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Roma, la regolarità del campionato viene prima dei “Casini” della politica

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Quell’elastico si sta tendendo all’estremo. Si spezzerebbe, ma ci sono altre mani ad aiutare Casini a tenerlo bello teso. Il caso di Atalanta-Fiorentina è un evidente anomalia che altera la regolarità del campionato
Francesco Balzani
Francesco Balzani Collaboratore 

“Non sto infrangendo le regole… sto solo testando la loro elasticità”. Era questa la difesa di Bill Veeck quando era proprietario e promotore di mezza Major League americana di baseball e gli venivano contestati atteggiamenti che minavano la regolarità dei tornei. Dubitiamo che Casini o chi per lui conosca questa frase o chi sia Veeck, ma il concetto di gestione non sembra molto diverso. Con risultati ovviamente agli antipodi vista la crisi enorme del calcio italiano dell’ultimo decennio. Quell’elastico si sta tendendo all’estremo. Si spezzerebbe, ma ci sono altre mani ad aiutare Casini a tenerlo bello teso. Il caso di Atalanta-Fiorentina, più ancora di quello di Udinese-Roma (già grottesco di per sé) è un'evidente anomalia che altera la regolarità del campionato. L’intenzione, e anche la speranza dei vertici, sembra quella di rivedere Nico Gonzalez e compagni giocare con le infradito in mano una partita quasi sicuramente inutile per la Viola. Fondamentale invece per i destini Champions di Atalanta e Roma. I motivi ve li dobbiamo spiegare? Ciò che disturba più delle decisioni e delle mancate decisioni sono le reazioni. Ieri il numero uno della Lega Calcio (Casini appunto), anziché discutere di questo e del difficile cammino delle italiane in Europa, ha pensato bene di difendere Claudio Lotito (Senatore e presidente di calcio) dalle critiche di Gravina. Politica calcistica, che con lo sport non ha nulla a che vedere. Quasi una provocazione verso chi in quel momento chiedeva solo di aiutare l’Italia a conquistare il secondo trofeo europeo in 25 anni. La Roma, infastidita dal silenzio, ha reagito e reagirà ancora. Qualcuno obietterà: ma come si fa con la finale di Coppa Italia? Semplice, si sposta. “Ma l’Olimpico deve essere consegnato per gli Europei di Atletica”. E allora si sposta a San Siro che è pure più vicina per juventini e atalantini. In un Paese che svende la Supercoppa all’Arabia Saudita vuoi che non si trovi una soluzione. Come avvenne nel 2017 o nel 2018 quando il cammino delle italiane in Europa convinse i vertici a far slittare la Coppa Italia che al Paese porta sicuramente meno soldi e visibilità di un eventuale trofeo europeo. Come per altre partite di campionato di qualche anno fa, ne ricordiamo una su tutte: Lazio-Roma del 2018. Il parere contrario della Roma non contò, vinse sempre Lotito. Insomma i motivi per rispettare le regole pur adattandole ci sono. Ma quell’elastico si tende sempre più, col sorriso di bambini che pensano non si spezzi mani. Ma tutto, prima o poi, si spezza.

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