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Mourinho: “Non vogliamo andare in Conference League. Giustizia fatta per Zaniolo”

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Le parole del tecnico portoghese: "Non so ancora dirti se Zaniolo può giocare o no perché il suo ematoma era grosso. La nostra ambizione non è vincere di nuovo la Conference League, vogliono andare ai playoff"
Redazione

José Mourinho è intervenuto alle 14 in conferenza stampa alla vigilia di Roma-Ludogorets. L'allenatore giallorosso ha presentato l'ultima gara del girone C di Europa League rispondendo alle domande dei giornalisti presenti nella sala stampa di Trigoria. Insieme allo Special One anche Stephan El Shaarawy.

MOURINHO IN CONFERENZA STAMPA

Aveva detto che bisognava sopravvivere fino al 13 novembre, come si sopravvive domani? Come sta Zaniolo è recuperato? "Se non vinciamo andiamo in Conference League. Però non vogliamo. Vogliamo i playoff. Se pensiamo così è una partita con un solo risultato che è la vittoria. Partita difficile per la pressione e per l'avversario che ci ha battuto in una partita dove noi abbiamo giocato seriamente. Ho cambiato portiere e poi eravamo le prime scelte. Non avevamo giocato con la Primavera. Ci sarà di nuovo il sold out, si può creare un ambiente da partita decisiva come lo scorso anno con Bodo, Leicester o Vitesse. Creando questo tipo di atmosfera, con la motivazione dei ragazzi che vogliono continuare in Europa League possiamo farcela. Per Zaniolo è stata fatta giustizia. La squalifica doveva essere massimo di una giornata. È importante per noi, prima di tutto per il senso di giustizia poi perché è un giocatore che ci può aiutare a vincere. Non so ancora dirti se può giocare o no perché il suo ematoma era grosso e il dolore era importante. Vediamo oggi come si sente però mi piacerebbe averlo a disposizione".

Si è parlato molto di questa partita come una finale. Che Ludogorets si aspetta domani? "Giocheranno per due risultati, diversamente da noi. Questa fa tanta differenza ovviamente. Sono pericolosi in contropiede, hanno giocatori veloci e per questo si possono difendere di più perché hanno sempre questa soluzione di poter sempre creare pericoli. Noi giochiamo con un solo risultato ma magari è meglio per noi. Sappiamo che dobbiamo correre rischi ma sappiamo anche che non abbiamo uno stadio piccolo dietro di noi. L'ambizione non è vincere di nuovo la Conference League, vogliono andare ai playoff anche se ci saranno squadre fatte per vincere la Champions. È lì però che vogliamo andare. Non pensiamo a nessun altro, a nessun'altra partita. Importante per noi la vittoria in campionato perché tornare a casa dopo la sconfitta con il Napoli o dopo una vittoria, si respira positività diversa. Non è una partita facile per noi, ma nemmeno per loro".

Abraham sta vivendo un momento particolare, come si può aiutare il giocatore in un momento così? Riposerà domani per dare una chance a Belotti? "Ai miei giocatori da sempre, dico che per me il portiere che sbaglia clamorosamente, o l'attaccante che non sta segnando, o il difensore che fa errori, sono cose secondarie. La cosa principale è l'atteggiamento, pensare alla squadra, lavorare seriamente, non piangere nei momenti difficili e avere coraggio di tornare a fare. Pellegrini ha sbagliato il rigore contro l'Empoli e poteva essere decisivo. Il rigore successivo ha avuto il coraggio di calciarlo e ha segnato, se non segnava non era un problema ma ha voluto provare. Non so che espressione hai visto ma sicuramente non era di uno che è arrabbiato. Ti dico di più, sono molto contento della sua partita a Verona. Ha sbagliato due gol, nel secondo ha fatto assist a Zaniolo, ma per me però non è un problema. Il problema era a inizio stagione quando non sembrava super concentrato. Ora no, sta creando pericoli agli avversari, sta giocando bene, facendo gioco di squadra. I giocatori ancora non sanno chi gioca, ma Abraham giocherà".

Tempo fa ha detto di non aver lavorato mai con così tanti giovani, averli lanciati adesso lo ritiene un motivo d'orgoglio o è preoccupato dai titolari che non segnano? "Non ho mai avuto tanta necessità di far crescere e giocare i giovani però questo non significa che accetto di sentire che nella carriera ho lanciato pochi giovani. Non sono pochi, e sono anche bravi. Qui è un po' necessità ma anche conseguenza del nostro profilo di lavoro. Non sono un eroe se gli dò la possibilità di giocare. Sono un eroe o uno stupido se metto in campo giocatori che non sono preparati. Il loro è un processo, prima sono giocatori solo della Primavera, poi diventa un giocatore della Primavera che si allena in prima squadra, dopo è un giocatore della prima squadra che ogni tanto va in Primavera per trovare dei minuti fino a diventare stabilmente uno dei grandi per aspettare l'opportunità. C'è fiducia da parte mia, ma anche fiducia da parte loro per mettere da parte il nervosismo dell'esordio. Mi fa piacere questo processo. Per il club è ovviamente importante, ma anche per i giovani avere la sensazione che la nostra porta è aperta è importante. Non fa piacere solo a me, ma anche ai giocatori della prima squadra. Sono felci quando un bambino debutta e fa bene, quando Volpato fa il gol della vittoria. È un gruppo che aiuta questi ragazzi giovani a crescere. Viverlo mi fa piacere. Voglio vincere le partite, non sono preoccupato con i miei giocatori. Quando perdiamo è diverso, quando vinciamo sono contento. Mi fa piacere che i bambini fanno bene e mi fa anche un grande piacere l'atteggiamento dei miei attaccanti che non stanno segnando tanto. Belotti non ha fatto il gol della vittoria a Verona però il suo atteggiamento e i pericoli creati, sono la cosa più importante. Quando l'atteggiamento è buono, i gol arriveranno. Non sarebbe una sorpresa un gol di Abraham domani. Ha fatto un grande lavoro di squadra, questo per me è la base di tutto".

Matic è stato decisivo a Verona, è pronto per giocare dal primo minuto? Che impatto sta avendo sui giovani? "I giovani prendono esempio da questo tipo di giocatori. Un giocatore di 34 o 35 anni, è infortunato però vuole esserci per aiutare. Un giocatore giovane che vive al fianco di questi giocatori, rende le cose più semplici. È venuto qua perché conoscevo bene cosa poteva fare in campo ma anche per i giovani. Se Volpato ne parla con questa referenza, figuriamoci Tahirovic che parla la stessa lingua e gioca nello stesso ruolo. Stanno insieme prima e dopo l'allenamento. Vediamo oggi come sta, se può giocare titolare o meno però sicuramente ci sarà domani. Ho detto che gioca Abraham, anche El Shaarawy che è qui, ne mancano solo 9". 

MOURINHO A SKY

Come va gestita questa partita? “Magari è più facile per noi perché dobbiamo solo vincere, in altre circostanze ci possono essere contraddizioni. Quando puoi solo vincere non c'è altro a cui pensare. Giocheremo per vincere con ovvi rischi, però sarà una partita divertente per noi e per i tifosi, sappiamo quello che ci aspetta. Dobbiamo vincere con tutto quello che abbiamo”.

Il primo pensiero dopo il ricorso accolto per Zaniolo? “È stata fatta giustizia. La Uefa è la Uefa, sono loro che hanno il potere della giustizia ha capito. Tre partite erano troppe, non mi è piaciuto e sono contento che Nicolò possa tornare a disposizione perché la UEFA ha fatto giustizia. Al di là di questo senso di giustizia, c’è questo lato sportivo e Zaniolo può aiutarci in una partita decisiva”.

Che piacere riceve nel lanciare i giovani? “Una cosa è lanciare sporadicamente, farli giocare 5’ oggi e 5’ tra qualche mese. Questo aiuta il processo ma per me è significativo quando si lavora in un modo stabile per far arrivare un giocatore pronto per il salto come fatto con Zalewski, Bove e adesso con Volpato, poi arriverà presto qualcun altro tipo Tahirovic”.

Da quando è a Roma è il 14esimo sold out di fila. “È una vittoria della società. È una cosa straordinaria, non stiamo parlando dell’ultima gara dell’anno scorso con il Venezia che era una partita per qualificarci all’Europa League. Ai romanisti non interessa il significato della partita. Lo stadio è il modo della famiglia romanista di stare insieme, è un grande lavoro della società e se ho potuto fare qualcosa per questa famiglia sono molto contento. Il calcio è tante cose, tra cui questo senso di unità. Questa sembra una famiglia tradizionale che pranza o cena insieme. L’Olimpico è la nostra famiglia, è veramente bello”.

 

MOURINHO A ROMA TV+

Orgoglio fino alla fine e se si può dire nelle sconfitte per 1-0 che tu sei vivo fino all’ultimo secondo, anche nella sconfitta per 4-0 la squadra ha lottato, la squadra è stata unita, ha perso unita. Anche a Udine ho sentito questa squadra che abbiamo noi e questo ti da fiducia, ti fa piacere ed è importante perché non si vince sempre.

Domani arriva a Ludogorets che ha 2 risultati su 3, le chiedo mister che partita si aspetta e che ci può essere di differente dalla gara di andata? Alla gara di andata non abbiamo giocato bene però non abbiamo fatto i fenomeni. Abbiamo giocato con una squadra importante con tanto giocatori di solito prime scelte. Abbiamo preso gol, avuto una reazione fortissima per non perdere la partita e abbiamo segnato. Il secondo gol è un gol che viene dalla Luna e abbiamo perso, ma il calcio è anche così. Abbiamo solo un risultato, dobbiamo vincere e giocare ovviamente aggressivi, offensivi, giocare con un pubblico. Però dobbiamo giocare anche con testa, con emozione controllata, perché il loro contropiede è pericoloso.

A proposito di pubblico, non fa più notizia il SOLD OUT all’Olimpico, ci sono stati tantissimi tifosi in Finlandia, a Verona... Deve fare notizia sempre, è una cosa che non possiamo lasciare non essere notizia. Uno stadio gigante come l’Olimpico esaurito deve essere sempre notizia perché in fondo è parlare della nostra gente, della nostra famiglia. Questa deve essere una lotta nostra: non fermarci di parlare. L’appoggio fuori casa è incredibile, io qualche volta scherzavo “c’è tanta gente a Roma che non lavora perché vanno a tutte le partite fuori casa”. Però sicuramente fanno dei sacrifici per farlo, nelle partite fuori casa parlo di sempre di questo ai giocatori. Al di là del senso di professionalità che dobbiamo fare sempre il meglio possibile, pensare a questa gente che viaggia fuori casa è una cosa che dobbiamo fare sempre.