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Roma, piano B per il delisting dalla Borsa: la fusione con un’altra società non quotata

LaPresse

Questa la seconda opzione per l'uscita da Piazza Affari qualora Friedkin non riuscisse a portare almeno al 95% il suo controllo sul capitale sociale attraverso l'Opa

Redazione

Tra gli obiettivi primari della nuova proprietà c’è sempre l’uscita dalla borsa. Sin dal primo comunicato, il Friekdin Group ha specificato la volontà di effettuare il delisting e far uscire così il titolo AS Roma da Piazza Affari dopo venti anni (entrata a maggio 2000 sotto la gestione Sensi). I Friedkin sono al lavoro dal giorno uno della loro presidenza in questo senso e hanno già lanciato l’Opa obbligatoria per provare a rastrellare la totalità delle azioni ordinarie in circolazione, che corrispondono al 13,4% del capitale sociale, così da arrivare al controllo totale del club. Il prezzo unitario per azione fissato a 0,1165 euro (che non era piaciuto agli azionisti proprietari delle azioni) è stato confermato e certificato come congruo con un documento chiamato Fairness Option (giudizio di congruità) prodotto da Rothschild Bank a firma dell’ad Daffina, uno degli uomini che ha curato la cessione del club.

Se l’offerta di Dan Friedkin avrà successo portando almeno al 95% il suo controllo sul capitale sociale, il delisting sarà immediato. Se così non fosse, per uscire dalla borsa c’è in piedi anche un piano B: la fusione. Se i Friedkin volessero forzare il processo di addio ai mercati, potrebbero fondere la società con un’altra non quotata, appartenente sempre all’universo delle controllate da Dan Friedkin. La condizione sine qua non è che il costo di questa operazione non superi la spesa prevista per il delisting. Per avere un quadro certo si dovrà aspettare il 29 ottobre, giorno della chiusura dell’operazione dell’Opa che comincerà domani:

"Qualora il Delisting non sia raggiunto ad esito dell’Offerta (ivi incluso l’adempimento agli obblighi di acquisto ad essa conseguenti di cui all’art. 108, commi 1 e 2, del TUF, e/o attraverso l’esercizio del diritto di acquisto ai sensi dell’art. 111, comma 1, del TUF), l’Offerente si riserva se procedere o meno al Delisting. Qualora l’Offerente decidesse di procedere con il Delisting, lo stesso si riserva comunque di porre in essere successive operazioni volte a tale scopo, come ad esempio la fusione per incorporazione dell’Emittente nell’Offerente (società non quotata) ovvero in un’altra società non quotata del gruppo facente capo al Sig. Thomas Dan Friedkin (la “Fusione”), a condizione che tali operazioni non comportino un esborso per azione complessivo superiore a quello che verrebbe pagato nel contesto del Delisting conseguente all’Offerta".

Inoltre, come specificato nella nota ufficiale, alla riunione del 7 ottobre 2020 del Consiglio d'Amministrazione - nel corso della quale è stata esaminata l’Offerta - non erano presenti Dan Friedkin e il figlio Ryan, che hanno giustificato la loro assenza. Di seguito la parte del comunicato:

"Alla riunione del Consiglio di Amministrazione del 7 ottobre 2020, nel corso della quale è stata esaminata l’Offerta e approvato il Comunicato dell’Emittente ai sensi dell’art. 103, comma 3, del TUF e dell’art. 39 del Regolamento Emittenti, hanno partecipato i seguenti consiglieri: Guido Fienga (Amministratore Delegato e membro del comitato esecutivo), Marcus Arthur Watts (Amministratore e membro del comitato esecutivo), Eric Felen Williamson III (Amministratore e membro del comitato esecutivo) , Analaura Moreira-Dunkel (Amministratore), Benedetta Navarra (Amministratore indipendente), Mirella Pellegrini (Amministratore indipendente) e Ines Gandini (Amministratore indipendente).

Hanno giustificato la loro assenza Thomas Dan Friedkin, Presidente del Consiglio di Amministrazione e del Comitato Esecutivo, e Ryan Patrick Friedkin, Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione e del Comitato Esecutivo. Per il Collegio Sindacale hanno partecipato alla riunione il Presidente Claudia Cattani, il sindaco effettivo Massimo Gambini, il sindaco effettivo Pietro Mastrapasqua".