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Roma, l’appello della Curva Sud: “Non storpiate l’inno”

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"In trasferta a Salerno siamo riusciti quasi a bloccare il “bella” e “mia”, prosegue la nota. Ecco cosa chiedono gli ultras in vista della gara all'Olimpico contro la Cremonese

Redazione

Lunedì 22 agosto 18.30 Roma-Cremonese. Ci ritroveremo per la prima in casa. In trasferta a Salerno siamo riusciti quasi a bloccare il “bella” e “mia”. Cerchiamo di cantare l’inno come è sempre stato, senza storpiarlo!”. È questo l'appello pubblicato su una pagina Facebook molto vicina alla Curvd Sud in vista della seconda di campionato e prima in casa all’Olimpico. Ma cosa significa? Durante l’inno “Roma Roma Roma” di Antonello Venditti cantato a cappella da tutto lo stadio prima del fischio d’inizio, da quasi un anno viene fatto un contro coro alle strofe “Roma, Roma bella T'ho dipinta io” e “Roma, Roma mia Nun te fa incantà”. Nel contro canto vengono gridate da una parte di tifosi rispettivamente le parole “bella” e “mia”. Un’assoluta novità che, come detto, è stata introdotta spontaneamente da circa un anno. La Curva Sud, con il messaggio pubblicato sui social, ha chiesto a tutti di non fare più il contro canto e di tornare alla tradizione. Un'impresa che è quasi riuscita a Salerno.

Sull'argomento, e non solo, è intervenuto anche l'avvocato Lorenzo Contucci, il legale molto vicino ai Gruppi della Sud, che su un post ha scritto: "Senza volersi erigere quali depositari di verità assolute, si cercherà di spiegare per quale ragione non vengono viste di buon occhio, da parte di molti tifosi - soprattutto dei gruppi della curva - due temi del momento, vale a dire il coro mutuato dal Liverpool in favore del neo acquisto Wijnaldum e l’aggiunta “bella”-“mia” durante l’inno ad inizio partita. Per essere più chiari, bisogna tenere presente - in ordine al primo aspetto - che i Romanisti non riprendono i cori delle tifoserie con cui vi è una accesa rivalità. Chi custodisce i valori della Curva Sud cerca di impedirne le derive ed è per questo che chi crea i cori, chi pensa gli striscioni, chi fornisce le idee per le coreografie ha - e deve avere - la memoria storica del tifo giallorosso. Quasi mai, dal cuore della curva, sono stati commessi errori, proprio perché quando qualcuno tira fuori un‘ idea c’è un controllo da parte di tutti quelli che ricordano persino gli striscioni o i cori fatti da tifoserie di serie inferiori venti anni fa se non di più. L’originalità ha reso - tra le altre cose che l’hanno resa famosa, ovviamente - la Curva Sud un punto di riferimento a livello mondiale.Ciò detto, così come a nessuno verrebbe mai in mente di riprendere - se non per scherno - un coro fatto dai tifosi della Lazio, o della Juve, o del Napoli, o delle milanesi e via dicendo, ma in più generale di nessuno, a nessuno dovrebbe mai venire in mente di fare un coro totalmente identico a quello che la Kop dedicava al proprio ex giocatore. Se fatto per scherno nei loro confronti ci può anche stare, purché duri un paio di partite. Se fatto per incitamento, si appartiene quindi alla schiera di coloro che amano fare i cori per i giocatori (e, si badi, il sottoscritto non è così talebano al riguardo), ma allora potrebbe essere opportuno farne uno nuovo, non mutuato dai social, perché di questo si tratta. Basti ricordare che i Reds ci hanno tolto una Coppa dei Campioni in casa nostra, che Agostino proprio in quella ricorrenza l’ha fatta finita e che anche di recente abbiamo avuto dei seri contrasti a livello di tifoseria con loro. Che si fa, si canta “odio Liverpool” e poi si riprende un coro loro?

Veniamo all’argomento successivo, vale a dire l’inno di Venditti/Gepi.Personalmente ritengo che le innovazioni possano essere positive, purché non insistano sugli aspetti fondamentali/identificativi di una comunità.

Tornando a quelli che furono i maestri del tifo, avete mai sentito la Kop del Liverpool fare aggiunte su “You’ll never walk alone“? E’ sempre quello, immutabile anche nel ritmo e difatti continua ad essere - secondo la quasi totalità delle persone - l’inno più bello. Oppure, avete mai sentito i tifosi modificare gli inni nazionali? “God save save the Queen” è un dogma, come la Marsigliese e - più in generale - tutti gli inni nazionali.

Per ricalcare l’appartenenza, il Cristiano praticante modifica il “Padre Nostro” strillando “nostro” dopo la prima strofa?

Abbiamo la fortuna di avere un inno che rientra - se non ricordo male - tra i dieci più belli mai scritti per una squadra di calcio, e basta ascoltare quelli delle altre squadre per rendersene conto. Alla carbonara ce mettemo la panna perché a qualcuno piace? Alcune cose dovrebbero essere sacre, immutabili. Il coro di inizio di ogni partita è la Marsigliese, ed è così da quasi 50 anni. Roma, Roma, Roma è stato cantato allo stesso modo dal 1975 perché è l’inno della Roma! Il gusto soggettivo - perché è ovvio che chi lo fa ha il piacere di farlo - dovrebbe in alcune (rare) situazioni fare un passo indietro, altrimenti diventerebbe lecito, se piace il reggae, fare “Roma-Roma-Roma” alla Bob Marley, o aggiungere ulteriori parole oppure, poiché a qualcuno piace il celeste, accettare su una qualche nostra maglia quel colore che possiamo pure vestire quando ce ne andiamo in giro ma che evitiamo di indossare, affiancato al bianco, quando andiamo allo stadio. Ovvio, siamo tutti Romanisti “fracichi” e nessuno lo nega. Tuttavia, “la Roma è una fede, e gli ultras i suoi profeti” scrivevano sui muri coloro che ci hanno preceduto. E la fede ha dei punti fermi, che sono tali proprio perché immutabili".

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