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Roma, la storia degli argentini tra assi e meteore

(di Alessio Nardo) Ci siamo, il primo colpo dell’era americana sembra vicino. Entro poche settimane Walter Sabatini dovrebbe concludere l’acquisto di Erik Manuel Lamela, classe 1992, stella argentina in forza al River Plate. Emblema della...

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(di Alessio Nardo) Ci siamo, il primo colpo dell’era americana sembra vicino. Entro poche settimane Walter Sabatini dovrebbe concludere l’acquisto di Erik Manuel Lamela, classe 1992, stella argentina in forza al River Plate. Emblema della rifondazione romanista, basata sui giovani talenti scovati specialmente in Sudamerica.

Sebbene il club giallorosso vanti tradizionalmente un feeling speciale con il Brasile (da Falcao a Cafu passando per Cerezo e Aldair, i nomi illustri sono tanti…) anche l’Argentina rappresenta uno storico punto di riferimento. I celebri nomi del passato son quelli di Enrico Guaita (giallorosso dal 1933 al 1935), Bruno Pesaola, Pedro ‘Piedone’ Manfredini e Francisco Ramòn Lojacono. Anche nell’ultimo ventennio non sono mancati argentini di grande fascino e blasone: primo tra tutti Abel Eduardo Balbo, formidabile centravanti della prima era Sensi, trascinatore della Roma di Carletto Mazzone. Come non citare inoltre due icone del terzo scudetto: ‘The Wall’ Walter Adrian Samuél e soprattutto lui, Gabriel Omar Batistuta, il Re Leone, cannoniere principe dell’indimenticabile stagione 2000-2001 con 20 gol. Particolare nota di merito anche per due ragazzi tosti e sanguigni, assai stimati dal popolo romanista: Leandro Damian Cufré, a Trigoria dal 2001 al 2006, e naturalmente Nicolas Andrés Burdisso, attuale baluardo difensivo, tra i pochi ‘sufficienti’ dell’ultima desolante stagione.

Nella storia degli argentini giallorossi non mancano le pagine ‘nere’. Claudio Paul Caniggia, biondissimo centravanti della Seleccion vice campione del mondo nel 1990, approdò a Roma tra le fanfare nel 1992, ma in due stagioni collezionò appena 15 presenze e 4 gol. Come dimenticare, inoltre, il disastroso binomio della stagione 1996-1997: Carlos Bianchi in panchina e il suo fedelissimo Roberto Trotta al centro della difesa. L’alltro flop storico è relativo a ‘El Facha’, Gustavo Javier Bartelt, l’angelo biondo giunto alla corte di Zeman nell’estate del 1998 con l’etichetta di giovane promessa: 15 apparizioni, zero gol. Negli ultimi dieci anni, altre due meteore: Christian Sebastian Cejas, portiere acquistato nel 2001 e quasi mai utilizzato da Capello, e Guillermo Burdisso, fratellino di Nicolas, sceso in campo in tre sole occasioni e spedito dritto in naftalina. Da Ranieri prima e Montella poi.