Ahmed Barusso. I più giovani forse ne hanno solo sentito parlare, ma chi è nato prima del 1995 se lo ricorda di sicuro. Centrocampista fisico, troppo fisico tanto che tagliava i calzettoni per farli aderire a quei polpacci di ebano. Nel 2007 la Roma sborsò 1,7 milioni per prenderlo dal Rimini dove si era fatto notare per le sue doti di combattente. Non per quelle tecniche. In giallorosso ha disputato 5 partite in tutto sotto la guida di Spalletti che si disperava per i tiri da 50 metri (che finivano alle stelle) e per le entratacce sugli avversari. Il picco furono i 62’ giocati contro il Manchester United in Champions. I tifosi però Barusso stava simpatico, e divenne presto una sorta di mascotte. Il ghanese inizierà dall’estate successiva un lungo tour in prestito dell’Italia: Siena, Brescia, Torino, Livorno. Pure il Galatasaray.
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Roma, la seconda vita di Barusso: dalla Champions alla Terza Categoria
Prima di far ritorno nella capitale e passare un anno intero in tribuna. La seconda parte di carriera è stata decisamente meno prestigiosa: 11 presenze con la Nocerina, 11 col Novara. Tanti problemi muscolare e la frattura della tibia ne accelerano il declino. Lo accoglie la sesta serie con il Virtus Camposanto, quindi la quinta, l'Eccellenza, con il Colorno, e ancora la Promozione, sesta, nel 2020/2021, a far rima con il Terme Monticelli. Oggi milita in Terza Categoria, con la maglia del Team Crociati Parma. Il campo si trova accanto a un supermercato Conad, la classifica la vede quinta alle spalle del Team Santa Maria. Barusso a 38 anni comanda a centrocampo di fronte a ragazzi di 15 anni, ad attempati vigili urbani o commessi in permesso. Ripensando a quando duettava con Totti e De Rossi o affrontava a muso duro Rooney e Del Piero.
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