C’è l’effetto Serra sulla corsa ormai finita della Roma per un posto in Champions. Una cappa di rancore forte, intensa come l’umidità delle prime sere d’estate nella capitale. Ma non basta andare al mare o cercare un gelato tra le vie splendide di Roma. Perchè è un effetto che non permette vie di fuga. Non si può scappare dalla voglia di non capire, di non vedere, di non concedere. Dopo aver preso insulti e squalifiche a Cremona, Mourinho ha dovuto pagare il conto al Palazzo come accaduto con Zeman tanti anni fa. Alla Roma mancano una decina di punti per errori arbitrali, alcuni così evidenti da mettere in imbarazzo anche i critici più feroci. Si parte da Roma-Sassuolo col rigore concesso dopo il bisticcio Berardi-Kumbulla in cui a pagare è solo l’albanese. La Roma perde, giocando in 11 probabilmente almeno un punto l’avrebbe strappato. Si passa poi a Bergamo dove a Palomino tra un po’ è concesso anche di entrare sul pullman giallorosso. In più c’è un rigorino su Pellegrini dopo la sbracciata di Ederson. I capolavori di frenata però arrivano con Milan e Bologna.
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Roma, l’effetto Serra e una cappa di rancore: la Champions impedita dagli arbitri
Contro i rossoneri il gol al 97’ di Saelemakers è da annullare. Basterebbe andare al Var per notare l’evidente spinta subita in area da Mancini. Niente, un danno irreparabile che fa perdere in totale alla Roma tre punti nella corsa coi rossoneri. Col Bologna il capolavoro di Orsato che nemmeno va al Var per vedere le evidenti gomitate su Solbakken e Ibanez. E altri due punti volano via. Poi il rigore (con rosso) non concesso a Wijnaldum con la Salernitana e infine la violenza subita da Missori ieri a Firenze. Fatevi i calcoli, e poi fate conto che fosse successo a un altro club. Forse non sareste così precisi nell'evidenziare un errore sotto porta. Forse andreste oltre al fatto che la Roma si gioca una finale storica con una infermeria piena a corrente alternata. Mourinho ha risposto col silenzio, lo stesso adottato dai Friedkin finora. E che non ha portato a nulla. O forse sì: porterà all'addio di Josè. Un problema in meno per l'Aia.
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