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Roma, il modulo è un rebus: con la difesa a 3 o a 4 il risultato non cambia 

Roma, il modulo è un rebus: con la difesa a 3 o a 4 il risultato non cambia  - immagine 1

Mourinho a causa dei tanti problemi fisici dei giocatori ha dovuto abbandonare il suo 4-2-3-1. Confrontando i numeri la situazione non è migliorata con il passaggio alla difesa a 3 

Redazione

“Se domani dobbiamo usare un modulo completamente diverso perché per noi è il miglior modo per vincerla, magari poi non succede, ma se pensiamo che è il modo giusto, non c'è problema". Questa la risposta di Mourinho alla domanda sui diversi moduli utilizzati da inizio stagione. Lo Special One non ha mai nascosto la sua preferenza sulla difesa a 4 ma, come successo contro il Verona, anche con pochi difensori centrali di ruolo non è tornato alle origini. I dati a confronto tra le due soluzioni tattiche dimostrano che il modulo non influisce sui risultati della Roma. Le prime 11 partite con il 4-2-3-1 hanno fruttato 6 vittorie, 4 sconfitte e 1 pareggio interno con il Napoli. A Venezia, l’esordio della difesa a 3 è da dimenticare. Sconfitta per 3-2 al Penzo, con molte polemiche arbitrali per il calcio di rigore concesso ai lagunari. Da li 6 vittorie, 5 sconfitte e 4 pareggi in 15 gare. Numeri molto simili che si rispecchiano anche nei gol fatti. Nella prima parte del campionato sono state 19 le reti mentre nella seconda 25. I gol subiti sono aumentati con la difesa a 3, 22 gol in 15 gare a differenza degli undici presi precedentemente ma con 4 gare in meno.  

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Abraham, Zaniolo e Mkhitaryan: il 3-5-2 ha rappresentato una svolta 

Se dal punto di vista difensivo il cambio di modulo non ha portato a nulla di più rispetto a prima, per alcuni giocatori ha rappresentato una svolta. Abraham ha iniziato a segnare in maniera costante con un partner d’attacco al suo fianco. Solamente 4 gol ad inizio stagione, successivamente 7 in campionato, 3 in Conference e 1 in Coppa Italia contro il Lecce. Zaniolo e Mkhitaryan da esterni non erano incisivi. Il primo ha trovato finalmente la via del gol giocando più centrale mentre l’armeno è stato rivitalizzato nel suo nuovo ruolo a centrocampo. Anche Mourinho lo ha elogiato: “È uno che risolve problemi, può giocare in diverse posizioni, mantiene un livello più alto di performance”. Non tutti hanno sfruttato il nuovo assetto tattico. I numeri di Vina e Karsdorp sono negativi. Tra le squadre che giocano con la difesa 3, gli esterni giallorossi sono ultimi per gol e assist. Zero gol per entrambi e soli 2 assist in stagione.  

Daniele Aloisi