news as roma

Roma, Pallotta ha perso la pazienza. E Garcia rischia di perdere il posto

Roma, Pallotta ha perso la pazienza. E Garcia rischia di perdere il posto - immagine 1
Il disgusto del presidente per la prestazione della squadra, le parole nel post partita di Baldissoni e la riunione fiume di oggi pomeriggio presso lo studio Tonucci fanno pensare che il futuro del francese sia davvero appeso a un filo: difficile...

Valerio Valeri

Una sola vittoria nelle ultime dieci gare ufficiali, ovvero il brutto 2-0 rifilato al povero Genoa il 19 dicembre scorso. Una lunga serie di prestazioni negative, nelle quali si sono palesati tutti i limiti della Roma di Garcia: confusa, paurosa, incostante, senza idee, difensivamente traballante. Davanti a tanta penuria, James Pallotta ha sbattuto i pugni sul tavolo e da Boston si è fatto sentire: “Ora basta!”. Nonostante l’opera d’intermediazione di Walter Sabatini e Mauro Baldissoni, con lo scopo di evitare scossoni e proseguire con Rudi Garcia fino al 16 maggio per poi puntare ad un nome forte a cui affidare la panchina, il proprietario avrebbe deciso di porre fine allo stillicidio. È vero, l’Inter perdendo con il Sassuolo non è fuggita e rimane a 5 punti. Il Napoli campione d’inverno è a +7 ma ci sono ancora 19 gare a disposizione e diversi scontri diretti che potrebbero cambiare parecchio le carte in tavola. Ma l’impressione è che la squadra abbia mollato, sia demotivata e spaesata: una situazione che se protratta ulteriormente rischierebbe di scrivere una sentenza definitiva sulle ambizioni giallorosse in questa stagione.

VIAGGI NEGLI USA E CONFERENCE CALL Era già programmato per tirare le fila sul progetto stadio e arrivare pronti all’appuntamento con la Regione Lazio, ma il volo di Baldissoni verso Miami (insieme al costruttore Parnasi) assume un significato doppio. Pallotta vuole far capire a tutti chi è che ha in mano la cloche del comando. Inoltre presso lo Studio Tonucci in zona Pincianaoggi pomeriggio si è tenuta una riunione alla quale erano presenti Sabatini col suo braccio destro Frederic Massara, il CEO Italo Zanzi e l’interprete della società Bisceglia. In collegamento da Boston, ovviamente, James Pallotta. I contenuti del confronto non sono chiari, ma l’impressione è che si sia discusso in primis dell’opportunità di esonerare il tecnico francese e in seconda battuta dei profili tra cui pescare il sostituto. Si parla di Spalletti, Bielsa e Sampaoli ma tutto fa pensare che solo quello del toscano ex Zenit sia un’opzione credibile per un cambio in corsa: conosce l’ambiente e ha già rapporti con i senatori della squadra, leggi Totti e De Rossi ma anche De Sanctis. L’incognita è l’eventuale pre-accordo con Antonio Conte: se esistesse, sarebbe impossibile chiedere a Spalletti di firmare un contratto di sei mesi.

 

FINE DI UN RAPPORTO Quello tra Pallotta e Garcia è un rapporto ormai finito. Sono lontani i tempi delle pacche sulle spalle, della difesa a spada tratta e degli attestati di stima incondizionata. Sono recenti, ma sembrano passati anni luce, anche i tempi in cui Pallotta criticava le prestazioni della squadra senza dare la colpa al tecnico e quelli in cui Garcia si dichiarava sicuro della vicinanza e della fiducia dei dirigenti "perché parliamo tutti i giorni e non ho bisogno di una conferma pubblica".

Ieri il presidente è rimasto “disgustato”, come più di un quotidiano ha riferito all’indomani del pareggio contro il Milan, non vuole più saperne di una squadra molle e demotivata. E ha rifilato al tecnico una stilettata ben assestata sul tema della preparazione atletica: “La squadra mi sembra stia bene, manca la mentalità vincente”. Queste in sintesi le sue parole, una risposta indiretta a quanto detto nella conferenza stampa post-partita dall’allenatore: “Mi dispiace vedere i giocatori stanchi per tutta la gara”. La storia è vecchia, ormai: la dirigenza americana ha imposto al tecnico l’allontanamento di Rongoni e ha scelto di ingaggiare Darcy Norman. A Garcia non è andata giù (non dovrebbe andar giù a nessun allenatore, in teoria) ma è rimasto al suo posto, forte anche di un contratto fino al 2018 a 2 milioni e mezzo netti a stagione.

 

INFERMERIA: SOLO POSTI IN PIEDI Giusta o sbagliata la scelta di Pallotta su Rongoni, sta di fatto che la Roma continua a combattere con gli infortuni muscolari. Totti è rimasto fuori per ben 105 giorni e il suo ritorno ieri è stato accolto dai tifosi come l’avvento del Messia. Legittimo da parte di chi va allo stadio o sta davanti alla tv, preoccupante se lo fa un calciatore che dovrebbe trovare motivazioni diverse e non affidarsi unicamente al proprio capitano: le parole di Ruediger ieri sera sul numero 10 e sulla mancanza di una leadership in campo sono esaustive e forniscono un quadro imbarazzante delle condizioni mentali dello spogliatoio giallorosso. Keita ha praticamente smesso di giocare, De Rossi è tornato titolare ieri sera ma è evidentemente fuori fase, Manolas dopo essere sceso in campo in tutte le partite ufficiali ha dato forfait tra il primo e il secondo tempo per un problema ai flessori, preoccupa anche Nainggolan sofferente a fine gara, mentre Salah è stato un fantasma e forse non era nemmeno da portare in panchina. “Fortunatamente abbiamo una settimana piena per preparare la gara col Verona” ha detto Garcia ieri. C’è da vedere se a quel giorno ci arriverà da allenatore della Roma.