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Getty Images
La Roma di Gasperini ha subito la sua prima sconfitta stagionale contro il Torino, suscitando numerosi dubbi e interrogativi tra tifosi e addetti ai lavori. Più del risultato a preoccupare è stato l’atteggiamento della squadra, apparsa spenta e poco aggressiva rispetto alle precedenti uscite ma soprattutto incapace di fare gol. Le scelte iniziali non hanno convinto e peggio hanno fatto i cambi: nonostante i 22 tiri effettuati, infatti, la Roma è rimasta a secco di gol: mai i giallorossi avevano tentato così tante conclusioni senza trovare la rete dal 2022.
C'è un tema che preoccupa maggiormente Gasperini e l'ambiente giallorosso: la poca efficacia del reparto offensivo. Nelle prime tre giornate di campionato la Roma ha segnato due gol e solo uno è arrivato dagli attaccanti, quello di Soulé contro il Pisa. Il numero 18 in 254' ha trovato una rete e ieri più volte ha sfiorato la gioia davanti ai suoi tifosi. Ancora a secco Ferguson (147' giocati), così come Dovbyk (33') e gli altri calciatori offensivi a disposizione: El Shaarawy (117') dopo due gare da titolare è subentrato nella ripresa contro i granata con un bel tiro in pieno recupero, Dybala (151') ha illuminato a Pisa ma ancora non ha trovato la via del gol in questa stagione. Così come Baldanzi (45'), ieri subentrato proprio alla Joya dopo essere stato a un passo dall'Hellas Verona, ed El Aynaoui (74'), schierato trequartista contro la compatta squadra di Baroni. E non possono non tornare in mente le parole di Gasperini di pochi giorni fa, dopo la chiusura della sessione estiva di calciomercato: "Mi aspettavo qualcosa in più, soprattutto in attacco". E ancora prima, dal ritiro inglese, aveva lanciato un monito: "Il nostro piazzamento dipenderà da quello che riusciremo a fare davanti". A sinistra c'è ancora un vuoto e tale rimarrà almeno fino a gennaio: delle tante ali accostate al club giallorosso (Echeverri, Sancho, George) nessuna è sbarcata nella Capitale così come il tanto desiderato centravanti di livello (prima Krstovic, poi Gimenez per cui si era ipotizzato uno scambio con Dovbyk). Magari, anzi certamente, un jolly offensivo ed efficace sotto porta sarebbe servito come il pane. Era dalla stagione 2015-16, dieci anni fa, che il tecnico di Grugliasco faticava così tanto a livello realizzativo nelle prime tre giornate: allora, però, sedeva sulla panchina del Genoa.
Contro il Torino Gasperini ha scelto di proporre un tridente leggero formato da Soulé ed El Aynaoui a supporto di Dybala. Appena 9 i tiri nella prima frazione, solo 2 in porta, e una Joya costretta al cambio dopo 45' per l'ennesimo problema muscolare. L'argentino, che aveva ritrovato la titolarità per la prima volta dal 13 marzo, ha accusato un risentimento alla coscia che non gli ha permesso di tornare in campo dopo l'intervallo. Si tratta del 18esimo stop in maglia giallorossa per il numero 21, che in tre anni ha raccolto il 50% dei minuti a disposizione. El Aynaoui, invece, è sembrato quasi un pesce fuor d'acqua sulla trequarti: pochi inserimenti, uno scarso dialogo con gli argentini e una maggior attenzione difensiva rispetto alla spinta offensiva. Per Dovbyk, invece, è arrivata una secca bocciatura. "Non avevo intenzione di farlo entrare, voglio vederlo bene, attivo e dinamico", ha affermato Gasperini nel post-gara. Nei giorni scorsi ci sono stati diversi colloqui tra l'ex allenatore dell'Atalanta e il centravanti ucraino, in estate a un passo dall'addio alla Capitale e ora chiamato a ritrovarsi. E' lui, infatti, l'unico attaccante di ruolo a disposizione della Roma oltre a Ferguson. Già, proprio l'irlandese al momento sembra essere il '9' titolare. Dopo gli impegni in Nazionale, con cui ha comunque segnato due gol in altrettante gare, Gasp ha deciso di farlo accomodare in panchina per poi sfruttarlo nella ripresa. Una scelta magari condivisibile a livello fisico, ma incomprensibile alla luce del buon rendimento nelle prime uscite in maglia giallorossa. Contro il Torino nel secondo tempo sono state 13 le conclusioni, ma solo 3 verso la porta: un dato in linea con la prima frazione e insufficiente per provare a ribaltare l'incontro. Dalla panchina sono entrati anche Baldanzi (una conclusione dal limite degna di nota, ma terminata nella zona della bandierina) ed El Shaarawy (suo il bel tiro nel finale di gara), incapaci comunque di dare una spinta decisa all'andamento della gara. Il tutto in attesa di Bailey, infortunatosi poche ore dopo essere sbarcato nella Capitale: una chimera a cui aggrapparsi dalla prossima settimana, sperando che possa dare una scossa al reparto e rispettare le aspettative su di lui riposte.
E un campanello d'allarme arriva anche dalla difesa. Nonostante la Roma abbia subito un solo gol in tre partite, la (bella) rete di Simeone per il definitivo 1-0 granata è arrivata in contropiede complice una leggerezza di Koné e il mancato intervento difensivo di Mancini. Un aspetto relativamente poco importante, se non fosse che i contropiedi sono uno dei problemi cronici della Roma. L'anno scorso sono stati addirittura 11 i gol subiti in contropiede, di cui l'ultimo il 13 febbraio in Porto-Roma 1-1. Per non parlare delle amichevoli estive: già il Neom a Frosinone aveva seminato il panico in velocità. Certo, era calcio d'agosto e i meccanismi di Gasperini non erano ancora così oliati (come non lo sono ancora oggi, appare evidente), ma è comunque un aspetto a cui prestare particolare attenzione visto che l'intensità e la vocazione offensiva tipica del gioco dell'allenatore piemontese comportano anche un calcolato 'rischio' difensivo. Che per una squadra dai tanti gol in cascina non è un problema. Per una che fatica a trovare la rete, invece, rischia seriamente di diventarlo.
Marcello Spaziani
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