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Roma-Mkhitaryan, appuntamento in primavera: ecco i motivi per dirsi ancora sì

Roma-Mkhitaryan, appuntamento in primavera: ecco i motivi per dirsi ancora sì - immagine 1

L'armeno è al bivio, ma vorrebbe restare. Il feeling ritrovato con Mourinho e il nuovo ruolo convincono. La palla passa a Pinto

Francesco Balzani

Lasciare sul più bello? Henrikh Mkhitaryan non vorrebbe. Ora che ha ritrovato il feeling con Mourinho e un possibile allungamento di carriera grazie al nuovo ruolo che lo vede leggermente arretrato ma sempre più al centro del gioco. L’armeno, che lo scorso anno non era convinto di rinnovare, ora ha meno dubbi. Il suo contratto scade a giugno e sarebbe disposto ad allungare di un’altra stagione il suo rapporto con la Roma. Dove è nato suo figlio Hamlet e dove si trova alla meraviglia tutta la sua famiglia. E dove vorrebbe vincere qualcosa dopo 100 presenze. Da convincere, paradossalmente, ci sarebbe la Roma che a Mkhitaryan corrisponde uno stipendio di 4 milioni a stagione tra soldi alla firma, parte fissa e bonus. Le ultime prestazioni e la serietà mai in discussione sono però elementi che stanno facendo riflettere Tiago Pinto. Trovare un sostituto all’altezza dell’armeno non è facile soprattutto in termini di esperienza (valore molto amato da Mou). E in fondo 33 anni in serie A sono una età decisamente consona al livello della competizione.Insomma i motivi per sperare in un rinnovo ci sono, ma non è il momento di parlarne.

 

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Un ruolo che convince e la voglia di trofei

Ci sarà tempo per farlo, anche perché ora bisogna fare i conti con  le condizioni fisiche del suo agente Mino Raiola con il quale la Roma ha da anni un bel rapporto. Se ne discuterà magari con una piccola rinuncia, e nel frattempo Mikhi ha deciso di non ragionare su eventuali altre offerte che arrivano soprattutto dall’Est Europa. E’ concentrato sulla Roma e su quel ruolo che nelle ultime partite lo ha portato spesso alla ribalta dopo un avvio complicato. Un ruolo “liquido” come si dice in questi casi. Arretrato sulla linea dei centrocampisti da Mou nel 3-5-2, nel ruolo di mezzala già ricoperto ai tempi dello Shakhtar Donetsk, con il ritorno al 4-2-3-1 Henrikh ha agito da ala destra contro la Juventus e poi ha sostituito tra regia e trequartista Pellegrini con il Cagliari. Ad Empoli è tornato mezz’ala, ed è stato il migliore in campo dopo Abraham. Una intesa con Oliveira che cresce, i due parlano la stessa lingua: precisione, stile, esperienza. Manca qualche gol rispetto allo scorso anno ma la media degli assist è quasi uguale: cinque finora quest’anno, undici i totali al termine della scorsa stagione. Decidere di rinunciare a Mkhitaryan vorrebbe dire tornare sul mercato e scegliere due vie: quella dell’investimento forte su un 25enne o quella di un doppione. In entrambi i casi la spesa potrebbe non giustificare lo switch vista l’importante di ricoprire altri ruoli, decisamente più scoperti. Appuntamento quindi in primavera per dirsi addio senza rancore o fare ancora un passo insieme. Magari verso quel trofeo che all’ex Arsenal manca dal 2017: l’Europa League con il Manchester United. Indovinate chi c’era in panchina?