Roma, ora non emulare i sogni delle provinciali

Aiutati che Dio t’aiuta, dice un proverbio famoso. Che in alcune parti d’Italia si dice anche “Chi non s'aiuta, s’annega”. La Roma gli aiuti non doveva aspettarseli da nessuno, figuriamoci poi da Gasperini. Non si è aiutata da sola in una stagione nata male e finita peggio. Col sesto anno di fila senza Champions che rappresenta un record da quando la Roma la giocò per la prima volta contro il Real Madrid nel 2001. Inutile fare ora un bilancio, sappiamo benissimo dove penderebbe la bilancia. Ora i Friedkin devono aiutare la Roma a uscire dalla mediocrità di campionato che si è cucita addosso in questi anni. Come? Non pensando a ridimensionamenti, non annunciando progetti. Ne abbiamo sentiti a iosa di manifesti e ce ne fosse uno che è davvero funzionato. Non si guardi all’Atalanta o al Bologna come modelli da perseguire. Questa è la Roma, e non deve emulare i miracoli di provincia di nessuno. Non è giusto criticare Ghisolfi, che probabilmente farà meglio dei suoi dannosi predecessori. Ma è legittimo criticare la scelta, ancora sorprendente di non andare sul sicuro. Per rendere meno ostico l’adattamento dell’ennesimo marziano nella capitale la proprietà gli dia mezzi necessari per rinforzare davvero la rosa. Con elementi affamati, di gamba come chiede De Rossi. Ma pure pronti per riportare subito la Roma in Champions. Perché fa male vedere squadre che hanno assaggiato spesso la serie B nella sua storia prenderti per i fondelli. Nel 2000 Sensi reagì di forza alla rabbia per lo scudetto laziale, nel 2013 anche la Roma di Pallotta diede una sferzata dopo il 26 maggio andando a costruire la squadra dei record di Garcia prima di passare a svendite e perdite di bilancio. Ora bisogna abbandonare le tentazioni di voler aprire un cantiere sulle macerie. Bisogna edificare in fretta, le possibilità economiche sono tornate abbastanza rosee. Perché Mourinho in due anni ha coperto con diversi teloni le crepe di una rosa costruita male. Lo ha fatto in Europa, lo ha fatto combattendo quei tutti che oggi brindano a una Roma fuori dalla Champions. Serve una botta di orgoglio, serve andare oltre il bon ton per arrivare quarti e prenotare i voli per Bilbao. Bisogna aiutarsi, visto che da queste parti nemmeno Dio ti aiuta.