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Roma, l’eterna seconda. Un record beffardo per Totti e Rudi Garcia

(ilcatenaccio.es – M. Riverso) Sembra paradossale, ma alla Roma di Rudi Garcia non è bastato

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(ilcatenaccio.es - M. Riverso) Sembra paradossale, ma alla Roma di Rudi Garcia non è bastato demolire tutti i precedenti primati in termini di vittorie e punti per riempire a oltre dieci anni di distanza il ‘Circo Massimo’. Un record dal retrogusto amaro, beffardo come mai nella storia del calcio moderno.

La Juventus sta viaggiando come un TGV verso il terzo titolo consecutivo, la tanto desiderata terza stella che solo la ‘tangentopoli’ del calcio ha ritardato di qualche anno. Ma oggi non ho la minima intenzione di esaltare i già esaltati bianconeri, voglio rendere omaggio ad un personaggio schivo, il maestro zen Rudi Garcia, il quale è riuscito nell’impresa di trasformare mezzi calciatori e campioni quasi finiti in una banda armonica, vincente e decisamente swing. Un viagra naturale quello ‘spacciato’ dal ‘chitarrista’ nella ‘comune di Trigoria’, capace di rivitalizzare l’ex colosso Maicon, l’immaturo Castan e la freccia ivoriana Gervinho, tre elementi comprimari quanto complementari nello scacchiere giallorosso per i vari Benatia, De Rossi e Totti. A completare il quadro perfetta la leadership oscura di Strootman, la classe discostante ma sublime di Pjanic, l’esplosione di Destro e Florenzi. Che dire, un’annata quasi irripetibile.

Riuscirà la Roma nell’impresa di ripetersi? Il difficile viene proprio adesso, soprattutto per una piazza borderline come Roma, abituata sempre ad arrivare ad un passo dal successo ma perennemente seconda, come ai tempi di Spalletti, Ranieri e dell’imdimenticabile Turone. Confermarsi significherebbe perfezionare il lavoro svolto da Garcia a Trigoria e da Sabatini nella stanza dei bottoni, confermarsi significherebbe acquisire definitivamente quella mentalità vincente che è sempre mancata ad una società capitale geograficamente ma allo stesso tempo provinciale nelle gerarchie del calcio.

Il vento del nord sembra non fare più paura, ma il modello Juve è la strada giusta da seguire sia per gli uomini di Pallotta che per le altre società italiane, soprattutto adesso che la Serie A rischia di diventare il quinto campionato continentale a discapito dei ‘diseredati’ portoghesi

La stagione 2014-2015 sarà l’anno della verità per l’AS Roma. Serviranno strategie di mercato oculate, polmoni e attributi soprattutto sul palcoscenico della Champions League, dove gli avversari non saranno quelle mezze calzette di Chievo e Livorno. Le basi per un futuro radioso sono state gettate, sarebbe un peccato non sfruttarle proprio adesso che la Roma ha indossato l’armatura di un gladiatore quasi invincibile.