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Roma, la negazione di una rivoluzione annunciata non diventi uno scaricabarile

Francesco Balzani
Francesco Balzani Collaboratore 
La Roma voleva la rivoluzione e non c'è riuscita. Comprensibile soprattutto a gennaio. Meno lo è allontanare le responsabilità o si arriva alla negazione dell'Io di Nietzsche

"Chi ha fatto filtrare che a gennaio avremmo fatto la rivoluzione non è nostro amico". Gelo in sala stampa, occhi sbarrati e difficoltà a replicare anche se qualcuno ci ha provato parlando di "fonte interna". Perché stavolta, quella di Ranieri, non è la solita smentita a un'indiscrezione, una voce o una confidenza di un procuratore o dell'amico di un giocatore.  Ma è la negazione di sé stessi, o almeno di quello che è stato detto un mese prima. La Roma dopo la sconfitta col Como aveva comunicato ai giornalisti parole inequivocabili: "I Friedkin sono furiosi, ritengono inaccettabile questa sconfitta. Gennaio sarà un momento di cambiamento. Alcuni giocatori devono andare via e saranno messi sul mercato". E alla lettura di certi nomi, che poi sono usciti sui giornali e non erano nemmeno pochi, solo conferme.

Potremmo sostare sull'etimologia della parola cambiamento e sulla forzatura giornalistica in rivoluzione. Ma il senso non cambia. La Roma voleva la rivoluzione e non c'è riuscita. Comprensibile soprattutto a gennaio. Meno lo è allontanare le responsabilità o si arriva alla negazione dell'Io di Nietzsche che si interrogava sul soggetto e sulla falsificazione relativa alla certezza dell’esistenza d’una volontà e di un’unità dell’io . A meno che all'interno della stessa Trigoria non ci si divida tra amici e nemici, come peraltro era in estate quando da una parte si spingeva per un giocatore e dall'altra si frenava. Di certo, almeno stavolta, i giornalisti (amici o nemici che siano) c'entrano poco o niente. E questo va detto per rispetto di tutti, anche dei tifosi. La verità è che la Roma ha provato a vendere Dybala prima del no all'Arabia di Paulo, poi ci ha provato con Pellegrini, Cristante e Zalewski senza riuscirci (velo pietoso sul rinnovo del polacco). Infine gli erano rimasti Celik e Shomurodov, ma Ranieri ha detto no anche perché le alternative o non c'erano o erano peggio di chi restava. Scelte criticabili, oppure no. Ma almeno abbiate la bontà di non trovare il nemico dove non c'è.