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Roma, il tifoso disabile aggredito dai laziali dopo il derby: “Abbiamo avuto paura”

Roma, il tifoso disabile aggredito dai laziali dopo il derby: “Abbiamo avuto paura” - immagine 1
"Non erano ultrà. Nel tifo organizzato c'è un codice, sarebbero stati cacciati dallo stato" ha dichiarato il giovane di 27 anni vittima dell'aggressione
Redazione

Emerge una triste storia il giorno dopo la vittoria della Roma sul Milan in Europa League. Come racconta La Repubblica un ragazzo con seri problemi di disabilità di 27 anni è stato aggredito da un gruppo di tifosi laziali nelle ore successive la vittoria del derby di sabato scorso. Il quotidiano ha riportato nella sua edizione odierna l'intervista al ragazzo che ha preferito rimanere anonimo. Di seguito le sue parole:

Partiamo dall'inizio. Cosa è successo dopo il derby? "Innanzitutto voglio dire che sono già stato al derby in passato, sono abbonato allo stadio. Ma non era mai successo nulla del genere. Io e un mio amico siamo arrivati normalmente, abbiamo parcheggiato la moto allo stadio dei Marmi, lui guidava, io ero dietro. Avevamo il biglietto in tribuna Tevere, durante la partita è stato tutto tranquillo. Il problema è nato alla fine".

Ce lo racconta? "Quando siamo usciti dallo stadio abbiamo ripreso la moto e ci siamo diretti verso lo stadio dei Marmi per riprendere Lungotevere. La polizia però lì ci ha fatto fare inversione a U per dirigerci verso la Farnesina. Proseguendo siamo finiti davanti alla curva Nord, dove escono i tifosi della Lazio: in pratica, la polizia ci ha mandato proprio verso i laziali".

Lì cosa è successo? "Avevo ancora la sciarpa della Roma al collo e un gruppo di tifosi della Lazio, ragazzi di 25, 26 anni, ha iniziato a insultarci: "Siete venuti a prenderci per il c... pure qui». Ci hanno urlato prima insulti, come "a m... levate la sciarpa". Poi ci hanno accerchiato".

Non siete riusciti a scappare? "No, allora il mio amico ha appoggiato la moto a terra per provare almeno a difenderci, ma quelli ci hanno accerchiato. Hanno tirato su le sciarpe a coprire il volto, come fossero passamontagna, e ci hanno aggrediti. 

Vi hanno colpiti? "Ho preso due colpi: un cazzotto in faccia, per fortuna avevo ancora il casco che un po' mi ha riparato, ma ho uno zigomo livido. È stato pericoloso, avevo anche gli occhiali sul volto, potevano rompersi e andare nell'occhio. Poi ho preso un altro colpo al fianco».

Secondo lei si sono accorti della sua disabilità? "Ho una disabilità assolutamente visibile a occhio nudo agli arti superiori, è impossibile non accorgersene. E poi il mio amico ha iniziato a dirlo più volte. Hanno picchiato sia me che lui, abbiamo avuto paura».

Come avete fatto a mettervi in salvo? "Grazie a due signori anziani, che hanno urlato di lasciarci in pace. E quelli sono scappati via. Ma sono state spintonate anche altre moto. E poi è stato assalito un furgoncino che trasportava disabili. Forse volevano proprio prendersela con persone più fragili, che non avrebbero potuto fare resistenza"

Ha denunciato? "No, non ho sporto denuncia. Avrei dovuto farla contro ignoti, non credo serva. Ma forse potrebbe essere utile a rintracciarli guardare le telecamere della Farnesina, credo abbiano anche il riconoscimento facciale".

Si è fatto un'idea di chi potrebbe essere stato? "Ho amici nei gruppi organizzati e so che non erano ultrà veri: tra gli ultrà c'è un codice, credo se un capo della curva sapesse quello che hanno fatto li caccerebbe dallo stadio».

Ma è normale che dei tifosi siano fatti passare sotto la curva rivale? "No, infatti secondo me un problema è stato di viabilità: è stato rivisto il collocamento dei posti invalidi. Che oggi è alla Farnesina, col rischio di incontri pericolosi. Anche perché al derby la tifoseria rivale non resta più a lungo nello stadio, e il rischio così diventa altissimo».

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