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Roma, la ‘cura’ Ranieri funziona: ora tocca a Soulé che con il Braga può rilanciarsi

Roma, la ‘cura’ Ranieri funziona: ora tocca a Soulé che con il Braga può rilanciarsi - immagine 1
Le nuvole grigie sopra Trigoria stanno iniziando a diradarsi e a beneficiarne possono essere soprattutto i giocatori più in difficoltà dal punto di vista mentale come Matias
Redazione

Nelle prime 4 partite con mister Ranieri i giallorossi hanno raccolto solamente 4 punti (con 6 gol fatti e 6 subiti), ma la cosa più importante è che la squadra ha ritrovato compattezza, solidità difensiva e soprattutto tranquillità. La cosiddetta “cura Ranieri” sta già dando i suoi frutti: Paredes è tornato ad essere un titolare fisso dopo mesi di comparse sporadiche, Hummels sta ritrovando la sua miglior forma e già all’80% è uno dei migliori centrali della Serie A (non che ci volesse Sir Claudio per schierarlo al centro di una linea a 3…). Insomma, la Roma è ancora in alto mare se guardiamo la classifica, ma finalmente le nuvole grigie sopra Trigoria stanno iniziando a diradarsi e a beneficiarne possono essere soprattutto i giocatori più in difficoltà dal punto di vista mentale come Matias Soulé, che fino a qui si è visto davvero troppo poco.

Giovedì c’è il Braga: un’occasione per ripartire

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Partiamo dal presupposto che è un classe 2003 e di conseguenza ha bisogno di crescere e soprattutto di sbagliare. Con la maglia della Roma qualche lampo si è già visto: non puoi essere normale (nel senso più positivo del termine) se il primo gol con la tua nuova squadra, in un momento complicatissimo, lo segni di tacco. Anche all’interno di una prestazione abbastanza opaca, contro il Tottenham il gol del 2-2 è arrivato da un bel corner calciato da lui. Finora, nonostante gli elogi della scorsa stagione (“calcia come Maradona e Zico”), con Ranieri in campionato l’argentino ha giocato solamente 8’. Forse c’è qualche motivo che conoscono solamente all’interno di Trigoria o Claudio lo sta preservando in un momento delicato, preferendogli un El Shaarawy più esperto - e che si applica meglio se gli viene chiesto qualche sforzo in difesa. Anche il modulo più utilizzato, un 3-4-2-1 con due trequartisti più che due esterni, non gli si addice molto ma sarà lui a dover convincere l'allenatore con delle prestazioni che superano la semplice sufficienza. Tra due giorni all’Olimpico arriva lo Sporting Braga - che in Europa ha faticato e perso già con Olympiacos (3-0) e Bodo Glimt (1-2): l’occasione perfetta per iniziare a carburare e scrollarsi di dosso critiche e pressioni inevitabili (purtroppo) se arrivi per una cifra vicina ai 30 milioni in una piazza esigente come Roma. Il ragazzo si farà, anche se col 18 invece del 7 sulle spalle.

La felicidad

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La sua città, Mar del Plata, dagli argentini è chiamata "la feliz” per le spiagge soleggiate che si affacciano sull’Atlantico durante tutto l’anno ed è proprio quello di cui Matias avrebbe bisogno in questo momento: serenità, in campo e nella testa, per ritrovare la miglior forma e mostrare anche ai romanisti tutta la qualità vista la scorsa stagione al Frosinone. Il nuovo Iturbe? No, e non ci sarebbe neanche bisogno di dirlo dato che nella scorsa stagione è stato nell’élite del calcio per quanto riguarda qualsiasi tipo di statistica offensiva (non solo tra i giovanissimi come lui): in Serie A - tra gli esterni - è stato primo per chance create (82), passaggi chiave (1.8 ogni 90'), assist potenziali (0.16 ogni 90'), passaggi in avanti (10.43 ogni 90') e imbucate. Mentre in tutta Europa solamente Kudus e Savinho (che Dovbyk dovrebbe conoscere abbastanza bene) hanno completato più dribbling di lui (102). Fantasia, estro, conduzione palla e tante, tante occasioni create… non è proprio quello di cui ha bisogno la Roma? 

Federico Liuti