- CALCIOMERCATO
- PRIMAVERA AS ROMA
- FEMMINILE AS ROMA
- GIOVANILI AS ROMA
- COPPA ITALIA
- INFO BIGLIETTI
- FOTO
- REDAZIONE
news as roma
ST ANDREWS, SCOTLAND - OCTOBER 04: CEO of The Friedkin Group, Dan Freidkin, tees off on the second hole during day two of the Alfred Dunhill Links Championship 2024 at Carnoustie Golf Links on October 04, 2024 in Carnoustie, Scotland. (Photo by Richard Heathcote/Getty Images)
"Chi ha fatto filtrare che a gennaio avremmo fatto la rivoluzione non è nostro amico". Gelo in sala stampa, occhi sbarrati e difficoltà a replicare anche se qualcuno ci ha provato parlando di "fonte interna". Perché stavolta, quella di Ranieri, non è la solita smentita a un'indiscrezione, una voce o una confidenza di un procuratore o dell'amico di un giocatore. Ma è la negazione di sé stessi, o almeno di quello che è stato detto un mese prima. La Roma dopo la sconfitta col Como aveva comunicato ai giornalisti parole inequivocabili: "I Friedkin sono furiosi, ritengono inaccettabile questa sconfitta. Gennaio sarà un momento di cambiamento. Alcuni giocatori devono andare via e saranno messi sul mercato". E alla lettura di certi nomi, che poi sono usciti sui giornali e non erano nemmeno pochi, solo conferme.
Potremmo sostare sull'etimologia della parola cambiamento e sulla forzatura giornalistica in rivoluzione. Ma il senso non cambia. La Roma voleva la rivoluzione e non c'è riuscita. Comprensibile soprattutto a gennaio. Meno lo è allontanare le responsabilità o si arriva alla negazione dell'Io di Nietzsche che si interrogava sul soggetto e sulla falsificazione relativa alla certezza dell’esistenza d’una volontà e di un’unità dell’io . A meno che all'interno della stessa Trigoria non ci si divida tra amici e nemici, come peraltro era in estate quando da una parte si spingeva per un giocatore e dall'altra si frenava. Di certo, almeno stavolta, i giornalisti (amici o nemici che siano) c'entrano poco o niente. E questo va detto per rispetto di tutti, anche dei tifosi. La verità è che la Roma ha provato a vendere Dybala prima del no all'Arabia di Paulo, poi ci ha provato con Pellegrini, Cristante e Zalewski senza riuscirci (velo pietoso sul rinnovo del polacco). Infine gli erano rimasti Celik e Shomurodov, ma Ranieri ha detto no anche perché le alternative o non c'erano o erano peggio di chi restava. Scelte criticabili, oppure no. Ma almeno abbiate la bontà di non trovare il nemico dove non c'è.
© RIPRODUZIONE RISERVATA