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Roma, il problema non è la tattica ma la cattiveria: i numeri difensivi da horror

Roma, il problema non è la tattica ma la cattiveria: i numeri difensivi da horror - immagine 1
I giallorossi faticano a contrastare gli avversari e a commettere fallo. Una mancanza che spiana la strada ai gol subiti in contropiede
Marco Di Cola
Marco Di Cola Collaboratore 

I gol concessi in contropiede sono diventati il problema principale della Roma, quantomeno in campo (il resto lo lasciamo da parte). Una questione che è tornata alla ribalta dopo l'eliminazione dalla Coppa Italia per mano del Milan ma che molti hanno affrontato snocciolando temi tattici, l'alternanza dei moduli o le presunte scelte sbagliate di Ranieri senza però esaminare i numeri impietosi in transizione difensiva che proseguono da almeno inizio campionato. La Roma è infatti in "zona retrocessione" in tutte le statistiche riguardano i contrasti. E' terzultima per quelli effettuati (appena 321) e 16esima per quelli vinti (189). Peggio in assoluto solo l'Inter di Inzaghi e il Torino. Dividendo il campo in tre macro zone, la musica non cambia. Sedicesima nei contrasti effettuati nella trequarti difensiva, 14esima a centrocampo, decima nella trequarti offensiva. Anche alzando il pallone, la squadra di Ranieri fa molta fatica. I duelli aerei vinti da inizio anno sono infatti 264, il terzo peggior dato del campionato. Dietro ci sono solo la Juventus e proprio il Milan.

Dai numeri ai fatti: con il Milan l'ennesima dimostrazione

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Il problema della Roma dunque non è, o quantomeno non è solamente, di natura tattica o di rosa. Certo, l'alternanza con la difesa a 4 può causare qualche errore di lettura (vedi Mancini e Svilar contro il Napoli), e le difficoltà sul mercato (tanto quello estivo quando quello invernale) non hanno permesso ai giallorossi di strutturarsi al meglio e competere per le posizioni nobili della classifica. Il vero problema però era ed è ancora oggi la cattiveria. Analizzando i gol presi a San Siro contro il Milan, questa mancanza appare ancora più lampante. Nel primo gol di Abraham, Celik non va a contrasto con Musah (che poi scarica per il tiro di Reijnders) e Ndicka non marca in area l'inglese. Nel secondo invece quattro giallorossi accerchiano sempre Musah a centrocampo e spalle alla porta (mossa giusta per recuperare palla e indurre il giocatore all'errore), ma nessuno va a cercare di recuperare palla nemmeno lì. Il centrocampista quindi si gira con facilità, allarga il campo e il Milan vola in porta in contropiede per il raddoppio. Copia e incolla anche per quanto riguarda il terzo che chiude la partita. In mezzo c'è sempre Musah. Angeliño lo marca a distanza, lo statunitense ringrazia e scarica per Gimenez che è libero di controllare, girarsi e imbucare per Joao Felix. A fermarlo ci prova solo Pisilli con una "spintarella" a palla ormai scaricata. Un gol che si sarebbe potuto evitare se quella "spintarella" fosse arrivata prima e con più vigore. Il risultato sarebbe stato fallo e calcio di punizione per i rossoneri ma anche in questo "banale fondamentale", la Roma è carente (è quindicesima per falli commessi). Ranieri spera di trovare, di nuovo, la chiave giusta per far uscire la squadra da questo torpore. Il mese di febbraio concede un calendario più favorevole ma non meno importante, anzi.