Claudio Ranieri ha impiegato tutta la rosa a disposizione (tranne Hermoso appunto che era infortunato). Anzi no. Tutti tranne uno. Perché in queste prime tre partite di terza gestione, Enzo Le Fée si è visto solo quando è sceso dal pullman. A dire il vero non è che anche prima si vedesse molto. Con De Rossi il francese ha giocato un'ora a Cagliari, uno spezzone con l'Empoli e poi basta anche a causa del serio e misterioso infortunio al ginocchio che lo ha tenuto ai box fino ai primi di ottobre. Tornano a disposizione, Le Fée ha trovato la stima di Ivan Juric. Stima esagerata visto che il croato ha preferito in qualche occasione l'ex Rennes a uno come Manu Koné. Sta di fatto che anche in questa seconda gestione il francese ha giocato una sola partita da 90', quella vinta col Torino. L'unica in cui ha fatto intravedere qualcosa, anche se quel qualcosa è ben lontano dal valore del cartellino: 23 milioni. Una cifra folle spesa a inizio mercato che ha destato scetticismo anche in Francia dove Enzo aveva fatto bene con il Lorient per poi fallire nel Rennes. Un ruolo atipico quello del francese, a metà tra un regista e una mezz'ala. Quello che al momento non serve alla Roma e che comunque si trova a una cifra decisamente più contenuta anche in Italia.
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Roma, mistero Le Fée: il francese fin qui è costato 65mila euro al minuto
Il bocciato Aouar, preso a zero, aveva già reso il doppio
—Contando i minuti tra campionato e coppe siamo a 365, praticamente la Roma fin qui ha pagato quasi 65 mila euro al minuto per vedere Le Fée in campo. Senza un gol o un assist a referto, peggio per esempio di quanto fatto un anno fa da Aouar che era costato zero e aveva comunque giocato e segnato di più a questo punto della stagione: 2 gol in 645 minuti. Un lusso che il club giallorosso non può permettersi soprattutto perché quei soldi non sono stati spesi poi per prendere Bellanova a destra, dove gioca titolare uno come Celik. O per permettersi un vice Dovbyk che non sia l'ex panchinaro del Cagliari. Insomma Le Fée ad oggi è l'emblema di una gestione di mercato che ha lasciato parecchio a desiderare soprattutto nelle sue battute iniziali. "Ci conto, buonissima qualità e buona corsa. Ma in queste gare avevamo bisogno di altro e io faccio i conti su tutti", ha detto ieri Ranieri. Sembrano parole di speranza, ma proprio in fondo.
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