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Roma, la strada della “semplificazione”

(di Alessio Nardo) Dov’è la vittoria? Eccola, finalmente. Dopo cinque tentativi andati a vuoto, al sesto la Roma ottiene il primo successo stagionale. Un 1-0 al Parma un po’ striminzito, ma utile a restituirci il sorriso. Almeno per...

Redazione

(di Alessio Nardo) Dov'è la vittoria? Eccola, finalmente. Dopo cinque tentativi andati a vuoto, al sesto la Roma ottiene il primo successo stagionale. Un 1-0 al Parma un po' striminzito, ma utile a restituirci il sorriso. Almeno per cinque giorni.

Il segreto dell'improvvisa resurrezione? La semplicità del calcio e delle soluzioni che esso propone. Il gol partita, realizzato da Osvaldo, è arrivato in maniera classica: cross dalla fascia di un terzino e colpo di testa in area del centravanti. Roba normale, semplice, forse addirittura "demodé" per chi coltiva nella mente un calcio evolutivo, rivoluzionario e fantascientifico. Con un'elementare azione di futbol, la Roma strappa tre punti d'oro al "Tardini". E da qui si riparte.

La speranza è che Luis Enrique abbia finalmente trovato il giusto compromesso. Aldilà di facili ironie, il progetto tattico del mister di Gijon resta bello e affascinante. Ma proprio per questo risulta assai complesso. Inculcare nella mente il possesso palla stile Barça e i vari movimenti (individuali e collettivi) annessi e connessi richiede almeno un intero anno di lavoro e addestramento. In Italia è vietato perder tempo: ricercare il gioco ancor più del risultato rischia di rivelarsi una mossa suicida. Ecco perché al famoso "tichitaca", semmai, è bene arrivarci gradualmente. Attraversando anche fasi di partita (e di stagione) segnate dal ripristino di soluzioni sulla carta vetuste, ma pur sempre utili ed efficaci.

Contro il Siena, giovedì sera, si aveva avuta la netta sensazione di una Roma più impegnata nella ricerca ossessiva della manovra che al raggiungimento del risultato positivo. Spesso gli esterni (José Angel in particolare) giungevano sul fondo e anziché tentare il traversone in mezzo, cercando la via del 2-0, optavano per la ripartenza dell'azione dalle retrovie. In tal modo il gioco diventava pesante, noioso e soprattutto improduttivo. Privo dell'ultima rifinitura, dell'atto finale. Risultato? Lo sparagnino Siena di Sannino ha raggiunto il meritato pari all'87'. Nel calcio italiano è vietato scherzare col fuoco. Certe "scelte" si pagano impietosamente.

Luis ha imparato, dicevamo. Almeno è questa la nostra concreta speranza, fortificata da quanto visto a Parma. La Roma non ha mollato la presa, proseguendo la legittima ricerca del gioco "pensato" dal mister. Ma in più ha mostrato il coraggio di provarci, la voglia di cercare la soluzione del traversone o del tiro in porta anche oltrepassando il dogma del tichitaca. Finalmente abbiamo visto dei bei cross dentro l'area e molte conclusioni verso la porta avversaria. Dal destro ben calibrato di Rosi al 50' è nata l'incornata vincente di Osvaldo (verrebbe da dire: era tanto difficile?), e nell'arco dell'intera gara José Angel, due volte Totti, di nuovo Osvaldo e persino il neoentrato Bojan hanno sfiorato il gol con ottime soluzioni dalla distanza. E' migliorata la prestazione, semplificando la concezione generale del gioco. Ed è arrivato il successo. Non può essere un caso. Ora si vada avanti su questa strada, con rinnovata fiducia, umiltà e morale alto. Sabato pomeriggio alle 18 (con l'Atalanta) il prossimo esame.