasciato un segno. Ha ottenuto più di allenatori che hanno vinto tanto".

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L'evento continua e il boemo, rivolgendosi ai presenti, afferma: "Il sud mi piace di più perché c'è più caldo e la gente è più passionale. Il calcio è la passione della gente. Se vinci a Torino non succede niente, se si vince a Roma o ancora più giù è tutto diverso".  E ancora: "Per migliorare bisogna stancarsi, se non ti affatichi mai non migliorerai mai".

Eusebio Di Francesco:"Correvo per tre, anche per Di Biagio. Fiero di essere considerato un allenatore zemaniano. Per me è stato una fonte d'ispirazione ma non l'ho mai copiato".

Zeman: "Tra me e Di Biagio mancava solo fare l'amore. Di Francesco ha avuto la fortuna di giocare con Totti. Aldair non voleva che marcassimo a zona così gli ho detto "va bene proviamo a uomo. Al primo calcio d'angolo abbiamo preso gol. Al mio secondo anno alla Roma pensavo di poter fare bene. Non è stato però questione solo di regole e comportamenti, ma anche di interferenza nel lavoro. Alla Roma non serviva un allenatore ma un esecutore".

Marco Di Cola