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Roma: il processo del lunedì

(di Mirko Porcari) – In casa Roma è’ scattata l’ora dei processi: il lunedì ha visto sfilare singoli e squadra di fronte al banco degli imputati,

Redazione

(di Mirko Porcari) - In casa Roma è' scattata l'ora dei processi: il lunedì ha visto sfilare singoli e squadra di fronte al banco degli imputati,

una giuria popolare composta dai tifosi ha impietosamente letto una sentenza di colpevolezza che risparmia pochi protagonisti, adesso si attendono solo le risposte dal campo, non c'è più spazio per i proclami a caratteri cubitali.

RANIERI - Si perde e l'allenatore è il capro espiatorio: è fisiologico nel calcio e in ogni ambito in cui le gerarchie contano qualcosa. Ieri al Marassi è andato in scena il meglio ed il peggio di una Roma dalla doppia faccia ed il tecnico di San Saba ci ha messo del suo per calamitare le attenzioni della critica: "non ci arrendiamo" la frase preferita di Ranieri, uno slogan utilizzato per far capire le buone intenzioni della squadra che nel tempo ha perso smalto e credibilità. Azzeccato lo schieramento nel primo tempo, ci si è messa una buona dose di sfortuna a complicargli i piani: troppo duro il "destro-sinistro" sferrato dall'insospettabile Juan per porre rimedio con scioltezza. Morale della favola: cambi tardivi e confusione affiorata in superficie, troppo per un delicato equilibrio sempre in procinto di spezzarsi. Probabilmente, se non ci fosse stato il doppio abbaglio del centrale brasiliano, si parlerebbe di un'altra gara, ma ciò che la maggior parte dei tifosi imputano al mister è la mancanza di tatto nella gestione di Francesco Totti: è quantomeno paradossale ascoltare parole di elogio continue per il capitano e vederlo entrare ad una manciata di secondi dalla fine, come un ragazzino della primavera...Qualcosa non va, è ovvio, e sarebbe il caso di parlarsi sinceramente a quattr' occhi prima di sfiorare il punto di non ritorno...

 

TOTTI - Inutile tentare di capire cosa ci fosse dietro al sorriso ostentato in panchina, questo è un esercizio che lasciamo da altri, non si può negare che il trattamento riservatogli nella Genova blucerchiata rischia di lasciare il segno: da uomo fiero e capitano vero, il numero 10 non ha battuto ciglio quando gli è stato chiesto di entrare, una passerella di pochi secondi che altri, nel recente passato, hanno rifiutato di affrontare. Mai, nella sua storia con la Roma, l'attaccante è stato al centro delle contese come in questo momento: c'è chi lo vede in declino (la minoranza, a onor del vero) e chi sa cosa può e potrà dare ad una squadra di campioni nell'immediato presente e nel prossimo futuro. Le voci parlano di un'amarezza senza precedenti, una situazione che alimenta la cattiveria di chi lo vorrebbe altrove e di chi ne ha sempre infangato la figura: adesso c'è da riflettere molto con il cuore ed un po' meno con l'istinto...Calma e sangue freddo

 

JUAN - La copertina che non ti aspetti: ieri il difensore ha fatto "danni veri", con il senno di poi è ancora più apprezzabile il tentativo di Ranieri nel mascherare i limiti attuali di condizione del brasiliano, con Mexes dal primo minuto ( a proposito, per il francese sono scattati subito i controlli di routine per capire la complessità del problema muscolare)a fare coppia con Burdisso ed una solidità difensiva mostrata per tutti i primi 45 minuti. "Ho sbagliato, questa sconfitta è colpa mia" la lucida ammissione del sudamericano nel post gara, consapevole della gravità dello stop romanista. Che non fosse in perfetta forma lo si era intuito già contro il Catania (basta vedere il gol del raddoppio di Maxi Lopez, scattato sul filo del fuorigioco su un errore di posizionamento del numero 4) ma nessuno si sarebbe aspettato la debacle di ieri: anche qui serve una grande freddezza per ricordare chi è Juan (soprattutto per chi ha ancora negli occhi gli orrori di ieri) ma è importantissimo mantenere il controllo nella formulazione dei giudizi...Calma e sangue freddo bis

 

LA ROMA - L'attenuante per la rimonta (l'ennesima) di ieri risiede negli errori del singolo: bene, ci può stare, ma la squadra continua ad avere grossi problemi caratteriali. Non servono psicologi o esperti, basta guardare una gara-tipo per "annusare" la mancanza di tranquillità insita negli uomini di Ranieri: c'è chi parla di incompatibilità tra gli interpreti (guardate che numeri e vi ricrederete...), chi di liti e frizioni nello spogliatoio, la sintesi è che i punti di distacco dalla vetta salgono a 8 mentre le giornate continuano a passare. Guardando ai risultati di ieri delle altre non si sa se ridere o piangere, per ora l'unica cosa certa è il crescente rimpianto...