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Getty Images
All’Olimpico, dove la Roma è uscita sconfitta per 0-1 contro il Lille nella seconda partita del girone unico di Europa League, a prendersi la scena non è stato soltanto il risultato. A diventare un vero e proprio caso eclatante è stato l’episodio surreale dei tre rigori consecutivi sbagliati dai giallorossi nel secondo tempo: una scena rarissima nel calcio moderno e destinata a entrare nella storia europea del club. Tutto accade in pochi minuti: sul dischetto si presenta Dovbyk, che si fa ipnotizzare dal portiere turco del Lille, Ozer. L’arbitro ordina la ripetizione per un’irregolarità in area. Dovbyk ci riprova, ma ancora una volta Ozer para. Al terzo tentativo si presenta Soulé, ma anche lui trova l’opposizione dell’estremo difensore, che diventa l’eroe della serata.
Quando si pensa che una cosa del genere sia un unicum, ci si sbaglia. Perché un episodio praticamente identico era già accaduto nel nostro campionato, esattamente 40 anni fa, in un Lazio-Napoli del 21 aprile 1984. Anche lì, all’Olimpico, la Lazio si vide assegnare un rigore dopo pochi minuti: Giordano calciò, Castellini parò. Sulla ribattuta Giordano segnò, ma l’arbitro Agnolin fece ripetere. Secondo tiro, stessa scena: parato. Terzo rigore, stavolta tirato da Vincenzo D’Amico, ma il pallone finì fuori. Tre rigori, tre errori di fila. La Lazio vinse comunque 3-2, mentre la Roma stavolta è uscita battuta. Ma il paradosso resta: due squadre della Capitale, due partite giocate all’Olimpico, a distanza di quarant’anni, e lo stesso incredibile destino dal dischetto.
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